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Yamaha LLX6A: un suono naturale
Yamaha LLX6A: un suono naturale
di [user #31849] - pubblicato il

Amplificare la chitarra acustica tramite piezo è spesso un problema: suoni finti, plasticosi e innaturali. Ma la Yamaha LLX6A pare risolvere l'annosa questione, mantenendo la comodità del sistema oggi più diffuso.
Amplificare la chitarra acustica tramite piezo è spesso un problema: suoni finti, plasticosi e innaturali. Ma la Yamaha LLX6A pare risolvere l'annosa questione, mantenendo la comodità del sistema oggi più diffuso.

Partiamo dai legni: pur essendo la entry level della serie, la LLX6A è una chitarra "Handcrafted in China".
"Liuteria cinese?" direte voi. Con gli anni avranno pur maturato un po' di esperienza, no? In ogni caso, l’intervento liuteristico si limita al setup e alle rifiniture di manico e cassa, vedremo dopo come.
La forma della chitarra è la Dreadnought Yamaha, simile allo standard Martin: nel mio caso a spalla piena ma c’è anche la versione cutaway per un prezzo simile. Il top è in abete Engelmann massello (a libro), fasce e fondo in palissandro laminato. Il manico è un sandwich in tre pezzi di mogano/palissandro/mogano con inserti a contrasto. Questa scelta non credo sia dettata da ragioni economiche perché anche i modelli top della serie la sfruttano - addirittura raddoppiando il numero di strati - , ma servirebbe a dare stabilità al manico.
La tastiera è in ebano come il ponte, con binding crema. E qui si spiega quell'handcrafted: i tasti sono molto ben rifiniti (seppur sottili), con un ottimo setup di fabbrica e una intonazione precisa.

Yamaha LLX6A: un suono naturale

Il suono acustico è brillante ma non troppo, un po' vetroso sulle acute (forse l'ebano?) e definito sui bassi, il sustain è buono anche con l’action bassina di fabbrica. Per essere onesti, allo stesso prezzo si trovano chitarre migliori dal punto di vista acustico, ma se si sceglie una Yamaha si punterà piuttosto all'amplificazione.

Il sistema ART System 57CB, presente su tutta la serie LL, prevede un tradizionale piezo accompagnato da due pickup a pastiglia (del tipo K&K, per intenderci) posizionati ai lati del ponte (ovviamente sotto il piano armonico). Il piezo ha i consueti Master volume e l'equalizzatore a tre bande, mentre le pastiglie sono controllabili dalle manopole Bass e Treble, che ne gestiscono il solo volume.
Miscelando i suoni si ottiene un timbro molto fedele, non sembra proprio di suonare con un piezo. In particolare gli acuti sono molto naturali e il suono acquista una sorta di spazialità, quasi un riverbero che forse è dato dalle vibrazioni del top.
I controlli dei pickup a contatto vanno dosati con attenzione: esagerando con i bassi si ottiene un suono rimbombante, con gli acuti invece troppo metallico e "folk". Come in tutte le cose non bisogna esagerare. Se comunque si ha l’esigenza di un suono meno fedele a quello acustico (per esempio collegando la chitarra agli effetti, che comunque digerisce bene), si può usare solo il piezo azzerando Bass e Treble, oppure si possono curiosamente avere solo questi ultimi abbassando l'eq del piezo (non il master volume, perché il volume delle pastiglie passa anche da lì).
Alcuni lamentano una tendenza al feedback con le pastiglie, ma non ho riscontrato questo problema sulla Yamaha, anzi: la presenza di due sistemi mi ha dato l'impressione di un maggior volume generale che sul palco mi ha permesso di suonare con il master basso, e dunque senza fischi.

Yamaha LLX6A: un suono naturale

A 600 euro circa, la chitarra viene fornita con la sua custodia semirigida sagomata (leggera e resistente, ma proprio su misura: ai lati non c’è spazio nemmeno per un porta plettri!) e il tappo per la buca.
Insomma, se dell’acustica fate un uso prettamente amplificato, questa chitarra fa per voi.

Aspetti negativi: Il binding è davvero essenziale ma non per questo brutto. Questa è l’unica cosa che tradisce la natura entry level del modello. Inoltre l’accordatore on-board non è il massimo della precisione e non mette in mute la chitarra.
Un ultima considerazione: che differenze ci sono tra questa entry level e il top di gamma? Le uniche qualitative sono le fasce in massello, il manico in cinque strati e il trattamento ARE (Acoustic Resonance Enhancement) sul legno, un sistema che sottopone il legno a delle vibrazioni intensive per simulare anni di vibrazioni sonore, accelerando dunque il processo di maturazione. Per il resto, si tratta di differenze estetiche, quindi fate voi.
Allego un assaggio della chitarra in questione trovato online, amplificata e con una punta di riverbero.


PRO: suono amplificato, qualità costruttiva, rapporto qualità - prezzo.
CONTRO: suono acustico non eccelso, accordatore.

Country of Origin: China
Available Finish: Natural, black, brown sunburst and tobacco brown sunburst
Back Material: Rosewood laminate
Body Style: Non-cutaway electro-acoustic dreadnought, with non-scalloped 90-degree 'X' bracing
Fingerboard Material: Bound Ebony
Machine Heads Material: Gold-plated die-cast
Max Rim Depth: 130
Neck Material: Three-ply mahogany/ rosewood/mahogany laminate split
No. of Frets: 20
Nut Material: Synthetic
Scale Length (Inches): 25.6
Scale Length (mm): 650
Sides Material: Rosewood laminate
Top Material: Solid Engelmann spruce, with cream edge binding
Weight (kg): 2.3
Weight (lb): 5
Width at Nut (mm): 44
Pickup: ART System 57CB with pre-wired endpin jack, built-in chromatic tuner and shoulder mounted quick release battery compartment

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