Per le riprese ho usato una miscela tra il suono diretto nel preamp valvolare dell'Ampeg (svpcl) e una ripresa microfonica della testata Ampeg Svt Av con le casse Dragoon Massive. Le registrazioni sono state fatte in parte nel mio home studio e in parte in quello di Giacomo.
Ci daresti qualche dritta per aiutarci a fare uscire il suono di basso anche quando i chitarristi tra drop D, 7 e 8 corde si spingono su registri che sarebbero i tuoi?Si tratta di perdere un po' di tempo tra equalizzazioni e modo di suonare. Il suono del basso reagisce in maniera totalmente diversa a seconda di quanto spingi le corde, di quale tecnica usi, di quale plettro usi e addirittura di quale corda usi. Quello che ho fatto, è stato cercare di fare uscire il mio suono suonando in maniera diversa parti diverse. In alcune parti ho spinto molto sulle corde, quasi a farle "sferragliare" così da uscire nonostante le parti doppiate di chitarra, in altre ho usato più delicatezza nel tocco per avere magari più basse, visto che gli arrangiamenti me lo permettavano. In altre ancora mi sono servito del tapping per far uscire l'attacco tipico di quella tecnica.
E poi, un buon fonico aiuta moltissimo nel gran finale (il mix e il mastering) per permettere di far sentire tutte queste sfaccettature. Per questo devo ringraziare la pazienza di Giacomo al mix e Tommy Bianchi al mastering.
, ti descrivevi come un bassista molto legato al crossover, genere che ti permette di esprimere tutte le tue influenze dove sicuramente hanno un ruolo prevalente quelle degli anni '90. Nei Racer Café infatti sembri perfettamente a tuo agio: scorrazzi tra metal estremo, alternative, progressive e addirittura direi quasi funk/reggae in certi portamenti ...Beh appena sentito "Sagatava" ho chiamato Gianni e gli ho chiesto: posso fare degli accenni di reggae sulle strofe? Gianni mi ha risposto: figata! Fai tutto quello che vuoi!
Ovviamente dopo aver visto uno spirito collaborativo così alto e pieno di fiducia ho cercato di dare il 100% di creatività dove non ci fossero già degli obbligati da seguire e con continui confronti con Gianni e Giacomo per le parti definitive. E' decisamente venuto fuori un disco con delle parti di basso molto eclettiche.
Come hai lavorato con Gianni e Giacomo per coordinarti su parti, arrangiamenti e suoni?Come già accennato nelle altre domande, è stato un continuo confronto su qualsiasi parte. Cartelle dropbox aperte, chat continue, telefonate notturne... Tutte le parti, arrangiamenti e suoni dovevano convincere sempre tutti.
Un'esperienza del genere, oltre a essere stupenda da un punto di vista emotivo, è anche molto utile e stimolante per migliorare come musicista. Devo dire che si è creata una vera e propria band da subito e questo ha creato un clima perfetto per registrare il disco.
E’ persino troppo facile chiedere a un bassista chi sono i suoi riferimenti in ambito fusion, jazz, funk. Invece si fa più fatica a individuare dei grandi bassisti in un ambito più rock duro. Chi sono invece per te i riferimenti bassistici in questo genere?
Ce ne sono talmente tanti! Te ne accenno qualcuno: Tony Levin, John Paul Jones, Les Claypol, Mike Dirnt, Sting, Lemmy, Krist Novoselic, John Entwistle, Jeff Ament, SImon Gallup, Jack Bruce, Flea, Duff Mckagan, Jason Newsted, Adam Clayton, Cliff Williams, Darryl Jones, Doug Wimbish, Chris Squire, Paul Mccartney, Geddy Lee, Billy Sheehan, Geezer Butler, Stuart Hamm, Dave LaRue, John Deacon, Roger Glover, Bill Gould, Rex Brown, Tom Hamilton, Michael Anthony... devo continuare?
Nelle prime presentazioni e recensioni che si leggono del progetto Racer Café, si attribuisce gran parte dell’originalità di questo progetto alla sezione ritmica: tu ed Erik Tulissio; accompagnate due metallari ma senza suonare mai come una vera e propria sezione ritmica metal. Sono molto lusingato di questa affermazione e devo dare una gran parte del merito proprio a Erik! Le batterie sono originalissime, il modo in cui Erik ha approcciato i pezzi mi ha fatto subito capire che è un musicista a 360° e tutto quello che ho fatto è stato assecondare il suo spirito eclettico cercando di creare una ritmica solida, ma mai scontata.
Raccontaci il portamento, il passaggio, l’arrangiamento o il semplice dettaglio che ti hanno impegnato di più, di cui sei più orgoglioso e che vuoi evidenziare.
La pura verità? Sono orgoglioso di tutte le parti del disco, dall'inizio alla fine. Tutti i passaggi mi hanno impegnato moltissimo perché ci ho messo tutto me stesso nel modo di suonare. No fakes, 100% real.
E invece il tuo assolo preferito di Giacomo e quello di Gianni?Senza dubbio il capolavoro che hanno creato sul finale di "The Core"! Prima parte Giacomo con un solo incrediblie da quanto è melodico, ma molto Rock al tempo stesso e poi arriva Gianni e sembra che siano arrivati gli alieni a completare l'opera!
E' veramente una favola quando ti trovi a creare una band con i tuoi musicisti preferiti! \m/