di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 01 luglio 2014 ore 08:00
Quando in redazione arrivano tre Les Paul nuove di pacca il confronto scatta automatico. Nello specifico abbiamo avuto tra le mani una Standard, una Peace e una Signature. Tre chitarre con profonde differenze non solo estetiche, tutte da scoprire e che le mani di Quaini hanno evidenziato alla grande.
Quando in redazione arrivano tre Les Paul nuove di pacca il confronto scatta automatico. Nello specifico abbiamo avuto tra le mani una Standard, una Peace e una Signature. Tre chitarre con profonde differenze non solo estetiche, tutte da scoprire e che le mani di Quaini hanno evidenziato alla grande.
Tre chitarre con la stessa storia alle spalle, una costruzione simile, ma con differenze strutturali ed estetiche tali da renderle tre chitarre davvero diverse l’una dall’altra. In attesa di recensirle una per una, tranne la Standard che abbiamo già testato, abbiamo pensato di fare un piccolo montaggio video che metta in evidenza queste peculiarità, il tutto corredato da una gallery.
Les Paul Signature 2014
Proseguono le celebrazioni oltre che per il 120esimo anniversario anche per l’indimenticato Lester. Il 2014 vede la comparsa di un altro modello signature, una Les Paul come l’avrebbe voluta lui, o almeno così si crede. La firma, fatta come fosse un vero autografo sul battipenna è carina, sperando resista alle pennate. Per quanto riguarda la dotazione tecnica il body è alleggerito con il Traditional Weight Relief. Il manico è un 50’s così come gli humbucker rigorosamente senza mascherina cromata, due ’57 classic per l’esattezza. Per dare una botta di volume in più, al posto di una delle due manopole del tono troviamo un boost da 15dB. Con i suoi 2280 dollari di listino, è anche la più economica del lotto.
Les Paul Peace 2014
Se avete i capelli lunghi, amate le camice colorate e i fasti psichedelici degli anni ’60, allora amerete senz’altro anche la Peace. Una Les Pual per così dire ardita. Se i materiali sono i classici mogano e palissandro, l’estetica presenta alcuni dettagli davvero interessanti. Sopra al bel top in acero fiammato fanno bella mostra di sé i knobs con simbolo della pace d’ordinanza, richiamato anche dalle viti del tune o matic. Il nome è riportato anche sullo stop tail, che fa il paio con il selettore con levetta rosa. La dotazione rispetto alla signature varia nell’elettronica. Qui troviamo due ’61 coperti. Il body ha sempre il traditional weight relief, ma il manico è uno slim.
Les Paul Standard 2014
Di lei abbiamo già parlato approfonditamente, ma riassumiamo lo stesso la dotazione tecnica, decisamente in controtendenza rispetto alle altre due LP oggetto della prova. Le camere tonali nascoste dallo spesso blocco di acero fiammato sono in questo caso delle modern weight relief. Queste rendono la Standard la più leggera del lotto. Se a questo aggiungiamo il manico sottile e la tastiera scorrevole va da sé che la LP Standard 2014 sia quella più proiettata nel presente. Da precisare che il manico non è un 60’s standard, ma nella versione asimmetrica. Gli humbucker scelti per quest’anno sono due Burstbuckers plus con coil tap, cambio di fase e pure bypass, un push pull che permette, una volta tirata la manopola, di sparare fuori dal jack di uscita il solo PU al ponte senza passare attraverso toni e selettore.
A dire il vero questo confronto non è nato per esprimere dei veri giudizi, più che altro è animato dalla voglia di scovare quanto possano essere differenti tre chitarre all’apparenza identiche. Le tre Les Paul oggetto della prova, oltre a essersi dimostrate di ottima qualità (e meno male!) sono tre chitarre con il proprio carattere. La Signature, è quella più friendly, accoglie con il manicone e il peso considerevole, ma risulta morbida e comoda da suonare. La Standard è quella più da corsa, Michele cita PRS, il paragone non è solo estetico. Tra manico asimmetrico e colorazione per alcuni aspetti sembra di avere in mano una Tremonti. La Peace, forse già solo per l’estetica un po’ da digerire, è quella che ci ha meno entusiasmati. Probabilmente il suono 60’s non fa per noi, molto più bello quello ciccio e grosso della Signature. Non vogliamo però proseguire oltre per non influenzare i vostri pareri e vi lasciamo al video confronto.