"Il vintage non è una moda, il vintage è uno stile di vita. Sono sempre di più gli appassionati di quegli oggetti e indumenti considerati retrò che, per fregiarsi del nome vintage al momento del riacquisto, devono risalire ad almeno vent’anni prima. Il vintage si distingue dall’usato per le caratteristiche di irriproducibilità – oggettistica, complementi d’arredo come dischi, lampade, chitarre che racchiudono nella loro fattura tutta la suggestione di un’epoca".
Sono le parole che compaiono sul , un luogo di passione, mascelle penzolanti e - inutile negarlo - invidia. Alberto è uno dei frequentatori e sostenitori della prima ora di SHG, a cui non ha mai fatto mancare una rassegna di strumenti da sogno prelevati dalla sua collezione ed esposti per la gioia dei visitatori.
Il vintage come stile di vita. Alberto è affezionato al tempo in cui, ragazzo, vedeva tante cose belle e non se le poteva comperare. Così se l'è comprate da adulto, le chitarre, ma anche le biciclette, i dischi e tanti altri meravigliosi oggetti degli anni '50 e '60 che "oggi così non li fanno più". La sua è una collezione costruita col tempo, con la passione e con una totale dedizione alla qualità. In grande confidenza con i grandi dealer americani, fa parte del ristretto giro di persone per le quali il compianto Roberto Pistolesi aveva stima (diceva di lui, col suo inimitabile accento toscano: "sembra rustico, ma gli è propio un brav'omo"). In effetti gran parte delle sue chitarre sono passate per le mani dello scomparso maestro di Santa Croce sull'Arno per una messa a punto che le mettesse in condizioni di suonare.
Curioso questo aspetto. Come sa bene chi lo conosce, Alberto Venturini non sa suonare la chitarra, verrebbe da pensare a un accumulo di soprammobili o magari a un modo per differenziare l'investimento. Niente di tutto questo: Venturini ama a tal punto i suoi strumenti che volentieri li mette a disposizione dei musicisti anche i pezzi più pregiati della sua collezione per esibizioni e gig. Così può capitare di sentir suonare dal vivo la sua Stratocaster del 1955 (in assoluto una delle Stratocaster con la voce più bella nella storia), una delle Gretsch 6120 degli anni '50, una Gibson Les Paul del 1953 o un rarissimo basso Hofner Cavern in cui si mescola l'amore per lo strumento a quello per i Beatles. Chitarre da sogno, ma sempre strumenti musicali vivi, che non restano appesi o chiusi nelle custodie, ma escono nel mondo, per la gioia degli occhi e vibrano per la goduria delle orecchie. A sarà esposta - come sempre - una selezione della collezione di Alberto Venturini. Cosa non lo sappiamo, Alberto non lo dice mai, decide all'ultimo momento cosa ha voglia di portare. Ma sappiamo che come sempre saranno strumenti che molti dei visitatori non hanno mai visto se non sui siti di "guitarporn" americani. Invece il 15 novembre a Milano saranno lì, in prima fila, da annusare e suonare, come fossero copie messicane, invece sono originali con oltre mezzo secolo di buone vibrazioni sulle spalle e valori da capogiro. |