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Washburn Parallaxe prende peso suona meglio
Washburn Parallaxe prende peso suona meglio
di [user #16167] - pubblicato il

Una chitarra da shred travestita da blues la PXL200FHB. Un corpo più spesso rispetto la versione precedente, con top in acero fiammato e una colorazione sunburst fanno il paio con 24 tasti super jumbo e una tastiera da corsa.
La prima PXL passata in redazione era uno splendido esemplare di single cut nera come la notte, dall’aspetto aggressivo. Oggi invece tra le mani ci troviamo una chitarra dall’aspetto ricercato, a tratti più vintage, ma con lo spirito di un’ascia da guerra. L’abito non fa il monaco e nonostante un top fiammato e un sunburst la Parallaxe resta una chitarra moderna e metallara. 

Il body in mogano, scavato nei punti giusti per garantire il massimo confort, è realizzato in mogano. Con l’aggiunta del top in acero fiammato diventa ben più alto di quello del modello precedente, con un leggero aumento di peso generale dello strumento. 

Il manico a 24 tasti è realizzato sempre in mogano ma con tastiera in ebano. Su questa sono applicati i bei segnatasti rettangolari in madreperla, interrotti dall’aquila simbolo della serie Parallaxe al dodicesimo. 

L’elettronica scelta per la 200FHB è marcata Seymour Duncan. In particolare tra le fiammature dell’acero troviamo un HB101N al manico e un HB103B al ponte. Entrambi sono in colorazione zebra, una scelta a nostro avviso azzeccatissima con l’honey burst del corpo. 
 
Washburn Parallaxe prende peso suona meglio

Il controllo sul sound è garantito dai tre potenziometri con manopole in metallo cromato con cui si possono gestire il volume dei due pick up separatamente il tono generale. Le meccaniche Grover con ratio di 18:1 assieme al capotasto in grafite completano la scheda tecnica della Washburn PXL200FHB che ha tutte le carte in regola per essere una top di gamma. 

Da suonare è davvero comoda. Nonostante il lieve aumento di peso resta bilanciata e tutto sommato leggera per essere una single cut. I vari relief del body fanno si che calzi come un guanto. Il manico è sottile, con un profilo a C assottigliato al massimo. Unito alla tastiera piatta con tasti super jumbo è una vera freeway. Si arriva con semplicità fino all’ultimo tasto senza far fatica e anche dopo un bel po’ di tempo passato in compagnia della PXL non ci siamo per niente stancati.

I Seymour Duncan sono dei pick up che ci hanno davvero sorpreso. Mettono subito in chiaro di avere una vocazione metallara, spingendo subito il già precario clean della Plexi verso un crunch più leggero al manico e bello cattivo al ponte. Ci viene incontro la manopola del tono che splitta gli humbucker e ci riporta verso sonorità più pulite con cui non si fatica a trovare il timbro giusto anche per qualche ritmica funk.

L’aspetto classico, però, non riesce a nascondere la sua anima cazzuta e ce ne accorgiamo quando accendiamo l’overdrive. Al manico il sound è carico di basse e pieno, anche se ancora non abbiamo ripremuto la manopola del tono. Quando lo facciamo la situazione si fa ancora più interessante. L’aumento di volume è consistente così come la spinta sulle basse dell’SD al manico. Più sguaiato e aggressivo l’humbucker al manico riesce a spingere l’overdrive verso una sana distorsione, ma non ci basta e alziamo la manopola del gain per spingerci verso territori ben più hard. Ci dà molte soddisfazioni, perché con un sustain lungo a non finire e un output bello potente riesce a rendere anche quello che era un crunch spinto una distorsione vera e propria.
 

La PXL200FHB è una chitarra che ci ha lasciato un ottimo ricordo. Così come l’aspetto estetico combina forme moderne con un look classico, anche il sound ha due facce. La Washburn è una chitarra da shred, ma che sa dare del suo meglio anche in territori ben lontane dal mondo delle mille note al secondo. Il prezzo suggerito per il pubblico è di 979€ IVA inclusa. 

Washburn è un marchio distribuito da Master Music
chitarre elettriche parallaxe pxl200fhb washburn
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Washburn è un marchio distribuito da Master Music
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di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 19/03/2016 ore 08:35:45
Chitarra intelligente, bella e dal prezzo onesto.
Rispondi
di Oblio utente non più registrato
commento del 19/03/2016 ore 08:43:28
Personalmente ,dal punto di vista sonoro ,ho sempre amato le Washburn . Unica pecca trovo i modelli troppo somiglianti ad altre marche , eppure una casa che si puo' dire pioniera della produzione in serie (almeno in ambito acustico) avrebbe potuto permettersi,fatta eccezione N4 e PS 1800(come la "cracked mirror" per intenderci quella con il top in vetro), imporre sul mercato le proprie linee.
Questa chitarra non fa' eccezione ( e' figlia di papa' PRS e mamma LP) pero' sono strumenti paricolarmente curati per tirare il meglio fuori fino all'ultimo quid(particolamente studiati i wiring) e hanno sempre offerto un' ottimo compromesso prezzo/qualita'!!( forse per questo un po' snobbate)
In buona sostanza questa chitarra , ( la mia prima elettrica e' una washburn)la comprerei a occhi chiusi ..anzi sgranati da quanto e' bella e sono sicuro che non mi tradirebbe mai sul sound sempre aperto e sfacciato( e questa dice chiaramente a tutte le altre "Fate spazio per piacere.....!!!!"")!!
PS: I want to be Burats!! ;))
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di Claes [user #29011]
commento del 19/03/2016 ore 17:37:40
Mai avrei creduto di acquistare una Washburn... Ho però adesso una Jennifer Batten veramente "bona"!
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di Oblio utente non più registrato
commento del 19/03/2016 ore 17:53:55
Sono rari i "delusi" dalle Washburn .
Rispondi
di rockit [user #11557]
commento del 19/03/2016 ore 10:16:10
Qualcuno ha detto Hamer, per caso? :D
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di Oblio utente non più registrato
commento del 19/03/2016 ore 16:26:3
Shhhhhhh!!!! E lo dici cosi'? Vuoi svegliare per caso il fantasma???XD
vai al link
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di Claes [user #29011]
commento del 19/03/2016 ore 17:34:12
Se trovate una Steve Stevens è da comprare.
Rispondi
di matteo1982 [user #33974]
commento del 19/03/2016 ore 14:13:14
Ma perché nelle recensioni non c'è mai scritto dove sono prodotti gli strumenti?
Rispondi
di Oblio utente non più registrato
commento del 19/03/2016 ore 16:06:04
Buffalo Groove..... Chicago...... Illinois .......U.S.A!!
Rispondi
di dfatwork utente non più registrato
commento del 19/03/2016 ore 15:24:07
Non credo che la provenienza da qualunque dei 5 Continenti possa essere una discriminante a proposito della qualità
Rispondi
di matteo1982 [user #33974]
commento del 19/03/2016 ore 18:47:22
La provenienza è sempre stata una discriminante qualitativa, fin da quando nei primi anni 80 iniziarono le delocalizzazione produttive. Ed è presto dimostrato: ad esempio, Fender (azienda americana) offre chitarre con diversi livelli di prezzo/prestazioni e se si va ad approfondire si vede chiaramente che il listino offre strumenti provenienti, in ordine qualitativo da:
- USA
- mexico
- indonesia
- cina

Ibanez (azienda giapponese) fa lo stesso: Japan, Indonesia, Cina, sempre con conseguenti differenze performative.

Per quanto mi riguarda, chiedere la provenienza di uno strumento è un dato utilissimo per capire il suo posizionamento qualitativo e il relativo rapporto q/p all'interno dell'offerta di una azienda. Oltretutto (mio personale parere) le chitarre orientali, ad eccezione delle Japan, mi restituiscono tutte lo stesso feeling un po' plasticoso.

Ciò non significa che uno strumento Made in Indonesia suoni sempre male o necessariamente peggio di una Japan, ho provato squier Classic vibe che non mi facevano affatto desiderare la Fender american vintage che avevo di fianco. Chiaramente queste valutazioni valgono per il mercato di OGGI e non si può generalizzare, ci sono anche chitarre USA che fanno letteralmente schifo: non sono mai riuscito ad approcciarmi alle Gibson sg special faded, ad esempio.

Spero di esser stato esauriente, non è detto che tutti debbano condividere.
Rispondi
di dfatwork utente non più registrato
commento del 19/03/2016 ore 19:06:45
Partendo dal fondo del tuo discorso: assolutamente, è proprio il senso che esprimi tu che io volevo raggiungere con la mia provocazione. In effetti si leggono troppi interventi superficiali che relegano le produzioni nei paesi "meno sviluppati" a livelli qualitativi di legna da ardere. Lo strumento in questione è molto bello e sembra suonare altrettanto bene.

La descrizione che hai voluto ricordarmi dovrebbe far capire a parecchi che magari 25 anni fa compravi uno strumento insuonabile che ora uscito dallo stesso stabilimento puoi trovare a metà prezzo ma sicuramente migliore.

Non volevo essere sterilmente polemico, se così lo hai inteso ti chiedo scusa e la prossima volta farò piu attenzione ; -))))
Rispondi
di matteo1982 [user #33974]
commento del 19/03/2016 ore 19:12:10
Assolutamente d'accordo: strumenti economici di 30 anni fa erano davvero delle porcherie rispetto a strumenti economici di oggi. Una chitarra da 400 euro acquistata nel 2016 SUONA.
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di stratomane [user #19654]
commento del 19/03/2016 ore 22:09:45
Concordo in pieno
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di 7cordista utente non più registrato
commento del 21/03/2016 ore 15:33:35
Occhio solo ad una cosa. Perché un prodotto sia made USA, basta pochissimo. Per una chitarra, basta montare i PU e fare le saldature, affinché la chitarra possa essere marchiata made in USA. Alla fine, per quanto riguarda la mera costruzione, una Fender (o una Gibson/Epiphone) sono fabbricate nelle varie fabbriche orientali (che poi sono poche, e producono per tutti i marchi disponibili) e poi "rifinite" negli USA.
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di matteo1982 [user #33974]
commento del 21/03/2016 ore 15:37:51
Sarà come dici, ma a me non risulta.
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di SysOper [user #10963]
commento del 21/03/2016 ore 19:14:3
Una chitarra presentata semplicemente come "made in USA" deve effettivamente essere stata costruita negli Stati Uniti.
Se ci si limita a "montare i PU e fare le saldature", la chitarra potrà/dovrà riportare un'indicazione del tipo "final assembly, wiring, and setup in USA". A meno del caso di pubblicità ingannevoli se non di vere e proprie truffe, che però non penso abbiano mai riguardato marchi come Fender e Gibson.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 19/03/2016 ore 17:28:06
Onesta e sincera. Bella chitarra, sembra molto ben fatta, la produzione indonesiana sembra essere migliorata molto di recente, penso non solo a questa ma anche alle Ibanez Premium. Decisamente una bella opzione entry level, senza sacrificare la qualità.
Rispondi
di Oblio utente non più registrato
commento del 19/03/2016 ore 17:34:13
In Indonesia adesso?? Stupenda a prescindere!!
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 19/03/2016 ore 17:40:59
Eh si, ormai in quelle fasce di prezzo di solito neanche le coreane trovi più. Pero' per una chitarra con quelle rifiniture e Buzz Feiten di serie, non male. Dai un'occhiata qui vai al link
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di Oblio utente non più registrato
commento del 19/03/2016 ore 17:49:15
Questa sgnacchera mi sta decisamente acchiappando!!:) anche le rate :D....grazie del link !!;)
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 19/03/2016 ore 18:08:04
Buzz Feiten di serie: aiuta l'intonazione delle corde suonando accordi un pò dappertutto sulla tastiera.
Rispondi
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