di redazione [user #116] - pubblicato il 16 maggio 2017 ore 07:30
Abbiamo messo nelle mani del nostro Paolo Antoniazzi una dreadnought con spalla mancante realizzata con cura e materiali di qualità. La P1DC, con il suo top in cedro e un’elettronica completa mette sul tavolo una scheda tecnica di tutto rispetto.
La Takamine arrivata in redazione è uno strumento di fascia medio alta. È una dreadnought a spalla mancante, con un body in sapele e top in cedro. Alla cassa di dimensioni generose è incollato il manico in mogano a 20 tasti con attacco al 14 esimo.
La tastiera in palissandro ha i bordi levigatissimi, cosa che va di pari passo con un manico sottile e comodo, un toccasana per chi ama le corde spesse. La comodità è garantita anche dalla action bassa, merito di un ottimo setup già di fabbrica.
Sulla spalla superiore trova posto il sistema di amplificazione. Nello specifico abbiamo a che fare con CT4B II Preamp System, semplice ed efficace. Accanto agli slider per controllare alti medi bassi e volume trova posto un accordatore abbastanza preciso.
La dreadnought di Takamine è abbastanza pesante, si fa sentire quando la si poggia sulla gambia ma è bilanciata e non affatica, merito anche delle geometrie del manico che fanno suonare senza spendere troppe energie.
Con un plettro medium cominciamo a strummure accordi in prima posizione. Si capisce subito che è la cosa che le riesce meglio. Le basse decise e il buon volume sviluppati dalla cassa non lasciano dubbi. La scelta del cedro per il top poi le dona attacco e una certa morbidezza che sono fondamentali quando si ricercano suoni brillanti ma allo stesso tempo caldi.
Altre due caratteristiche che emergono subito già dalle prime pennate sono il sustain, al quale competono sempre le dimensioni generose del body che si fanno sentire sotto il braccio destro.
Quando si abbandona il plettro, però, la P1 sa regalare tante altre soddisfazioni. La morbidezza aumenta quando si usano i polpastrelli e i cantini frizzanti vengono un po’ smorzati. Il suono che ne risulta, però, non è certo cupo, anzi resta comunque equilibrato, soprattutto quando con perizia si miscelano accompagnamento e melodia gestendo il tocco delle dita.
Quando si collega il jack la situazione non peggiora affatto, anzi. Il sistema CT4B sa il fatto suo. Con un sound leggermente meno ricco di armoniche, riesce comunque a riprodurre con fedeltà la voce che sentivamo unplugged anche senza intervenire selvaggiamente sull’equalizzazione sia on board che dal mixer o dall’amplificatore.
Con un prezzo che si attesta intorno ai 1400 euro, custodia rigida inclusa, la P1DC non è certo da considerarsi una entry level. Il sound che scaturisce tanto dalla buca quanto dall’uscita jack, però, è di livello e vale ogni centesimo speso. È una chitarra pronta a essere portata sul palco, dove riesce a regalare ottime soddisfazioni sia dal punto di vista della timbrica che da quello del feeling.