E' un destino...
forse è di tutti... ma oggi me lo sento appiccicato addosso come una maledizione..
Nato nel '75, ho vissuto di sogni e cicliche delusioni..
Tre parole sapevo dire da bambino "Mamma, Papà, Berlinguer..(giuro!)" il suo esemplare sogno di politica me lo strapparano in fretta..
Il primo sogno di rivoluzioni ed epiche sconfitte del capitalismo me lo fecero crollare velocemente con due veloci colpetti da muratore e dietro al muro trovai solo tragedie.
Mi sentii un verme a fare il comunista con il culo al caldo..
Presi a pedalare, la bicicletta come simbolo di fatica e lotta: per arrivare primi solo la forza e il bisogno dell'ultima pedalata. si parte tutti dallo stesso punto.. solo gli dei riusciranno a volare...
Le ali degli dei vennero spezzate da solerti laboratori di analisi e i più fragili si spezzarono tutto il resto..alcuni (born in the U.S.A.) con facce di cemento fingevano di essere ancora i migliori...
Mi sentii un verme a piangere di commozione per imprese che i puliti non potevano raggiungere...
Tornai al vecchio sogno italico della palla rotonda, forte di giovanili ricordi di signore eleganti che regalavano meravigliosi gol e intelligenti parole..ma morirono presto i pascoli di agnelli e furono cacciati gli intelligenti
Arrivarono i furbi, vidi anni fa nella mia aristocratica Torino un moggi qualunque a cena con troione e uomini d'affare..feci finta di nulla..e (giuro!) ho sempre pensato che il gol all'ultimo minuto fosse meritato e giusto.
Bastarono due telefonini e due solerti toghe (e adesso con sto casino di che colore sono?) a far fare ciao ciao ad un altra, fortunatamente piccola, perchè ormai ho capito come gira, passione...
Mi sento un verme ad aver fanculeggiato onesti tifosi avversari che non hanno dirigenti mafiosi...
e adesso?
Adesso abbraccio come un mitra la mia chitarra
pronto ad uccidere di note chi oserà toccare la mia musica