Denis Buratto: In un periodo come questo in cui l'attività musicale è purtroppo ridotta all’osso, avete pubblicato un CD addirittura LIVE. È una scelta coraggiosa, non credete?
Maurizio Colonna: È una scelta, quella di pubblicare un live discografico, che privilegia la dimensione del compositore, pur senza sottovalutare quella del concertista: in questo live noi interpretiamo la nostra musica. Durante i conflitti mondiali del Novecento si è continuato a scrivere, a dipingere, a comporre, e oggi possiamo godere delle tante opere prodotte in anni difficili. Chi vive la dimensione creativa come prioritaria trova più facilmente una via che in qualche modo può essere una risposta alle problematiche. Scopre forse, ancora meglio, il significato di valori essenziali che vanno oltre l’apparenza e l’abitudine.
Luciana Bigazzi: Il periodo critico che il mondo sta vivendo invita a fare luce su tante scelte personali e induce a delineare nuove ipotesi progettuali. Per un musicista la musica è vita, quindi è molto legata agli stati d’animo. La volontà di proseguire il proprio viaggio professionale, in questi momenti rischia di andare in crisi, però le menti creative di solito cercano di procedere comunque, inseguono il “nuovo”, si dirigono verso scenari alternativi. Le professioni legate al live oggi sono bloccate o ridotte alla realizzazione di eventi con una quasi totale assenza di pubblico in presenza: tutto ciò è molto triste, ma può anche essere letto in altri modi. È in azione un mutamento globale, di cui tutti stiamo prendendo atto. Il nostro “Live in Oslo” è stato registrato nel maggio del 2018, quindi prima della pandemia e la lavorazione dell’album è iniziata quasi subito, parallelamente alla realizzazione di altri nostri progetti. La scelta di pubblicare adesso il CD live è per noi un atto dovuto nei confronti del pubblico, che non va abbandonato, che ha bisogno di ascoltare musica nuova, oggi più di ieri: tutto questo non richiede coraggio, ma solo desiderio di condivisione. La musica è come la natura, va lasciata libera di vivere i suoi cicli: quella del nostro presente va condivisa oggi.
DB: Un CD di una registrazione dedicata alla Norvegia e al mondo della natura. Come avete scelto il repertorio per quel concerto?
LB: Sapevamo di dover andare a suonare in Norvegia e abbiamo pensato alla proposta di un repertorio che rappresentasse i nostri mondi compositivi e che, al tempo stesso, rendesse omaggio a quella splendida terra. Mi sono messa più volte a improvvisare al pianoforte per ideare qualcosa di nuovo, che si ispirasse al Nord Europa, e ho scritto i quattro brani norvegesi del CD: "Sognefjord", "Bryggen" (un omaggio a Edvard Hagerup Grieg) e "Norway", per pianoforte, inoltre "Northen Lights", sempre pianistico, che per l’occasione è stato colorato da un’originale improvvisazione chitarristica. Gli spartiti di questi brani saranno pubblicati dalle Edizioni Curci.
MC: Il repertorio solistico che ho scelto, fatta eccezione per "Dance", terzo movimento di “Moments live in my memory” (Ed. Bèrben), è legato alle mie composizioni più recenti, pubblicate dalle Edizioni Curci. Alcuni Studi sono tratti dai due volumi di “Pop Studies for Guitar”, che hanno un taglio didattico-concertistico e che ho presentato, in questi ultimi quattro anni, in tante realtà accademiche. Il pubblico norvegese li ha accolti in modo affettuoso. Nei brani di Luciana, "Northern Lights" e "Tundra" (Omaggio a Sergio Albano), sono intervenuto improvvisando con la chitarra sulla tessitura pianistica: mi sono divertito molto.
DB: Un live è molto diverso da una registrazione in studio, ci sono molte variabili. Avevate già intenzione di trasformarlo in CD nel 2018 o è stata una scelta a posteriori?
LB: Il CD non è nato casualmente. Abbiamo infatti progettato un programma da concerto finalizzato ad una registrazione. Questo tipo di esperienza non è nuova per noi: ci piace registrare alcuni dei nostri eventi live. Il pubblico non è solo quello delle sale da concerto, degli stadi, dei parchi, degli studi radiofonici e televisivi, ma è anche quello che ascolta musica dall’ufficio, da casa, quando è in viaggio, ecc… Da anni, con la tecnologia si può andare oltre il concetto di “location stanziale”, riservata a un numero limitato di partecipanti. Ecco perché è stato registrato l’evento ed è stato prodotto un nuovo CD Live: per estendere ad un pubblico più ampio le emozioni di quel concerto, oltre le pareti della sala norvegese ospitante.
MC: Come già detto da Luciana, il concerto è stato pensato sin dall’inizio come un momento musicale da trasferire in un live discografico. Siamo partiti per la Norvegia con Marcello Sanfilippo, il tecnico del suono che segue da anni la nostra attività discografica e che ha curato la registrazione dell’evento a Oslo, utilizzando la sua apparecchiatura tecnologica dalla quale non si separa mai. In Italia, poi, Marcello ci ha assistiti nella produzione in studio.
DB: Come avete lavorato in post produzione? Il prodotto di partenza immagino fosse già di altissimo livello.
MC: Grazie Denis per la tua considerazione. Siamo partiti bene, con una registrazione del concerto che ci ha soddisfatti. Il lavoro in studio è stato piacevole e stimolante, sia per quanto concerne la cura del “suono” che per l’impostazione del programma, che abbiamo deciso di variare nella successione di alcuni brani, rispetto al programma del concerto. Abbiamo cercato di lavorare nel rispetto della verità musicale.
LB: Concordo con quanto ha appena affermato Maurizio. Un “live” deve raccontare molto di quanto è accaduto durante un evento. Ovviamente al pubblico che ascolta un CD è bello dare la possibilità di riascoltare più volte i brani, diversamente da chi è presente in un teatro; questa prerogativa obbliga la produzione ad intervenire su qualsiasi disturbo acustico che possa creare interferenza con la musica, anche se ciò dovesse causare l’eliminazione di uno o più brani o obbligasse a cambiare l’ordine delle esecuzioni.
DB: A proposito di questo, avete fatto quindi delle scelte diverse sia in termini di brani che di tracklist?
MC: Per la prima volta abbiamo scelto di ridurre la presenza degli applausi, rispetto ai precedenti CD “live”, che sono stati mantenuti solo in tre parti dell’album: alla fine delle esecuzioni pianistiche, alla fine delle esecuzioni chitarristiche e dopo i due pezzi conclusivi suonati in duo.
LB: Comprendendo anche i bis, il concerto era infatti durato di più, rispetto al total time “live” del CD. Qualche brano, che conserveremo nel nostro archivio, non è stato inserito a causa della presenza di fastidiosi rumori d’ambiente non eliminabili.
DB: Come avete programmato la promozione di un album in questo 2020 un po’ sgangherato dal punto di vista dei live? Quale sarà la vostra strategia?
MC: La promozione di un CD come Live in Oslo non è stagionale: è certo che l’impegno per presentare l’album, attraverso vari canali (stampa, social, video spot, ecc.), sarà attento. È nostra intenzione considerare il progetto in ambiti diversi, non solo musicali, in tempi decisamente più ampi.
LB: Le programmazioni in un periodo d’emergenza appaiono un po’ come illusioni… Tuttavia l’album è stato ideato per essere ascoltato in qualsiasi stagione e anno, seguendo la filosofia che ha caratterizzato da sempre le nostre produzioni discografiche.
DB: State già anche lavorando a qualcosa di nuovo?
MC: Ci sono più progetti in cantiere, nuove pubblicazioni discografiche, produzioni artistiche, album di spartiti… La dimensione creativa è sempre quella che emerge su tutto: continuare a scrivere per poi registrare i nuovi brani è una meravigliosa necessità che non vivo come lavoro ma come uno dei miei momenti migliori. C’è poi l’esigenza di incontrare gli studenti di musica per condividere con loro la voglia di non mollare, di scoprire insieme la possibilità di nuove dimensioni creative, magari andando oltre la lettura dello spartito musicale e intraprendendo anche la via dell’improvvisazione e dell’armonizzazione di un tema.
LB: Le mie giornate sono sempre immerse nella musica: suono, compongo, registro e mi piace produrre album di nuovi compositori. Un’attività che mi sta dando delle soddisfazioni è anche quella dell’insegnamento, che mi ha permesso di appurare che le potenzialità creative appartengono davvero a tutti: ai miei allievi chiedo anche di improvvisare e ideare nuovi brani, mi piace condurli nel magico mondo della creatività musicale. Un altro itinerario progettuale che mi sta molto a cuore è quello della ricerca legata ai benefìci che la musica strumentale ci può offrire per equilibrare il nostro benessere psico-fisico. Di recente ho collaborato con gli Ospedali Privati di Forlì, che hanno svolto un’interessante ricerca utilizzando alcune delle mie musiche (tratte dal CD “Flowers for Piano” - NCM/EGEAMUSIC) e osservando le reazioni, durante e dopo l’ascolto, di pazienti in stato di stress: le conclusioni a cui gli studiosi sono giunti sono state davvero molto incoraggianti. È infine in fase di preparazione il mio nuovo CD per pianoforte. Mi ritengo molto fortunata: ho incontrato la musica (o la musica ha incontrato me), sin da quando ero piccola, e il viaggio non si è mai interrotto. |