Un design originale e premiato per il basso elettrico
di lazydaniel [user #28418] - pubblicato il 07 gennaio 2021 ore 17:30
Navigando in internet mi sono imbattuto in un basso molto originale, il MEUM
Ho quindi fatto qualche ricerca e ho scoperto che è il frutto dell'inventiva di una designer bresciana, Laura Mimini.
Laura viene da Calcinato, in provincia di Brescia, la sua formazione è iniziata con l’istituto d’arte, ha poi seguito un percorso universitario in Design con laurea e master. Ha collaborato con diversi studi di progettazione e ha contribuito a progettare diversi prodotti che spaziano dagli oggetti di arredamento, prodotti per l’ufficio, collaborazioni in ambito musicale fino a diversi progetti per la produzione industriale specialmente nel campo dei piccoli elettrodomestici. Negli ultimi anni ha lavorato in Australia dove ha collaborato anche con Olympus guitars alla progettazione di una chitarra, la JL model.
Più di recente si è trasferita in Cina dove ha anche tenuto un ciclo di conferenze sul design rivolto alle piccole e medie imprese. Parallelamente al suo lavoro ha portato avanti la passione per il basso elettrico che ha suonato in alcune formazioni metal. MEUM è la sintesi di due passioni di Laura, la progettazione e il basso, nasce dal suo desiderio di creare uno strumento originale. Questo intento è stato premiato, tanto che nel 2020 questo basso ha vinto tre importanti riconoscimenti per il design: L’IF Design award, il Good design Award e il premio bronze di Creativepool per il product/industrial Design.
Laura non è comunque nuova ai premi, nel 2019 un altro progetto a cui ha collaborato ha vinto il prestigioso Red Dot Design Award.
Poiché anch’io sono molto appassionato del basso sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista della progettazione oltre che degli aspetti ergonomici ho contattato Laura e le ho chiesto di parlarmi più in dettaglio del suo strumento.
Il progetto MEUM si caratterizza per l'utilizzo di segmenti rettilinei attraverso uno sviluppo poligonale per realizzare un disegno comunque "a otto" e double cut. È sicuramente una scelta inusuale in un ambito che ha sempre prediletto le linee curve. Non a caso questo progetto ha ricevuto tre premi internazionali sul design per la reinterpretazione senz'altro originale dello strumento basso elettrico.
Bella analisi, precisa e molto verosimile, le linee che utilizzo come hai anticipato sono rettilinee ma "non troppo" aggiungerei. Quando si fa design di prodotto bisogna stare attenti a non irrigidire troppo il disegno, sicuramente non lo si può apprezzare da una fotografia ma tutte le linee e le superfici che ho utilizzato sono "tese" ma mai rette, questo serve a non rendere troppo rigido e poligonale lo strumento. Parlo per tutte le dimensioni anche il fronte e retro non sono perfettamente piani. Nella mia testa ero stanca delle linee morbide imposte dalle forme “tradizionali” ma sapevo anche di non poter stravolgere totalmente i canoni di bellezza e proporzione, per quello ho mantenuto la forma esterna vicina ad uno strumento standard, non volevo che questo basso si riconoscesse per tale solo dal manico, anche il corpo doveva mantenere l'affinità e la comodità classica. Quando ho capito che a livello di perimetro non potevo stravolgere la cosa, ho deciso di farlo sul suo spessore, ricavando un double layer fra la parte della spalla superiore e quella inferiore.
Quando hai ideato il progetto, hai pensato anche all'utilizzo di materiali compositi come la grafite o diversi dal legno? In generale cosa ti ha guidato nella scelta del legno?
Sono stata orientata sulla scelta del legno da subito. Da bassista facevo fatica a rinunciare al calore e alle vibrazioni del legno. Ho provato strumenti in altri materiali ma non mi hanno mai dato la stessa sensazione. L'aspetto tradizionale del legno doveva bilanciare il disegno moderno e originale. Lavorando nel campo automotive avevo preso in considerazione la fibra carbonio come materiale, ma solo per alcuni dettagli e con il solo fine di alleggerire il più possibile lo strumento non per tutto il corpo. La fibra di carbonio è molto particolare come materiale, colore e texture, di conseguenza troppo identitario. Poi però ho deciso di raggiungere l’obiettivo della leggerezza disegnando un corpo super slim e cercando di togliere materiale dove non necessario, senza rinunciare alla qualità di un legno pregiato per lo strumento. Scelgo il legno personalmente, in questo momento sono orientata al frassino per via del suono e della sua venatura che amo mettere in risalto, come risultato abbiamo ottenuto un primo prototipo dal peso totale di 2880gr, credo sia l'unico esistente così leggero considerati i materiali tradizionali e la mancanza di camere tonali.
Quando hai iniziato a progettare MEUM avevi in mente un basso a cui ti sei ispirata e che volevi "migliorare"?
Sinceramente, come ho detto anche in altre occasioni, l'idea di progettare un basso è nata in primis da una mia esigenza, ogni volta che mi recavo in un negozio di strumenti musicali o avevo intenzione di comprare un nuovo basso, non ero mai pienamente soddisfatta dell'aspetto estetico, e principalmente per questo motivo continuavo a rimandarne l'acquisto. Quindi, per rispondere alla tua domanda direi di no, l'unico riferimento che ho mantenuto è la forma dello strumento (quella che tu definisci a 8) ma non ho preso a riferimento nessun'altro strumento esistente proprio perché il mio obiettivo era creare qualcosa di diverso dagli standard classici visti e rivisti un sacco di volte.
Dal punto di vista dell'ergonomia c'erano degli aspetti che per te erano fondamentali?
Si, se possiamo definirlo aspetto ergonomico, come ho detto uno degli elementi decisivi doveva essere sicuramente la leggerezza, ho suonato per anni un basso in mogano che pesava un sacco. Durante i live e le prove dopo ore di utilizzo mi faceva male la clavicola al punto che mi è venuto un callo osseo sul lato sinistro dove si appoggia la tracolla. In primis ho quindi prestato particolare attenzione all'elemento comfort e leggerezza nel MEUM, alleggerendolo con smussi e il famoso doppio layer.
A tracolla funziona molto bene, a mio avviso non sembra neanche di indossarlo ed ha un buon bilanciamento. Il frassino che ho utilizzato è un legno non troppo pesante ma son certa che anche con un mogano non risulterebbe sbilanciato, anzi.
In generale il corpo seguendo la forma a 8 classica non ha avuto bisogno di particolari review ergonomiche, ho cercato di attenermi alle regole modernizzando il design
L'altro elemento è relativo alle manopole che ho disegnato a forma triangolare, nella prossima versione le troveremo anche anodizzate con colori custom, ho deciso di farle triangolari per riprendere un po’ le forme generali del progetto, ma comunque mantenendo la componente ergonomica di facile presa sui 3 lati. Bisogna provarle!
Tanto dell'ergonomia è sul manico, io personalmente amo i manici molto sottili e snelli (con il capotasto a 38 mm) che ti permettono facilmente di spostarti sulla tastiera e di essere impugnati bene verso il capotasto. Per il risultato finale ho preferito però fidarmi del mio liutaio Daniele Consolini e realizzare un manico più "standard" con il capotasto a 40mm.
Hai preso in considerazione un progetto headless?
Si, mi era stato suggerito anche da Daniele. Non ho però mai amato i bassi headless, ho sempre avuto l'impressione che fossero incompleti in un certo qual modo e ti confido che spesso ho anche pensato che li lascino cosi per non finire nella stesse forme di paletta standard considerato magari un corpo basso bizzarro o moderno, spesso gli headless non sono caratterizzati da forme del body classiche.
Disegnare la paletta è infatti una delle cose più complesse. L'ho studiata per parecchio tempo e nelle prime bozze risultava anche piuttosto sproporzionata rispetto al corpo, poi l'ho corretta. La paletta del Meum è molto speciale, unica. Non solo è una paletta "reverse", assai rara per un basso elettrico, ma è alleggerita come nel corpo da smussi e diverso colore nella parte superiore.
Quanto tempo è necessario dall'ordine per la consegna?
Anche qua mi fai una bella domanda. Essendo la produzione ancora molto artigianale, se ci venisse richiesto un solo pezzo alla volta dovremmo tenerci delle tempistiche che vanno dai 3 ai 6 mesi, per darti un range molto largo. Certo, una volta avviata la macchina e avendo magari già i pezzi fresati pronti in casa si può ottimizzare il tutto ma ad oggi, considera che il processo è ancora molto manuale. Il fresatore (mio cugino Marco) tratta il pezzo singolarmente e anche tutti i tagli di legno li acquistiamo per ogni singolo strumento. Poi vengono mandati da Daniele Consolini che rifinisce i manici, monta la tastiera e si occupa di tutti gli aspetti che precedono l’assemblaggio controllando scrupolosamente tutti i componenti in ogni singolo dettaglio. Body, manico e pick up cover, sono inviati alla verniciatura, poi tornano da Daniele che assembla lo strumento, installa l’elettronica ed esegue il settaggio e il collaudo finale. Il tutto andrebbe ottimizzato nell'ottica di una produzione semi artigianale. Ci stiamo lavorando, vediamo come va anche la domanda una volta che usciamo sul mercato con un costo e una vera offerta. Sarebbe bello avere una richiesta alta (per ammortizzare meglio i costi) ma ad oggi sarebbe già una bella soddisfazione poterne produrne anche solo qualche esemplare.
Sarà possibile personalizzare lo strumento con pickup standard, ad esempio tipo Music Man/P/J/Soapbar oppure con elettronica attiva?
Come avrai notato i pick up hanno una forma troppo originale per essere sostituiti con degli standard, cambiare la lavorazione del corpo per inserire dei pick up con forma diversa ne comprometterebbe il design. Non dico che sarà una cosa impossibile ovviamente, valuteremo la cosa, ma ci piacerebbe che Meum vedesse la sua forza non solo nel design ma anche nel suo suono unico.
L'elettronica attiva è già stata considerata e se Meum avrà mercato la implementeremo, per il momento sarà sempre un elettronica Consolini custom.
Da amante anche dei bassi attivi e con tante "manopole" Daniele ovviamente sta già pensando ad un elettronica attiva per il futuro, ma come dice lui: è “meno rischioso” fare un pick up con un equalizzatore integrato che presentare un pick up passivo che, se riesce bene, ha un suono puro e inequivocabile. Al momento abbiamo deciso di non snaturare il timbro dello strumento, un'elettronica attiva è certamente un accessorio in più, ma deve essere un modo per aggiustare un suono che manca. Non escludo in futuro un controllo dei toni attivo, ma deve essere sensato e disegnato per esaltare le caratteristiche dello strumento. Per usare una metafora gastronomica è meglio aver deciso bene prima il sapore che ha il nostro piatto. Se sei in cucina e fai un piatto discutibile, puoi decidere di correggerlo in qualche modo ed abbellirlo, ma se fai un piatto interessante non devi snaturarlo. Certo curando l'impiattamento si possono apportare dei miglioramenti ma non bisogna mortificare il concept iniziale".
Sempre in termini di personalizzazioni c'è davvero tanto da capire non appena potremo vedere cosa succede con le richieste: per esempio tantissima gente mi sta scrivendo per avere la versione 5 corde, anche questa cosa non la escludiamo, anche se ci sarà molto lavoro di design da fare a mio avviso.
Parlaci nel dettaglio delle scelte che hai fatto relativamente all'elettronica
Per l'elettronica mi sono affidata totalmente a Consolini, in un primo momento volevo un suono per me, quindi metal, aggressivo e allo stesso tempo "gonfio" (così lo descrivevo in modo ingenuo a Daniele). Una volta che ho cominciato a credere che questo basso non dovesse essere solo "per me" ho pensato di lasciare totalmente a Daniele il compito. Come ti dicevo, sta lavorando su qualcosa di completamente nuovo per disposizione dei magneti e avvolgimento delle bobine (dato anche dalla forma in diagonale della scatola pick up che gli ho sottoposto), "è una grande sfida, un concept nuovo frutto di molto studio, perché per noi è fondamentale dare un suono al basso che non sia clone del passato. I test ci stanno dando risultati notevoli sia in termini di timbro, sensibilità al tocco, potenza e silenziosità. Non vedo l'ora di montarli sui nuovi prototipi. Potete comunque farvi un’idea generale del suono dei pickup prototipo con le varie tecniche ascoltando le brevi prove cha abbiamo caricato nella pagina youtube di MEUM guitars.
Sì, anche io trovo che sia difficile descrivere il suono dei pickup e che sia meglio apprezzarlo con le proprie orecchie confrontandolo con i propri gusti personali e con le proprie aspettative in termini di suono
Bisogna sempre specificare che dal progetto alla realizzazione di qualsiasi prodotto ci possono essere imprevisti e differenze e questo discorso vale anche per i pickup. Daniele si è posto un obiettivo innovativo e ciò non è affatto facile dopo settanta anni di storia degli strumenti elettrici! Alla fine però è arrivato al risultato mettendoci tanto studio, tutta la sua esperienza e le sue competenze tecnologiche cercando di non replicare gli standard classici.
Come è nata la collaborazione Daniele Consolini per lo sviluppo del progetto MEUM?
Quando ho sviluppato i primi disegni di Meum nel 2016 e ad un primo prototipo pieno del corpo, ho iniziato a fare una ricerca dei liutai nelle mie zone: Daniele sta a 2 ore da casa mia, sulle rive del Po, avevo bisogno di qualcuno dalla mente aperta e che avesse voglia di buttarsi in qualcosa di inedito. Un altro fattore decisivo era che dovesse essere in grado di leggere i disegni CAD almeno 2D, avendo io fatto il progetto tutto in 3D. Daniele lo sapeva fare, in più era liutaio ed esperto di elettronica quindi la mia selezione è stata diretta su di lui quasi da subito. Non è sempre facile intendersi perché Daniele è occupato tantissimo con il suo laboratorio, io sono molto esigente mi rendo conto, anche la distanza non ha aiutato e molto spesso questo connubio ha portato a rallentamenti del lavoro non indifferenti, senza parlare deI Covid che quest'anno ha chiaramente complicato le cose. Tutto sommato devo però dire che il 2020 è stato l'anno di Meum, ha vinto infatti tre concorsi internazionali e ha ricevuto tanta pubblicità nonostante la situazione. Speriamo continui così!
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.