E se il ritorno al rock passasse dalla realtà virtuale?
di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 14 giugno 2021 ore 19:15
Come PES per il calcio, come Need For Speed per il modding: i videogame potrebbero essere la molla che mancava alla chitarra elettrica.
I musicisti guardano da sempre con una certa diffidenza al mondo videoludico. Giochi come Guitar Hero e Rock Band sono stati talvolta accusati di falsare la prospettiva della musica, di fornire un’immagine distorta dello strumento musicale, della passione e dell’impegno necessari a suonarne uno.
Forse è vero, ma il riscatto della musica suonata potrebbe passare proprio da quei temibili blockbuster poligonali.
L’intramontabile air guitar
Solo poche ore fa è comparso online il primo trailer di Unplugged, un videogame per le piattaforme Oculus quest e SteamVR che promette di trasportare nel coinvolgente mondo della realtà virtuale l’esperienza già esplorata da innumerevoli titoli musicali.
Tempo fa, Rock Band VR è stato un primo esperimento in questo senso. Il gioco portava con sé ancora molti elementi propri dei videogiochi appartenenti alle precedenti generazioni, legati alle funzionalità di una chitarra/controller con trigger e pulsantoni, ma ha fatto senza dubbio da pivot verso l’integrazione della realtà virtuale.
In Unplugged non ci saranno chitarre di plastica né bottoni colorati, ma un approccio più simile a quello della air guitar, come quella che ogni ragazzo infervorato dai primi riff rock si è divertito almeno una volta a mimare in attesa di potercisi scatenare un giorno su una vera chitarra elettrica.
Il tutto avviene sulle note dei classici del rock. Nel trailer, su quelle degli Offspring. Nel frattempo, a schermo il giocatore si gusta i modelli 3D di chitarre e amplificatori realmente esistenti. Già nel video promozionale è possibile adocchiare strumenti a marchio Schecter e Orange.
Non fraintendete
Un videogame sulle rockstar basato su un grossolano sistema di tracking virtuale a quattro dita non si può paragonare neanche lontanamente all’esperienza di un vero strumento musicale, ma un’opera del genere compie senza dubbio un gran lavoro di sensibilizzazione verso il mondo della musica suonata.
Ogni singolo fan di World Of Warcraft che si è avvicinato a un libro di Tolkien rappresenta una vittoria per l’intera categoria. Quanti tamarrissimi neon verdi ha fatto montare la serie Need For Speed sotto le Golf malandate degli appena maggiorenni? E quante cavolo di Mini Cooper ha venduto il film The Italian Job?!
Allo stesso modo, se un giorno un videogiocatore dovesse decidere di acquistare una chitarra o anche solo sentirà lo stimolo di scoprire musica nuova, comprare dischi e assistere a concerti di musica dal vivo, tutto il sistema musica non potrà che gioirne.
In alto l'E3, evento videoludico a Los Angeles
Il basso il Namm Show, evento musicale a Los Angeles
Se son rose…
Music 2000, sulla vecchia Play Station, è stato il mio primo contatto con il concetto di tempo, beat, loop e produzione musicale in senso più ampio. Era la prima volta che vedevo una timeline basata su un sistema multitraccia. La passione per la chitarra è arrivata più tardi e ha contribuito a risvegliare anche quella per il recording che quel vecchio disco aveva solo solleticato. Eppure le fondamenta, per quanto abbozzate e seminate di convinzioni che più avanti si sarebbero rivelate rovinosamente sbagliate, erano tutte lì.
Se Elvis Presley - che era un po’ la PS5 della sua epoca - è riuscito a convincere la popolazione americana a vaccinarsi contro la poliomielite grazie alla sua fama, perché la PS5 - che è un po’ l’Elvis Presley dei giorni nostri - non dovrebbe riuscire a far incuriosire i ragazzi di oggi verso il rock?
Iniziative come Unplugged potrebbero rappresentare per la chitarra elettrica quello che videogame come FIFA e PES sono per il mondo del calcio e, opinione del tutto personale di chi scrive, non è altro elitarismo che serve alla scena musicale.