Gli anni ’80 per un musicista hanno un suono ben preciso, fatto di batterie elettroniche dai rullanti iper-riverberati, arpeggiatori e pad come se piovesse e, soprattutto, chorus. Chorus ovunque.
Una modulazione in particolare, per molti, è divenuta il simbolo della decade che ha regalato al mondo i più grandi successi di A-ha, Billy Idol, Eurythmics, Cindy Lauper e Wham!. Si tratta del chorus presente nel sintetizzatore Roland Juno-60.
Il circuito, semplice ma efficace come pochi altri, si differenziava dai complessi sistemi da banco per l’assenza totale di potenziometri. Tutto veniva regolato da pulsanti che azionavano degli LFO con caratteristiche preimpostate e che, attivati insieme, creavano variegati tessuti sonori che ancora oggi riportano subito la mente agli eighties.
Il chorus del Juno-60 è stato più volte preso a riferimento da costruttori i effetti moderni, che hanno tentato di trasportarne l’essenza anche in formati stompbox debitamente cuciti addosso alle esigenze chitarristiche. Tra questi, la soluzione più curiosa è stata senza dubbio quella proposta da TC Electronic.
Nel 2017, l’azienda danese : un pedale per chitarra dall’aspetto retrò, con due pannelli di legno ai lati come quelli usati dai vecchi sintetizzatori a tastiera e senza potenziometri. Alla vista del prototipo, con quei due grossi pulsanti gialli come unico controllo a disposizione, i fanatici della categoria non hanno avuto dubbi: TC era al lavoro su una replica dell’indimenticato chorus Roland.
Bisogna attendere due anni, ma . Il pedale si chiama June-60 ed è evidente che raccolga l’eredità del sistema Juno.
La prima edizione riproponeva in maniera fedele la circuitazione e le sonorità del classico chorus anni ’80, rimodellate intorno ai gusti tipici dei chitarristi.
Ora TC ritorna sul tema con una reinterpretazione ancora più vicina all’originale, ma con la versatilità aggiunta di alcuni piccoli, cruciali, cambiamenti.
La riedizione del June-60, battezzata semplicemente V2, porta la circuitazione sotto i ferri per offrire al musicista maggiori possibilità espressive e una risposta in generale più hi-fi.
L’architettura analogica basata su bucket brigade resta, in ossequio alla tradizione, così come viene confermato anche lo switch true bypass.
Il laboratorio ha rivisto la sezione stereofonica per una separazione ancora più ampia e tridimensionale nell’ambiente.
È conservata l’interfaccia a due pulsanti, per due modalità prefissate simili a quelle presenti sulla tastiera Roland. In più, la terza modalità a cui si accede azionando entrambi i pulsanti insieme è stata rivista per una maggiore accuratezza con il circuito d’epoca.
Se l’estetica resta pressoché invariata rispetto al primo modello, il grosso accade all’interno, dove due DIP-switch consentono di modellare indipendentemente le voci di ognuna delle due modalità azionabili sui pulsanti frontali.
Ponendo uno dei DIP-switch in posizione Fast, la modalità richiamata dal rispettivo pulsantone giallo riprende la sonorità ideata per il primo June-60. Passando lo switch su Slow, l’azione dell’LFO rallenta per combaciare perfettamente con l’oscillazione di un sintetizzatore Juno originale.
La possibilità di impostare le velocità dei due oscillatori in modo indipendente rende stimolante la sperimentazione del terzo preset, con i due LFO sommati tra loro a diverse frequenze.
In linea con il suo predecessore, il June-60 promette un prezzo al pubblico fortemente concorrenziale, per consentire ai musicisti di ampliare la propria tavolozza timbrica con una sfumatura inconfondibile senza dare fondo ai propri risparmi. Sul sito ufficiale, il rinnovato chorus TC Electronic può essere visto . |