di platoblues [user #3866] - pubblicato il 13 luglio 2006 ore 22:59
Ennesima giornata di superlavoro estivo. Oggi devo comunque dire che è andata relativamente bene. Ma anche stasera starò in servizio almeno fino a mezzanotte e mezza.
E' incredibile quanto già mi manchi il mio piccolo Matteo. Sono passate poco più di sette ore da quando gli ho dato il bacino, prima di uscire di casa e...ogni tanto vado a guardarmi qualche sua foto salvata nel cellulare o appena mandata da mia moglie.
E' difficile descrivere la sensazione che provo: è come trovarsi di fronte ad un dono che supera talmente ogni proporzione col mio 'merito' da farmi provare vertigini.
E' come se tutti i tuoi limiti non fossero stati conteggiati o fossero stati sommersi dalla gratuità di questo immenso dono.
Vertigini perché senti di amarlo più della tua stessa vita, ed anche perché sai che la tua 'finitudine' non ha ali abbastanza grandi per preservarlo da tutto il male che gira in questo mondo.
E' come sfiorare la tangente, cum-tangere, in questi momenti sento forte la radice della contingenza umana. La coscienza del limite, il colpo all'orgogliosa pretesa di poter controllare ogni dinamica della vita apre al senso più profondo della preghiera a quell'unico Padre del quale noi piccoli uomini siamo troppo spesso solo una sbiadita immagine. Che almeno Lui possa essere sempre vicino al mio piccolo.Allo stesso tempo, più guardo mio figlio e...meno ho soggezione per gli uomini. Soprattutto quelli che si atteggiano da potenti. Me li immagino da bambini anche loro, e mi chiedo come sia successo che siano diventati così. Quale vuoto d'amore incolmabile li abbia trasformati.
Ci abbia trasformati. Eppure dipendiamo da tutto e da tutti anche ora, come i bambini dai propri genitori ma...non lo vogliamo più ammettere, ci ergiamo a padroni, solo apparentemente autarchici e indipendenti, autoreferenziali.
Grazie al mio piccolo Matteo per avermi donato nuovi occhi!Buona notte.
Ennesima giornata di superlavoro estivo. Oggi devo comunque dire che è andata relativamente bene. Ma anche stasera starò in servizio almeno fino a mezzanotte e mezza.
E' incredibile quanto già mi manchi il mio piccolo Matteo. Sono passate poco più di sette ore da quando gli ho dato il bacino, prima di uscire di casa e...ogni tanto vado a guardarmi qualche sua foto salvata nel cellulare o appena mandata da mia moglie.
E' difficile descrivere la sensazione che provo: è come trovarsi di fronte ad un dono che supera talmente ogni proporzione col mio 'merito' da farmi provare vertigini.
E' come se tutti i tuoi limiti non fossero stati conteggiati o fossero stati sommersi dalla gratuità di questo immenso dono.
Vertigini perché senti di amarlo più della tua stessa vita, ed anche perché sai che la tua 'finitudine' non ha ali abbastanza grandi per preservarlo da tutto il male che gira in questo mondo.
E' come sfiorare la tangente, cum-tangere, in questi momenti sento forte la radice della contingenza umana. La coscienza del limite, il colpo all'orgogliosa pretesa di poter controllare ogni dinamica della vita apre al senso più profondo della preghiera a quell'unico Padre del quale noi piccoli uomini siamo troppo spesso solo una sbiadita immagine. Che almeno Lui possa essere sempre vicino al mio piccolo.
Allo stesso tempo, più guardo mio figlio e...meno ho soggezione per gli uomini. Soprattutto quelli che si atteggiano da potenti. Me li immagino da bambini anche loro, e mi chiedo come sia successo che siano diventati così. Quale vuoto d'amore incolmabile li abbia trasformati.
Ci abbia trasformati. Eppure dipendiamo da tutto e da tutti anche ora, come i bambini dai propri genitori ma...non lo vogliamo più ammettere, ci ergiamo a padroni, solo apparentemente autarchici e indipendenti, autoreferenziali.
Grazie al mio piccolo Matteo per avermi donato nuovi occhi!