di redazione [user #116] - pubblicato il 16 novembre 2021 ore 08:30
Non necessariamente la verve creativa di due musicisti deve sfociare, esclusivamente e per forza, in una nuova band, un pezzo o un altro album.
Perché può succedere che la passione per il rock, per un immaginario fatto di cantine, vecchi Marshall, pile di vinili e Fender sempre pronte ad urlare, sia talmente forte e vivace da trasformarsi in qualunque cosa.È il caso di Manuel, cantante/disegnatore, e Fabrizio, bassista/creativo che hanno dato vita a Cobain Clothing, un brand di vestiario rigorosamente rock'n’roll.
Cobain Clothing porterà una nota di stile, colore, vivacità e – soprattutto - tanto rock’n’roll nell’esposizione sconfinata di chitarre, musica e strumenti che ci sarà il prossimo 27 e 28 novembre a SHG, al Palazzo delle Stelline.
Abbiam incontrato Fabrizio e Manuel per farci raccontare l’attività di Cobain Clothing che, intanto, ci hanno presentato così:
“Cobain è un brand con un importante compito: creare disegni che abbiano un significato "vero", che provengano da espressioni visive e musicali passibili di trasformazione artistica. Gli artwork, rigorosamente realizzati a mano, si sviluppano tra ironia e irriverenza, mescolano il mondo iconico del fumetto, sottolineandone l’anima più noir (i cattivi sono sempre più intriganti dei buoni); con i grandi personaggi della musica rock e hard rock, ritroverete infatti il lampo di Bowie tra le orecchie di Topolino, vi farete una birretta con Biancaneve, inventerete una bass-line con un Lemmy/coniglio, convertirete il buon vecchio Pac Man alla musica Punk.”
Tu e Manuel siete entrambi musicisti. Quanto dell’esperienza sia artistica che della vita on the road del musicista avete buttato in questa linea?
In realtà abbiamo fuso quello che è la nostra attività professionale con quella ludica. Abbiamo lavorato per anni a servizio di molte aziende soprattutto nell’abbigliamento disegnando centinaia di grafiche su commissione. Di conseguenza il nostro lato artistico veniva soffocato dalle esigenze di mercato, del brand ecc. Ad un certo punto ci siamo detti: ma perchè non disegnamo per noi stessi? E cosa avremmo potuto disegnare se non quello che fondamentalmente è una passione fortissima: la musica. Ma non solo, abbiamo sperimentato un mix che spazia dal cartone animato, ai tattoo, al vintage. Abbiamo, di fondo, cercato un nostro stile.
Perché avete identificato in Cobain l'artista più rappresentativo per identificarvi?
Volevamo dare un nome alla collezione che fosse reale, evocativo. Non un nome inventato o un brand. Abbiamo vagliato tante idee ed alla fine puntato su quello che è l’ultimo “rivoluzionario” della musica rock. Un distruttore di schemi e un nome che ha appassionato generazioni di fan. Tuttavia non ci ispiriamo alla sua figura artistica diventata un’icona molto “pesante” quanto a quello che ha appunto rappresentato nel suo momento storico. Ci sembrava un nome “potente” e ce ne siamo assunti i rischi.
Vi nomino tre aree del rock: quella degli anni 60 vicino alla cultura Hippie e della Beat Generation (Doors, Hendrix, Joplin..); quella del punk inglese della seconda metà dei ’70; il Grunge. Concentrandoci sull’immaginario di ciascuna mi dite gli elementi di stile di questi filoni che, secondo voi, oltre a essere i più efficaci e suggestivi a livello estetico, riuscivano anche e essere evocativi dello spirito musicale del periodo? Della musica interpretata?
Gli anni’60-’70 sono stati la genesi dello stile rock. Teniamo presente che la moda è stata molto influenzata dalla musica rock. Forse è il periodo più fortemente omogeneo nel lifestyle e rock. Pantaloni a zampa, minigonne, camicie a fiori, colori sgargianti. Un’esplosione culturale, visiva, musicale che coinvolgeva pienamente la società e che accadeva per la prima volta. Si veniva dai rigorosi anni ’50.
Nella seconda metà degli anni '70, nasce il Punk altro periodo bellissimo, creativo, pieno di fermento. Ed anche qui moda e musica fanno da traino ad una nuova corrente che sfocerà in tante direzioni. Magliette strappate, creste, anfibi, cinture metalliche, giubbotti di pelle. Un nuovo modo di suonare e di esibire la propria personalità.
Per il Grunge il discorso è un po’ diverso. L’aspetto visivo non contava quasi nulla, il grunge nasce libero da tutto, ribelle, e non ha connessioni con la moda o il vestire in un certo modo. Diventerà un lifestyle tra i teenagers americani che vestivano soprattutto con jeans e camicie di flanella a quadri, ma dal punto di vista di stile fu abbastanza irrilevante. A pensarci bene era un vero e proprio casual wear, un no-logo identity.
Entrando più nello specifico, chi è un’artista che secondo voi è riuscito con il suo look a creare una proiezione davvero efficace e coerente della sua arte?
Ce ne sono tantissimi. Sono aspetti sempre molto collegati, ma non abbiamo alcun dubbio: David Bowie. Immenso, troppo irraggiungibile nella sua arte, nel suo modo di vedere le cose, viaggiare attraverso le generazioni, trasformarsi rischiando ma risultando sempre interessante. Un artista che ha saputo coniugare perfettamente su sé stesso una parte importante della musica: l’aspetto visivo, l’emozionalità.
Ci descrivete le linee principali del vostro catalogo?
Il nostro catalogo è composto essenzialmente da t-shirts unisex, una piccola parte da donna, felpe e accessori. Diciamo che il tutto si svolge su due correnti visive: Rockin Faces, che sono ritratti disegnati utilizzando testi o titoli degli artisti rappresentati. Tutto il resto, cioè grafiche di varia ispirazione ma più articolate come concetti, che di volta in volta stampiamo sui capi.
Ritenete che ancora tra i musicisti ci sia un'attenzione o vocazione particolare alla cura del look?
Se parliamo di musica rock e di nuovi artisti diremmo che questo “atteggiamento” si è un po’ perso. L’aspetto estetico è relegato al momento del live. E’ un vestito di scena, un travestimento. Cosa che prima non era. Prima diventava spesso un lifestyle, una tendenza della moda. Un vero e proprio modo di esprimersi anche nel quotidiano.
Accordo è popolato da chitarristi, attizzati da strumentazione, amplificatori a valvole, grandi chitarristi del rock e del blues, effetti di ogni sorta…suggerite un paio di capi della vostra linea, coerenti a questo identikit, perfetti per fare un figurone a un concerto o a una prova….?
I nostri capi privilegiano l’aspetto grafico, il marchio è pochissimo visibile proprio perchè ci piace l’idea che un musicista acquisti un “disegno” e non un brand. Difficile però rispondere , ne abbiamo tanti. Ne scegliamo due: Punk Man, la parodia di Pac Man Nintendo e Jimi Hendrix che sembra un’icona, ricorda il famoso disegno di Che Guevara.
La cosa, abitudine, moda legata al vestiario di un chitarrista rock più brutta mai vista…?
Mai vista da noi? Difficile dirlo. Diciamo che se vuoi far vedere il fisico… ce lo devi avere. Gilet di pelle a petto nudo non prevedono pance pelose che fuoriescono (ah, ah, ah)
Cosa porterete a SHG?
Porteremo il meglio della nostra produzione. T-shirts iconiche e altre più “pulite”, felpe, berretti e qualche accessorio stupendo che non possiamo rivelare.