Michele "Dr. Viossy" Vioni infiammerà il domenica 28 alle 11:00.
Ciao Michele, cosa suonerai sul palco di SHG? Partiamo dalla strumentazione…
Ciao, intanto grazie per questa opportunità e per avermi qui con voi. E poi devo dire che sono super felice di poter essere presente a questa importante realtà del panorama musicale Italiano. Ho visto tante edizioni, ma dopo il delirio Covid, sono sicuro che questa sarà una cosa esplosiva! Detto questo, ovviamente userò le mie chitarre GNG - Giulio Negrini Guitars. Come amplificazione non ho ancora deciso, ma penso che on stage userò un sistema all digital con Macbook, scheda audio e sessione di Logic con automazioni già impostate sul mio Neural Dsp. Così invece che ballare il tip tap sulla pedaliera, penserò solo a suonare e godermi il mio tempo sul palco. Allo stand invece avremo sia un sistema analogico (testata e cassa) che quello digitale, per far provare gli strumenti. Io amo prendere il meglio dei due mondi e usare tutto ciò che il 2021 mette a mia disposizione, a seconda delle situazioni e del risultato che voglio ottenere.
Viceversa a livello di repertorio: suonerai delle parti strumentali per far sentire la voce delle chitarre o dei tuoi brani?
Suonerò alcuni brani del mio album solista “The Adventure So Far”, uscito proprio un anno fa. Presenteremo 1-2 strumenti della GNG, poi lasceremo spazio alla Musica suonata, senza soffermarci sul test del singolo strumento. Per quello ci sarà tempo tutto il weekend allo stand GNG.
Da anni il tuo legame con GNG è saldissimo: quali sono gli elementi che nel tempo hai trovato unici e insostituibili di uno strumento artigianale?
Il sodalizio è solidissimo, perchè io uso solo strumenti che mi piacciono. E fortunatamente li ho sempre trovati. Non solo chitarre, ma anche ampli, pedali, plugins e tutto ciò che concerne il mio mondo musicale. Ho conosciuto Giulio proprio al SHG del 2007. Nel 2008 sono arrivate le prime 2 GNG Morgoth e da allora ho suonato solo GNG, su dischi, video, live, tour. Uno strumento di liuteria è come un abito cucito su misura. O almeno così mi dicono, perchè di abiti di sartoria non ne ho mai avuto uno ahahah. Ma chitarre “di sartoria”, sì! E ovviamente è un altro mondo. A parte il design, che secondo me è spettacolare nelle GNG, il fatto di poter personalizzare ogni cosa è il massimo per un chitarrista. E’ un po’ come una moto per il motociclista. Ok, il modello è quello, ma il tweaking minuzioso, il tuning delle varie caratteristiche è ciò che fa la differenza per un buon pilota. Per me è stata la stessa cosa con le GNG. Io esprimo le mie esigenze a Giulio e lui usa tutta la sua maestria per realizzare in concreto ciò che chiedo da uno strumento. Spessori, distribuzione dei pesi, suono, posizione dei potenziometri e switch, insomma tutto. Poi ovviamente è Giulio a dare i migliori suggerimenti, perchè non sa solo costruire strumenti top, ma anche spiegare perchè una cosa è messa in quel punto, perchè ha quelle misure e come la cosa influisce sul suono, sull’attacco, sul release, sulle frequenze. E alla fine mi ritrovo con strumenti tutti diversi tra loro, ma sempre perfetti.
Quando si sceglie uno strumento così esclusivo e personale ci sono degli elementi a cui si rinuncia a favore dell’assoluta qualità? Parlo magari di sonorità e feeling più tradizionali, legati a strumenti più vecchi e iconici (Tele, Les Paul, Strat…)
Certo. Del resto se uno vuole il “suono Stratocaster” o il “suono Les Paul” può tranquillamente comprare uno di questi strumenti. Oppure farsi fare qualche modello simile, ma modificato. Non è il mio caso, perché quelle sonorità non fanno per me, tutto qui. Amo dischi fatti con quelli strumenti, amo quei suoni nella musica che ascolto, di band che utilizzano quegli strumenti, ma non sono fatti per me. Riesco a fare tutto ciò di cui ho bisogno con le mie GNG, quindi non cerco altro.
E restando nell’ambito della qualità in cui ci si imbatte quando si sceglie uno strumento artigianale, nell’ambito delle tue chitarre GNG quali sono gli elementi peculiari che non hai trovato in nessun altro strumento? Magari aspetti a cui hai contribuito allo sviluppo e progettazione…
Per avere una GNG ci vogliono molti mesi, non solo perchè c’è richiesta, ma soprattutto perchè la cura costruttiva è maniacale. In ogni fase. Dalla scelta del legno alla costruzione vera e propria, comprese tutte quelle fasi che ancora Giulio fa “a mano” e che quindi può seguire millimetro dopo millimetro per arrivare all’eccellenza. Che poi è ciò che desidera un cliente che chiede uno strumento di questo tipo. E’ un po’ come per le auto. Una Mercedes AMG GT è una signora auto, ma una Pagani è una cosa diversa. E non intendo dire che una cosa sia meglio dell’altra. Gli strumenti artigianali sono meglio per me. Altri si trovano da Dio con altri strumenti e va benissimo così, dato che riescono a trovare il proprio suono e fare musica spettacolare. In altri strumenti che ho usato in passato c’era sempre qualcosa che non andava, aggiungo sempre “PER ME”, attacco, sustain, pickup, design…alla fine è questione di tante piccole finezze. Però se le metti tutte insieme e le correggi, sei molto più soddisfatto.
Sei sempre un riferimento in termini di tecnica: come la tieni così allenata e soprattutto aggiornata?
Arrossisco. Grazie per il complimento. Ho le mie routine di quelli che chiamo “esercizi pugnetta”. Si può dire? Se no metti pure gli asterischi, in modo che si capisca, ma senza che sia completamente visibile ahah. Ovviamente parlo dell’esecuzione di pattern ripetitivi che servono puramente a scopo di palestra. Del resto la tecnica è semplice. Per spiegare la plettrata alternata non c’è bisogno di scrivere 100 pagine. Il problema è affinare l’esecuzione, portare in lungo la resistenza (se a uno serve questo, ma non è obbligatorio), ma soprattutto avere un bel suono, tondo, ricco, pieno. Siccome gli esercizi meccanici mi annoiano parecchio, solitamente li faccio mentre guardo serie tv o film. E pratico molte cose contemporaneamente, quasi mai la pura meccanica da sola, perchè appunto mi annoio a morte. Metto tutto insieme. Non so, devo studiare un pattern di tapping, gli arpeggi sulla minore melodica e il timing in terzine di sedicesimi. Quindi faccio tutte queste cose insieme, in modo da portare avanti tecnica, visualizzazione, suono ecc. Poi sto sempre attento ad avere una respirazione costante, tenere il viso rilassato, non suonare con la faccia e con la bocca seguendo le note che faccio, non irrigidire le parti del corpo che non stanno suonando. Perchè tutte quelle cose indicano tensione e quando sono teso suono male. La chitarra si suona con le mani e basta, soprattutto se si suonano passaggi veloci o “ipertecnici” (che parola, mamma mia, però ci siamo capiti). Poi dal vivo uno può fare “le facce da palco”, ci mancherebbe, tipo la faccia stupita quando si fa un armonico artificiale e tutto l’arsenale rock and roll. L’importante è che la tensione non infici il suono che esce, altrimenti per me non va bene. Quindi sul palco faccio dello squasso, ma quando devo stare concentrato mi fermo, mi metto in posizione classica (gamba sinistra alzata, piede sulla spia, un classico) e suono così come studio a casa, in modo da suonare meglio possibile.
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Sull’aggiornamento, beh ascolto musica e quindi prendo idee di qua e di là, da chitarristi migliori di me. Ad esempio, sono sempre stato scarso con l’hybrid picking, quindi ho chiesto aiuto a Claudio Pietronik, ho studiato il suo metodo e adesso me la cavo. Per quello che serve a me oggi, sono felice, anche se devo migliorare ancora e ancora. Poi studio partiture di colonne sonore, partiture classiche, per capire le progressioni degli accordi, per vedere come i grandi compositori intrecciano le parti. Non c’è solo la tecnica strumentale, ma anche la conoscenza della musica, che per me è fondamentale.
Come vedi la situazione strumentale attuale per la musica chitarristica?
La vedo BENISSIMO!!! E’ un momento spettacolare. La musica si evolve sempre e con lei la chitarra. Escono nuovi chitarristi, nuovi generi, nuove band, nuove chitarre, nuovo hardware per fare suoni sempre nuovi e diversi, c’è tantissimo fermento, tante idee nuove, stili musicali, stili di arrangiamento, mix di generi che si sviluppano in nuovi generi. E’ un momento davvero top. Poi in Italia c’è una generazione di ragazzi che spaccano. Ci sarà del bello negli anni a venire.
Ti facciamo un invito ufficiale: avresti voglia dei prossimi mesi di raccontarci e farci ascoltare qualcosa del tuo ultimo disco qui su Accordo?
Sarebbe un onore per me. Grazie dell’invito e grazie ancora per questa opportunità di oggi. Ci vediamo al SHG.
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