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 Chon: musica tortuosa e bellissima
Chon: musica tortuosa e bellissima
di [user #17404] - pubblicato il

Ascoltare i Chon significa misurarsi con una delle espressioni più giovani e fresche del chitarrismo moderno. Capitanati dai due chitarristi Mario Camarena ed Erick Hansel, i Chon offrono una proposta musicale che si serve di un fraseggio chitarristico estremamente complesso e articolato, di sicura derivazione shred, messo al servizio di una scrittura che fonde generi, stili e sonorità diverse spaziando dal jazz, al progressive non disdegnano contaminazioni elettroniche ed hip hop.


Tratto distintivo resta una matrice sempre solare e positiva nel sound che si alimenta di sonorità chitarristiche quasi sempre clean e di armonie per lo più maggiori. 
Musica strumentale, incentrata sull’approccio virtuosistico alla chitarra ma che snobba ogni più ovvio e datato riferimento a metal e sonorità high gain per esplorare scenari musicali nuovi che convivono e sono rappresentativi delle suggestioni vicine ai teenager: dallo skateboard ai videogames, passando per l’hip hop. 



Mario Camarena ed Erick Hansel citano tra le loro influenze Jimi Hendrix e Michael Jackson e, soprattutto, molti pianisti di estrazione jazz: Tigran Hamasyan, Chick Corea e Robert Glasper. E quando parlano dello shred, sembrano riferirsi più che a musica, dischi o artisti di riferimento a una pratica chitarristica da fare, esplorare e studiare assieme, quasi come un gioco. “Veniamo da San Diego. Assistevamo a tanti piccoli concerti, alcuni dei quali anche a casa di amici, in cui cerano un sacco di chitarristi che facevano cose shred. E ci divertiva studiare e sfidarci con quelle cose pazze in sweep. Poi quella cosa è rimasta una parte del nostro songwriting: perché quando scriviamo ci piace stupirci e farci ridere uno con l’altro con passaggi assurdi con cui chiudiamo un riff, una strofa”.



Due gli album da ascoltare per capire l’anima musicale dei Chon: HOMEY del 2017 che esplora l’attitudine più hip-hop e RnB del gruppo e l’omonimo CHON del 2019 che marca, invece, l’attitudine più progressive e math rock di Mario Camarena ed Erick Hanse.
I due chitarristi sono entrambi endorser Ibanez che ha omaggiato i due musicisti con due modelli Signature. “Abbiamo sempre suonato Ibanez” spiegano i due chitarristi “perché il nostro maestro di chitarra ci aveva detto che andavano bene per fare shred e da lì ci abbiamo preso la mano e non abbiamo mai cambiato. Inizialmente suonavamo RG ma la svolta per noi è arrivata con le AZ. Quelle chitarre hanno avuto un ruolo decisivo nello sviluppo della musica dei Chon. Il manico è più grosso ma è comodo, molto moderno e ti fa suonare in maniera più agevole e veloce le cose complesse. Poi ci piacciono tantissimo gli humbucker di queste chitarre che hanno un suono pulito, compresso da single coil. Ma con tutta la potenza e il supporto offerto da un humbucker.



La Signature di Mario Camarena è nella componentistica una AZ a 24 tasti, con configurazione HSS. Le modifiche sono per lo più estetiche visto che dai segna tasti a dente di squalo, al battipenna fino all’appariscente colorazione viola, tutto sembra un tributo al vecchio amore RG.
Viceversa la AZ Signature di Erick Hansel si ispira ad un altro modello Ibanez amatissimo dal musicista, la Talman e ne ripropone la configurazione essenziale con humbucker al ponte e singolo al manico. (Per approfondire le chitarre dei Chon)


 Chon: musica tortuosa e bellissima
 
chon erik hanse mario camarena
Link utili
La pagina Bandcamp dei Chon
La chitarra di Mario Camarena
La chitarra di Erick Hansel
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di Midas77 utente non più registrato
commento del 17/12/2021 ore 20:25:22
Noia allo stato puro condita da contaminazioni di sigle di videogiochi. Non sento nessuna novità ne trasporto.
De gusti bus.
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di alexus77 [user #3871]
commento del 18/12/2021 ore 16:46:06
Un clone (o e' chlone?) dei Polyphia. Trovo questo genere piu' interessante dal punto di vista della tecnica esecutiva che non della composizione... comunque senz'altro uno stimolo per evitare "boomer bends"
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di francesco72 [user #31226]
commento del 21/12/2021 ore 09:44:22
Pensa che io, fino al tuo intervento, ero proprio convinto che forssero i Polyphia. Colpa del fatto che non sto attento ai nomi o suonano un po' tutti uguale?
Ciao
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di edgar587 [user #15315]
commento del 18/12/2021 ore 17:03:40
A me stupisce il fatto che l'approccio all'apprendimento sia stato un gioco di sfide e di imitazioni, a quanto dichiarano. Quello stesso approccio che a me non ha fatto altro che portare fuori strada, rendendo la chitarra incomprensibile e frustrante. E anche adesso continua ad avvelenare lo studio e l'espressione.
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di spaccamaroni [user #7280]
commento del 19/12/2021 ore 12:03:07
Mi è piaciuta "Story", credo che approfondirò gli ascolti.
Waterslide non mi ha convinto a livello compositivo, mi sembra un'accozzaglia di parti buttate lì.
Rispondi
di flavi0 [user #58079]
commento del 20/12/2021 ore 16:49:28
la "estetica" presa a calci
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di francesco72 [user #31226]
commento del 21/12/2021 ore 09:52:4
Non sono uno che si arrocca sulle nostalgie, anzi; però questo nuovo genere chitarristico mi dice proprio poco.
Flex-Able è diventato (dopo qualche ascolto) uno dei miei dischi preferiti, rimasi folgorato da Passion and Warfare, così come da Surfing with the Alien; mi piacciono moltissimo i lavori di Nick Johnston, ma questi qui proprio fatico a seguirli. A me sembra che ci siano ben poche differenze fra un gruppo (o un solista) e l'altro e che manchi il gusto di scrivere musica. Non ricordo in quale intervista di grande chitarrista lessi che una canzone (anche strumentale) è una storia che dura 3/5 minuti; questo genere a me sembra piuttosto un telegramma sparato a 1200 all'ora: frasi brevi e spezzettate che alla fine suonano tutte simili. Sicuramente sbaglierò io, ma l'ascolto di Chon, Polyphia e compagnia mi ricorda molto da vicino (bestemmia!) Petrucci, Tremonti e compagnia: esibizioni di tecnica pregevolissima, ma se devo dirvi che riesco a ricordare e cantare un loro assolo, dico una bugia.
Ciao
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di dariothery [user #12896]
commento del 21/12/2021 ore 11:53:23
Ma chitarristi virtuosi che sappiano anche scrivere canzoni belle tipo Rest in Peace o He Man Woman Hater degli Extreme, pezzi cioè che col tempo ti venga voglia di riascoltare altre mille volte, ne esistono?No perchè più il tempo passa più i chitarristi sembrano diventare nemici di se stessi. Per carità, va bene sperimentare con le tecniche, ma poi il rischio è che le composizioni rimangano solo interessanti per chi suona lo strumento. E poi diciamoci la verità, nessun chitarrista oggi si metterebbe un disco di musica strumentale su Spotify "consumandolo" di ascolti...riflettiamo!
PS: personalmente non comprendo nemmeno perchè andare vestiti come dei ragazzini cresciuti, per dare l'impressione di essere dei geni fuori di testa :)
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di Baconevio [user #41610]
commento del 22/12/2021 ore 21:44:00
fra cento anni,
un archeologo troverà fra le rovine di una villa due dischi.
led zeppelin II e questo qui.
quale ascolterà e quale, invece, userà per accendere il camino?
ps: mancano le canzoni. non c'è niente da ricordare in questa roba
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 23/12/2021 ore 08:23:08
Se l'archeologo ascolta il trap....ho paura che tenga questi 😃
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di Baconevio [user #41610]
commento del 23/12/2021 ore 21:28:02
:D
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di Ghesboro [user #47283]
commento del 23/12/2021 ore 09:38:32
La sagra dello spippolamento, buoni da mettere in sottofondo mentre si sta facendo altro.
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 24/12/2021 ore 14:22:09
Più che altro mi dànno l'impressione di produrre musica da jingle pubblicitario. Tipo che si sente una particina della canzone, poi si abbassa il volume, ti spiegano che i brufoli sono causati dai batteri, poi altri sei secondi di canzone, poi la pomata miracolosa e poi il finale.
Rispondi
di f.n [user #3760]
commento del 27/12/2021 ore 18:39:36
Penso allo sbattimento assurdo quanto a studio per produrre roba da vuoto pneumatico. Peraltro anche con un suono di merda da LINE 6 in cuffia.
E' anche fastidiosa, tipo la suoneria del cellulare in treno.
E lo dice uno che si ascolta con sincero piacere i vari "Book of angels" John Zorn (seppure scoperto tramite Pat che ci ha suonato).
Bah....de gustibus
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 28/12/2021 ore 18:19:30
Secondo me il problema sta nel fatto che in questo momento storico ci sia pieno di bravi musicisti (in questo senso i social media hanno aiutato molto), cosa che in modo apparentemente paradossale penalizza i musicisti talentuosi e creativi, perché si genera quella sindrome da "fare il fenomeno a tutti i costi" che fa passare in secondo piano la capacità di scrittura e di arrangiamento dei brani. Il problema è che ci cadono dentro anche le aziende che producono strumenti, che inondano il mercato di strumenti signature di musicisti poco significativi (tipo i due chitarristi di cui questo articolo), mettendoli ancor più in evidenza.
PS.
Al Festival dei Buskers di Ferrara ho visto degli artisti di strada spippolare in tapping con maggiore abilità dei due Chon, e suonavano in mezzo ad una strada...
Rispondi
di lullo [user #9871]
commento del 28/12/2021 ore 15:23:55
Concordo con le critiche , una proposta che mal si concilia con il titolo.
Musica bellissima ?!?!
Opinione difficile da rispettare …
Rispondi
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