Per qualcuno è una pura e semplice bolla speculativa, per altri il virtuale e il concetto di blockchain rappresentano il futuro. Ciò che è certo è che termini come NFT (Non Fungible Tokens), Metaverso e Criptovalute si avviano a diventare d’uso comune nella finanza, nel collezionismo e, sempre di più, anche nella vita quotidiana.
Per i musicisti, che col collezionismo e con le aste si muovono spesso su binari prossimi, gli NFT sono già realtà. Ne sa qualcosa Matthew Bellamy, che ha acquistato la Fender Telecaster usata da Jeff Buckley per incidere la celebre “Hallelujah” e . Come lui, altri artisti hanno sfruttato le nuove tecnologie in modo creativo: si pensi a Keith Richards, che autografata e accompagnata da un NFT della stessa a impreziosire l’offerta.
Ora, al coro, potrebbe unirsi Fender Musical Instruments.
È di pochi giorni fa la notizia del deposito, da parte di Fender, di tre marchi registrati relativi alle palette dei suoi strumenti. Lo scopo della documentazione è legata alla produzione di “beni virtuali, fotografie, disegni, video e registrazioni audio con musica e strumenti musicali”: in pratica, la dicitura standard di un elemento che si intende riprodurre sotto forma di NFT, per oggetti virtuali legati al nascente concetto di criptoarte.
Non è dato sapere se Fender abbia già dei piani riguardo la produzione di NFT o se la sua mossa ha il solo scopo di preservare il proprio copyright da iniziative di terze parti. Non ci sarebbe da stupirsi, però, se nel prossimo futuro il colosso dovesse affacciarsi alle possibilità offerte dal Metaverso e dintorni: sarebbe in buona compagnia.
Lo scorso gennaio, infatti, Gibson aveva registrato gli shape di Les Paul, SG, Flying V, Thinderbird, Explorer e ES-335 allo scopo di “coprire le categorie dei file multimediali scaricabili contenenti disegni, testi, audio e video relativi a musica e intrattenimento autenticati mediante Non Fungible Tokens”.
Com’è accaduto per Bellamy e la sua Fender, anche Gibson è stata oggetto di “virtualizzazioni” e vendite via NFT: è successo con la , una serie di aste ospitata da Julien’s tutta intorno a chitarre virtuali, vendute in forma di NFT.
Diventa lecito quindi decidere di proteggere il prodotto in un terreno ancora molto fumoso. Nel caso di Gibson, però, la postilla “intent-to-use” - letteralmente “con l’intenzione di utilizzare” - porrebbe le basi per aspettarsi un NFT “chitarristico” marchiato Gibson nel prossimo periodo.
Che gli NFT siano destinati a rimpiazzare, o quantomeno ad affiancare, il fenomeno del vintage puramente a scopo collezionistico? |