Orange non è solo amplificatori. La lunga storia del marchio britannico è costellata di prodotti meno conosciuti rispetto ai grossi e classici mobili arancioni, ma non per questo meno riusciti. In tempi recenti un , un e una sono entrati in catalogo, ma anche senza dover uscire dal territorio delle schede in bachelite e dei saldatori è possibile trovare delle vere perle.
Negli anni ’70, Orange affiancava alla sua linea di amplificatori valvolari un terzetto di stompbox: un distorsore, un phaser e un sustainer nascevano con lo scopo di completare il rig dei chitarristi rock con alcuni dei suoni irrinunciabili per le mode di allora.
Quel sound è oggi ricercato dagli appassionati di vintage quanto dagli sperimentatori di rock contemporaneo e indie, per questo non stupisce che Orange abbia deciso di coinvolgere i suoi stessi fan nel grande ritorno dei suoi effetti d’epoca, aggiornati e riveduti per incontrare gusti e necessità dei musicisti moderni.
La difficoltà nel reperire pezzi originali e informazioni certe sui circuiti allora in produzione ha reso necessario un lungo processo di ricerca, per il quale l’azienda ha chiesto il supporto della comunità mondiale di musicisti.
. Ci sono voluti due anni di ricerche e di preziosi contributi dei fan con foto e schemi originali, ma con l’autunno 2022 Orange ha infine riportato in vita i suoi tre stompbox d’epoca.
Distortion, Phaser e Sustain sono ora aggiornati con alimentazione standard da 9 volt con negativo centrale e l’aggiunta di un LED di stato, non presente sui modelli originali. Rispetto ai circuiti d'epoca, sono stati modificati in maniera importante con lo scopo di restituire un fascino vintage, unendovi affidabilità e prestazioni al passo coi tempi.
Il progetto viene presentato in pompa magna, accompagnato da una ricca dimostrazione a cura di Sef Lemelin, chitarrista per la formazione canadese Alex Henry Foster & The Long Shadows.
In altri tre video, il progettista Ade Emsley racconta le caratteristiche principali degli stompbox e la ricerca tecnica che ha portato alle precise innovazioni presenti in ognuno.
Il , come l’originale anni ’70, è un classico compressore ottico. I costruttori lo descrivono come “un overdrive per i suoni puliti” in virtù della capacità di aggiungere spessore e vivacità - uniformando picchi e note più delicate - senza alterare il suono originale.
Le sole manopole di Level e Depth rendono chiara la volontà di produrre un effetto immediato nell’uso, che lascia al musicista la sola preoccupazione di dosare l’intensità del compressore che “sostiene” il suono e di bilanciare il livello d’uscita per una resa ottimale.
Sul piano sonoro, il Sustain promette un attacco più morbido e naturale rispetto al riferimento d’epoca grazie a un sistema di side-chain differenziale. Inoltre il LED diventa da blu a viola quando il circuito entra in azione sulle code delle note, per avere un riferimento visivo chiaro di ciò che accade all’interno della scatoletta arancione.
Come il Phazer dei primi anni ’70, il presentato nel 2022 è una modulazione a quattro stadi, ricca in colore e tradizionale nel sound. Il meccanismo è privo di feedback per un’oscillazione densa e corposa, capace di passare dalle onde estremamente ampie tipiche di un utilizzo “alla Van Halen” fino ad arrivare agli effetti psichedelici di una modulazione rapida e profonda. Il tutto avviene agendo unicamente sulla manopola Speed, per un pedale dall’approccio minimalista che, tra gli upgrade, vede un rapporto segnale-rumore sensibilmente migliorato.
A differenza degli altri due modelli, che prevedono un bypass con buffer a bassa impedenza con cui garantire l’integrità del segnale in ogni condizione, Orange ha scelto di dotare il Phaser di uno switch true bypass per escludere del tutto il circuito quando l’effetto non è attivo, con un’impronta più old-school che pare funzioni meglio con questo specifico circuito.
Il è probabilmente il modello che ha ricevuto il restyling più profondo rispetto alla controparte anni ’70. Come l’originale è dotato di sole manopole per Level e Depth, rispettivamente relative al volume e al gain, ma nasconde al suo interno un piccolo trimmer per dosare la brillantezza dell’insieme e tarare così la risposta del distorsore al meglio sulla strumentazione utilizzata e sugli altri effetti che si intende porre in catena.
Per il Distortion, Orange ha ripercorso la circuitazione di un vero e proprio amplificatore audio, impostato in modo da offrire un boost trasparente e poderoso quando si alza il volume tenendo il Depth al minimo, ma riservando al contempo una saturazione graffiante e incisiva quando si spinge oltre i livelli di guardia.
I tre pedali Orange sono un tributo alla tradizione del laboratorio britannico, ma non vogliono essere delle repliche fini a se stesse. I circuiti sono aggiornati, l’estetica è rispettata ma modificata nei dettagli per racchiudere elementi moderni, il tutto contando su un’architettura interamente analogica. In Italia, Distortion, Phaser e Sustain sono distribuiti da . |