Siete fuori di testa, o siete fuori dalla realtà.
Ho comprato un Earthquaker Dispatch Master. L'ho preso nuovo a 220€. Volevo prenderlo usato online: l'offerta migliore che ho trovato era 190€+spese spedizione, si arriva a 200. Ovviamente mi devo assumere tutti i rischi d'impresa: garanzia scaduta, che sia una truffa, che sia danneggiato, che sia stato riparato, che sia stato conservato in maniera criminale, che la spedizione si perda per strada...
Io non capisco, ed è una tara mia probabilmente: ma come si fa, mi chiedo, a pensare di mettere sul mercato dell'usato qualcosa che non è soggetto d'inflazione, a quel prezzo? Capisco l'hype per un Klon, una Strat del '62, l'ultimo pedale di moda introvabile sul mercato... A casa ho un bel po' di pedali, tutti molto buoni, il giorno in cui vorrò darli via li venderò e li metterò in vendita anche lì su quel "mercatino" che ormai mi sembra più una via di Caracas, ma mai mi sognerei di mettere sul mercato un pedale usato praticamente al suo valore sul nuovo.
Speravo fosse un caso isolato, invece andandomene in giro, navigando, ne ho visti a iosa di prezzi pazzoidi. E allora me ne sono andato su Reverb, dove ho da poco preso a un prezzo bomba una Romeo LA che è il mio ultimo gioiello (a proposito, grazie per avermi messo la pulce nell'orecchio della Heritage, non ci arrivavo coi soldi ma con la Eastman è stato amore a prima vista e non l'avrei notata se non fossi andato a sbirciare tra le hollow). Su Reverb i prezzi sono decisamente più umani. Magari tasse di import e spedizione li penalizzano, ma quando è possibile tenerle basse l'affare è assolutamente alla portata, come detto.
Allora è vero, ho pensato, come qualcuno su queste pagine aveva già sollevato, che il nostro mercatino storico è malato di hype. È stato preso d'assalto da qualche sorta di hacker, di pizzicagnoli della sei-corde che scombinano tutto e provocano un effetto uguale e contrario: un anno fa misi un'acustica Cort top di gamma, manutenuta annualmente dal mio liutaio di fiducia, in vendita al suo prezzo medio sull'usato, mi arriva la proposta arrogante di un sedicente "liutaio per hobby" che me ne dice peste e corna e mi offre 150€ compresa spedizione. Si è beccato un vaffa come si deve e l'ho bannato per sempre e senza possibilità di redenzione da ogni contatto, perché io sono così, la disonestà intellettuale è l'unica cosa che proprio non ammetto.
A tutti questi tizi, parvenue da mercatino delle pulci direi: «Ma, figlio mio, ragiona... se tu fossi un'impresa, un commerciante, un professionista, un artigiano, chiuderesti il giorno dopo. Non puoi pensare al massimo profitto senza renderti conto che si è in due a fare l'affare. L'altro, a meno che non sia in pericolo di vita, non è obbligato al tuo mercato nero. O forse te ne stai lì come una tarantola ad aspettare che passi il povero sventurato di turno? Il solo pensiero che sia questo provoca in me il massimo disgusto e più sincero disprezzo. Ai miei occhi non saresti lontano dai mercanti di esseri umani. La sproporzione sta solo nell'effetto, il meccanismo è lo stesso, l'altro è solo una cosa, "un mondo che non mi riguarda", perché quelli come te rispondono sempre con la solita risposta autoassolutoria: "io c'ho già i miei problemi..." anche io, rispondo, ma non per questo passo al lato oscuro della forza».
Sono una persona corretta, mi illudo di esserlo, almeno ci provo, nella vita sono un libero professionista, l'accountability è alla base del mio lavoro, in un certo senso l'onestà è anche frutto di un'educazione che ho ricevuto, come anche credere nell'etica del lavoro. Vivere del mio lavoro, nel mio lavoro, significa stare in un contesto civile dove non solo si è tenuti alla correttezza, ma in un certo senso si è anche "costretti" alla correttezza se mi passate la forzatura. Non c'è posto per uno stupido predatore: o solo uno stupido, o solo un predatore.
Ma siccome ho voglia di dare fiducia al genere umano, voglio sperare che per questi "casi umani" si tratti solo di quell'ingenuità che fa pensare a un bambino - al quale dovrebbe in qualche modo attingere l'animo di un musicista -, di poter rubare la marmellata dalla credenza della nonna senza essere scoperto. Certo, comunque anche messa così, mi sembra che ci sia qualcosa che non torna. Sarà che il covid ci ha allontanato un po' gli uni dagli altri, sarà che ci nutriamo vieppiù di un vivere virtuale che fa pensare agli altri come avatar di un videogioco.
Ecco, al netto di sociologia, psicologia, filosofia e antropologia da barsport, mi sembra che si sia perso un certo contatto con la verità delle cose. La mia natura s'interroga, forse sto semplicemente invecchiando, ma al dunque, volendo tener fuori gli aspetti più deteriori della natura umana, più per buon auspicio che per buonismo, penso che voi, che ve ne state lì col vostro Big Muff tra le mani, in trepida attesa che qualcuno bussi alla vostra porta carico di euro o bitcoin, dovreste sinceramente riconsiderare le vostre priorità ché altrimenti o siete fuori di testa o siete fuori dalla realtà. |