Amplificatori programmabili, decine di effetti da stipare in preset e una cura speciale per le saturazioni sono concetti spesso associati al mondo chitarristico. Il basso elettrico però non è da meno quanto a esperienza nel tone shaping, e la modellazione di suoni - talvolta a livelli estremamente complessi - è una preoccupazione anche per i professionisti delle quattro corde, in studio quanto sul palco.
Nel settore, BOSS vanta una tradizione invidiabile e in tempi recenti ha voluto mettere al centro della scena proprio le basse frequenze, prestando al mondo del basso elettrico tutta la conoscenza sviluppata coi sistemi Katana e i processori digitali di casa. Nascono così i due combo BOSS Katana Bass, i primi sistemi programmabili prodotti dall’azienda espressamente per il basso.
La promessa di un sistema autosufficiente e di qualità con cui produrre e programmare suoni ha fatto rizzare le antenne a molti appassionati, e l’idea che alla base dei Katana Bass 110 e 210 ci fossero i concetti già rodati come il Tube Logic per replicare l’esperienza e l’interazione tra circuiti e cono paragonabili a quelli di un vero amplificatore valvolare mette il carico da dieci sul potenziale dei due combo BOSS. Dopo avervene parlato , entriamo quindi più nel dettaglio della linea Katana Bass.
Architettura
I recenti trend in fatto di amplificatori solid state per basso hanno abituato i musicisti alla compattezza estrema e al wattaggio elevato dei circuiti in classe D, sistemi che danno il meglio nella loro fase lineare priva di saturazione. L’approccio di BOSS, in questo caso, è sensibilmente differente.
Non si cerca l’headroom di un amplificatore lineare dal concetto hi-fi, bensì si vanno a sfruttare tutte le caratteristiche tipiche di una classe AB, preferita per la musicalità naturale del circuito, capace di sfociare in clipping organici e piacevoli in modo molto più vicino a ciò che accade in un normale amplificatore per chitarra.
Per questo, il “tetto” di volume offerto dalla potenza relativamente ridotta dei Katana Bass non rappresenta un limite, ma è una scelta ponderata, che concorre al carattere stesso dei due modelli a disposizione.
L’ watt sprigionati attraverso un woofer da 10 pollici e un tweeter con interruttore dedicato, mentre , e i coni salgono a due.
A rimarcare il valore espressivo di tale decisione si segnala la presenza di un Power Control integrato, riduttore di potenza con cui limitare il wattaggio e spremere così il circuito anche senza raggiungere necessariamente pressioni sonore incontrollate.
Di questo e di altro si parla nell’approfondito live stream condiviso da BOSS sul suo canale YouTube.
Tone Shaping
Macchina programmabile sotto ogni aspetto, il Katana Bass modella il suo carattere di base intorno a tre tipologie di amplificatori selezionabili e programmabili in diversi slot similmente a come si farebbe su un amplificatore multi-canale. Per ognuno è inoltre presente un interruttore Shape con tre caratteri differenti, agendo direttamente sulla curva d’equalizzazione e sul contenuto armonico dell’insieme. Si va da un’impostazione Vintage con medie attenuate, passando per un Flat dalla risposta più brillante per finire con la gamma estesa sulle basse del Modern.
Nella tradizione del basso elettrico, i riferimenti sonori sono ben definiti, probabilmente non tanti quanto quelli a disposizione del comparto chitarristico, ma non per questo limitati. Un’attenta conoscenza del proprio strumento e delle frequenze in ballo è fondamentale per destreggiarsi tra le innumerevoli sfumature del basso, per oscillare tra le rotondità di un accompagnamento anni ’60, l’incisività di un passaggio funk o la granitica violenza di un suono semi-saturo più moderno, così avere a disposizione un equalizzatore completo a quattro bande diventa fondamentale. BOSS fa di più e rende le frequenze medie regolabili, così da costruire un tonestack ideale per ogni occasione e necessità.
Effetti
I tempi in cui il basso elettrico entrava dritto nell’amplificatore o nel PA sono decisamente lontani. L’effettistica, dal banale compressore alle modulazioni più eclettiche, fino alle leggere sfumature quasi impercettibili ma che concorrono in maniera decisiva a un buon risultato finale, è oggi imprescindibile per i musicisti. BOSS provvede anche a questo con quattro sezioni per effetti indipendenti, circa sessanta in totale provenienti dagli archivi di casa e tutti ridisegnati appositamente per riflettere al meglio le caratteristiche, le sfumature e le frequenze del basso. Una prima categoria è interamente dedicata ai compressori, una seconda a overdrive, fuzz e distorsori, e due ulteriori slot indicati con FX1 e FX2 radunano modulazioni, effetti basati sul pitch, sintetizzatori, ambienti e altro. Come in un rig fisico più tradizionale, è prevista la distinzione tra effetti posizionati all’input e quelli posti a valle del preamplificatore, per un controllo sul suono ancora maggiore.
Blend
Una funzione particolarmente gradita è quella del Blend: la miscelazione di parte del suono dry al segnale effettato finale. Si tratta di un espediente sempre più apprezzato e proposto anche negli effetti di stampo boutique, che a ben vedere affonda le sue radici nelle grandi produzioni. In studio, sui dischi quanto sui grandi palchi, recuperare un pizzico di definizione e trasparenza del suono diretto nel mix finale è una prassi diffusa e ampiamente studiata, ma raramente approfondita in un dispositivo combo all-in-one come il Katana Bass. Questo, dalla sua, non si limita a proporne una versione base, ma prevede tre modalità differenti per ottenere diversi tagli in frequenza sui segnali puliti e processati, così da cesellare al meglio il mix finale.
Connettività
Come da prassi sui più moderni dispositivi Roland e BOSS, anche i Katana Bass sono pensati per semplificare la registrazione e il trattamento del suono in diretta, con meno complicazioni possibili.
Sul retro degli chassis, un’uscita XLR consente di prelevare il segnale diretto, pre o post, per registrare o per inviare la linea al PA, a un altro sistema di amplificazione o per suddividere le tracce effettate da quelle dry, con un approccio del tutto professionale.
In home studio, la porta USB torna particolarmente utile alla registrazione in diretta grazie alla simulazione di cabinet microfonato, a sua volta programmabile.
Programmabilità
BOSS Tone Studio è la piattaforma virtuale Roland con cui modellare suoni, creare preset e .
I Katana Bass entrano in campo con un sistema pienamente compatibile, che permette di controllare dallo schermo di un computer tutti i parametri presenti fisicamente sull’amplificatore, più una serie di altre possibilità ispirate da vicino ai processori digitali BOSS più avanzati.
Dal software, anche su dispositivi portatili iOS e Android, è possibile agire manualmente sull’equalizzazione, sulle frequenze di taglio del blend e sulla catena di effetti in generale, costruendo rig complessi con un colpo d’occhio e regolando ogni aspetto degli algoritmi con la praticità di un sistema a manopole e cursori familiari per qualsiasi appassionato di modeling.
Dal vivo
Ottimale per lo studio di registrazione, per la pratica casalinga e per incidere le proprie idee musicali con rapidità ed efficacia, il Katana Bass resta una macchina pensata principalmente per il palco, dove offre sound, pressione sonora e tutta la flessibilità necessaria a muoversi tra i suoni precedentemente programmati con un colpo di switch.
Per questo consente la connessione di footswitch esterni per navigare tra i preset, ed è recente l’arrivo del controller a pedale con cui estendere ulteriormente le possibilità.
La pedalboard è compatibile con gli amplificatori della serie Katana, Nextone, Blues Cube e Waza Tube Amp Expander, e permette di azionare effetti, richiamare emulazioni e controllare parametri in tempo reale grazie alla predisposizione per pedali d’espressione esterni.
Stimolante è la modalità Foot Control 2, che permette di controllare due amplificatori nello stesso momento, per una flessibilità espressiva inedita e inaspettata.
Infine, affiancandogli un secondo controller GA-FC standard, gli switch a disposizione raddoppiano per avere davvero tutto a portata di piede.
Dispositivi come i due BOSS Katana Bass dimostrano la chiara volontà di costruttori e artisti di abbattere le barriere e i luoghi comuni che vedono il basso come uno strumento essenziale, persino limitato. Tone shaping, espressività e cura per il suono sono in realtà parte integrante del processo creativo di un bassista, dal vivo quanto in studio dove l’approccio è forse differente da quello di un chitarrista, ma non secondario. Per questo, poter contare su dispositivi appositamente studiati rappresenta una potente arma, per una categoria di prodotto di cui sarà senza dubbio interessante seguire l’evoluzione. |