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La Soloist più veloce di sempre: in prova la Jackson American Series
La Soloist più veloce di sempre: in prova la Jackson American Series
di [user #116] - pubblicato il

Jackson corre più forte che mai, ma non lascia indietro il suono. La SL3 della American Series si rivolge ai metalhead dal cuore tradizionale ma proiettati negli stili più al passo coi tempi. La testiamo in video.
Sembra quasi un proclama della Apple sull’ennesimo iPhone più potente di sempre ma, quando la promessa arriva da Jackson con lo slogan “Fast As F#*!” e di mezzo c’è una Soloist verde evidenziatore fatta in USA, l’attenzione degli shredder è garantita.
La American Series è la novità Jackson per l’autunno 2022: la Soloist sbarca in territorio americano, con una costruzione di fascia alta, componenti scelti e una ricca serie di accorgimenti costruttivi e stilistici mirati a dare vita a uno strumento aggressivo, versatile, performante all’estremo che vuole unire sotto lo stesso stemma i rocker d’annata e i fanatici delle nuove tendenze.
Quando si è presentata l’occasione di metterci sopra le mani, non ce lo siamo fatti ripetere due volte.



Liuteria e suonabilità
Chi sceglie Jackson sa di poter contare su alcune certezze ben specifiche. Sulla American Series, tornano tutte.
La Soloist SL3 si basa su una costruzione neck thru con due ali in ontano a fare da body ai lati di una struttura centrale di acero in tre pezzi rinforzato alla grafite.
L’assemblato regala subito una sensazione di solidità e consistenza. Il tacco è praticamente inesistente per raggiungere tutte le posizioni sulla tastiera senza ostacoli e i contour sul retro permettono di sentire il body ben poggiato contro il corpo senza quasi avvertirne lo spessore.

La Soloist più veloce di sempre: in prova la Jackson American Series

La promessa di uno strumento veloce, improntato sul comfort e la performance, parte da ottimi presupposti, e la finitura satinata sul retro del manico fa il resto.
L’impressione continua quando si sposta lo sguardo verso i bordi della tastiera. Questa è in un ebano dai toni non troppo densi ma uniformi, con raggio compound che va da 12 a 16 pollici per 24 fret segnati da intarsi a pinna di pescecane rovesciati e con Luminlay sul bordo. I fret sono jumbo, un must per la categoria, ed è un piacere scoprire un’accurata lavorazione di smusso lungo tutto il bordo, con uno “spigolo” che si fa meno vivo per lasciarsi cingere dal palmo in un modo che sa di strumento già suonato e, in un certo senso, fa apparire l’insieme più maneggevole, come se la tastiera fosse meno larga di quanto non sia in realtà.
Fender, che nella sua famiglia di brand racchiude anche Jackson, aveva già sperimentato l’idea del rolled edge su strumenti ad altro marchio. Qui la tecnica funziona, ma sembra essere declinata in una versione meno tondeggiante, adattata alla suonabilità più “sleek” preferita da shredder e velocisti.
Si merita un pollice alto, senza dubbio.

La Soloist più veloce di sempre: in prova la Jackson American Series

Hardware e affidabilità
Con un Floyd Rose 1500, bloccacorde al capotasto e meccaniche bloccanti Gotoh MG-T, la SL3 della American Series è semplicemente impossibile da scordare.
Il ponte regge le sollecitazioni più violente, torna in assetto in un attimo ed è morbido a sufficienza da mettere sotto mano tutti i trick del caso. L’adozione di meccaniche locking potrebbe sembrare superflua, considerata la presenza di un capotasto bloccacorde, ma la scelta si fa apprezzare al cambio corde e nelle occasioni in cui, una volta bloccato il ponte, si decide di rilasciare il capotasto per esplorare accordature alternative. Potersi confrontare con drop tuning in pochi minuti, senza preoccuparsi di stirare di continuo le corde per evitare scherzi dalle meccaniche solitamente senza pretese che molti costruttori abbinano alle chitarre con Floyd Rose, è un gradito plus.

La Soloist più veloce di sempre: in prova la Jackson American Series

Elettronica e suono
Montati direttamente nel legno, come piaceva a maestri del genere del calibro di Eddie Van Halen, i pickup sono tre Seymour Duncan in configurazione HSS e ricalcano i timbri senza tempo che hanno cristallizzato lo stile della chitarra rock e metal tra gli anni ’80 e ’90.
L’humbucker JB TB-4 al ponte è un evergreen per chi vuole spingersi in distorsioni consistenti senza rinunciare al corpo sui puliti. Nella ricetta della American Series, dimostra un’anima tutt’altro che datata e affronta l’hi-gain puro con definizione, separazione delle note ed estremi di banda sempre piacevoli. I bassi sono asciutti, gli acuti mai penetranti, eppure tutto suona aperto e dettagliato.
Non da meno sono i due SSL-6 montati al centro e al manico con avvolgimento e polarità invertiti per cancellare i rumori di fondo nelle posizioni intermedie. Si tratta comunque di single coil d’impronta moderna, dall’output degno di nota e dal timbro a fuoco, che sostengono bene la saturazione senza generare mai ronzii eccessivi. Si sono fatti apprezzare un po’ in tutti i contesti, regalando suoni puliti puramente “ottantiani” e riservando sempre un’attenzione alla pulizia sonora, che anche sui distorti non rischia mai di slabbrare, con la giusta compressione per non sfigurare dinnanzi alla considerevole spinta dell’humbucker all’altro capo.
Sul piano dei controlli, la SL3 è da manuale, con un volume, un tono e un selettore a cinque posizioni.
Non ci sono push-pull e lo split dell’humbucker è demandato alle posizioni dello switch, per combinazioni originali che donano alla chitarra ancora maggior flessibilità. In particolare, il pickup centrale non è mai chiamato in causa da solo e viene miscelato ora col manico, ora con l’humbucker splittato, per posizioni intermedie gradite a chi vuole alternare aggressività hi-gain a parti clean dolci e ricche di colore.

La Soloist più veloce di sempre: in prova la Jackson American Series

Più che una “ascia”, la Soloist della American Series si rivela una spada, un fioretto con tutto quello che un fanatico della performance potrebbe desiderare. Si spoglia di orpelli superflui sul piano estetico in favore di pochi accorgimenti estremamente in stile con la propria filosofia sonora, e sposta tutta l’attenzione su costruzione e componentistica. La SL3 è fatta bene, suona bene e si suona ancora meglio. È la prima della sua stirpe e ci auguriamo di sentire ancora parlare di Jackson made in USA nel prossimo futuro, perché la strada si prospetta lastricata di tante, tantissime note suonate a una velocità smodata.
american series chitarre elettriche jackson sl3
Link utili
American Series SL3 sul sito Jackson
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di antales [user #4163]
commento del 20/12/2022 ore 15:41:37
Mi sembra una storia già vista e, da ex Jacksoniano convinto, mi lascia un pochino l'amaro in bocca.

Non conosco il prezzo ma credo che questa SL3 costi come la vecchia SL1 made in USA che a sua volta adesso costerà uno sproposito (le uniche differenze evidenti sono la mancanza di cornice per il pu al ponte e la mancanza di binding intorno al manico e alla paletta).

Intorno al 2008 la stessa chitarra, made in Japan, montava il TB4 al ponte e 2 Hot Rails Duncan e costava meno di 1000 €.

In pratica stanno seguendo le orme di ESP che qualche anno fa ha spostato la produzione standard dal Giappone in America sostituendola con la EII e alzando a dismisura i prezzi a parità di qualità (quando va bene).

Il fatto è che da ignorante non capisco come la cosa poi stia in piedi e se fanno queste manovre evidentemente hanno il loro ritorno.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 20/12/2022 ore 16:56:31
"In pratica stanno seguendo le orme di ESP che qualche anno fa ha spostato la produzione standard dal Giappone in America sostituendola con la EII e alzando a dismisura i prezzi a parità di qualità (quando va bene)."
Non è esatto, la serie Standard non è passata in America, quella americana è una serie a se stante. La serie E-II è in sostanza la vecchia Standard, rimarchiata e riprezzata.
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di sombrerobianco [user #8769]
commento del 20/12/2022 ore 18:29:49
Bisogna vedere chi compra una esp o jackson a 4000 euro!!!
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di Ghesboro [user #47283]
commento del 20/12/2022 ore 18:52:08
Risposta facile: chi li ha.
Risposta più complessa: chi vuole una chitarra impeccabile, un mezzo investimento (non a livelli Fender o Gibson, ma quasi), uno strumento da tenere. Se prendi in considerazione le chitarre import cominci a non marciarci più tanto leggero se vuoi qualcosa fullspecs. Attendendo i cataloghi 2023, con i modelli 2022 che ancora devono prospettarsi negli scaffali, non è più lontana la realtà di indonesiane e koreane sui 2k e più.
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di sombrerobianco [user #8769]
commento del 20/12/2022 ore 19:10:08
Chi li ha li mette molto più facilmente su Fender e Gibson che con le varie serie custom e limitate stanno creando un mercato d’élite di collezionisti e anche di investimento.
Ma sinceramente per quanto belle ben suonanti e ben costruite ne jackson ne esp possono arrivare a competere in quel mercato perché hanno un’immagine differente.

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di Ghesboro [user #47283]
commento del 21/12/2022 ore 09:09:3
Chi li ha li mette su Fender e Gibson se son quelle le chitarre che gli interessano, altrimenti che senso ha?
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di antales [user #4163]
commento del 21/12/2022 ore 08:41:57
Direi di no. In america producono la serie ESP standard e la serie custom che alza ancora di più il livello, almeno per il prezzo. Quindi se vuoi la scritta ESP sulla paletta non spendi più come prima. Paghi una EII più della vecchia serie ESP giapponese.
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di MuddyWaters [user #47880]
commento del 21/12/2022 ore 07:26:38
Ah mo è la chitarra che è veloce, non le mani. Ad Eric Johnson piace molto questa storia.
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di dariothery [user #12896]
commento del 22/12/2022 ore 17:40:14
se riesce a scendere sotto la soglia del minuto e mezzo a stile libero, la prendo e la mando a nuotare al posto mio!
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di MM [user #34535]
commento del 22/12/2022 ore 19:12:2
Nei 100 stile libero?
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di dariothery [user #12896]
commento del 23/12/2022 ore 09:16:32
si, ovvio
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di MM [user #34535]
commento del 23/12/2022 ore 09:18:4
Beh si fa dai, io alla mia veneranda età riesco ancora a stare sotto 1 e 20....
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di dariothery [user #12896]
commento del 23/12/2022 ore 09:45:17
ah complimenti! io forse potrei provare ma mi ci dovrei davvero impegnare...beh comunque c'è la Jackson a correre per entrambi!:)
Rispondi
di Roccobianchi33 [user #51050]
commento del 22/12/2022 ore 21:18:2
Uno che prende una chitarra come questa non considera le classiche Gibson e fender... Son due mondi differenti... Come potete paragonarle? Semmai la concorrenza é ESP e soprattutto Ibanez(per rimanere su marchi famosi). In ogni caso prezzo davvero esagerato per una chitarra definita "essenziale e senza fronzoli" che io definisco invece piuttosto grezza. Ho Ibanez di questa tipologia che costano meno della metà e sono perfette. In usa poi magari farà grande successo....
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di dariothery [user #12896]
commento del 23/12/2022 ore 09:17:04
effettivamente hai ragione
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di Roccobianchi33 [user #51050]
commento del 23/12/2022 ore 09:31:42
Poi é una bella chitarra.... Ci mancherebbe...
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di Shopper [user #37240]
commento del 23/12/2022 ore 21:42:49
Sarò breve: 2600€…pazzia
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di gerlop [user #44005]
commento del 27/12/2022 ore 11:38:17
Con piacere noto che diverse aziende cominciano a mettere le autobloccanti anche sulle chitarre col floyd e bloccacorde. Questa chitarra mi piace ma preferisco la configurazione HH, la tastiera in acero, il body azzurro, i pickup bianchi e il manico non verniciato...in pratica la rifarei :)
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