I Måneskin sono la cosa migliore sentita a Sanremo
di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 09 febbraio 2023 ore 22:50
Si sono esibiti durante la terza sera di Sanremo 2023. Non hanno cannato una nota e hanno portato sul palco dell’Ariston nientemeno che Tom Morello.
Mentre scriviamo queste righe, su Rai 1 si svolge la sagra dell’autotune, attività facoltativa “corsa al gossip”, salvando la pace di qualcuno e con tutto il rispetto verso i professionisti che ogni anno riescono a regalare al pubblico quella che resta - di fatto - una macchina oliata alla perfezione, confezionata ai massimi livelli. Ma al pubblico questo importa sempre meno.
A poche ore dall’inizio della prima serata (cioè ancora ai titoli di testa, considerata la durata di ogni puntata…) a rubare la scena è stato Blanco, le sue rose scalciate eccetera.
Qualcuno ha fatto notare - e non avrebbe torto - che l’accaduto è fin troppo simile alla scena conclusiva del videoclip di “L’Isola Delle Rose”, quindi si rafforza l’idea che tutto fosse organizzato. Magari non il problema all’in-ear, ma i fiori distrutti sì. Magari il pubblico avrebbe accolto diversamente l’atto se fosse giunto al termine di un’esibizione eseguita a puntino ma, in fin dei conti, chi se ne frega.
Torniamo su Sanremo solo per puntare i riflettori su una band fuori concorso. Non i Pooh, non il trittico Ranieri-Albano-Morandi, che sì, ok, sono bravissimi, si mettono in tasca tutti i giovani cantanti e il tutto resto. Parliamo invece dei Måneskin.
La band romana ha suonato da poco per promuovere RUSH!, il suo nuovo album. I quattro hanno portato show ed energia, Damiano non ha perso un colpo, ha tenuto il palco da vero professionista e - sorpresa - a un certo punto ha pure sfilato gli in-ear per portare la performance a casa al meglio. Se in quelle cuffie c’era qualche problema tecnico probabilmente non lo sapremo mai, ma i loro 5 minuti hanno funzionato alla grande. Tom Morello sbattuto in faccia al pubblico di Sanremo è una delizia, e vedere un - seppur rapido - duello di chitarra tra lui e Thomas Raggi è una ventata d’aria fresca. Mi riserverò di ascoltarlo meglio, perché almeno stasera - con tutta la produzione, il playback e le sequenze del caso - ha dimostrato di avere per bene il mestiere sotto le dita.
Queste sono le personali opinioni di chi scrive, che si concludono con una domanda aperta: di preciso, da ‘sti quattro ragazzi, che volete di più?
Per quanto mi riguarda - e vista la concorrenza - avanti così.