Alcuni anni fa su YouTube un particolare video ha catturato l’attenzione di moltissimi fan dei Red Hot Chili Peppers. Sul suo canale, Paul Davids si interrogava: “perché Frusciante non accordava la chitarra?”.
Oggetto del clip era la registrazione di “Scar Tissue”, in cui la chitarra di John Frusciante suona dolce, musicale, semplicemente perfetta. Eppure, se si va a eseguire il suo iconico riff, si nota che qualcosa non va.
Davids dimostra come si verifichino delle ribattute e il tutto suoni leggermente scordato anche quando qualsiasi accordatore elettronico garantisce che si è perfettamente intonati.
La rivelazione è illuminante: il nostro attuale sistema musicale suddivide l’ottava in 12 semitoni uguali, ma in natura non funziona esattamente così. Il più delle volte il risultato è ugualmente accettabile, ma esistono casi come quello in esame in cui le differenze diventano macroscopiche.
Per far suonare bene quella parte - Paul illustra - bisogna scordare leggermente la corda del Si, andando a compensare a orecchio tutte quelle approssimazioni che rendono più lineare il nostro attuale sistema di suddivisione dei semitoni e conseguente accordatura, ma non per questo più efficace.
Per lungo tempo l’interessante analisi di Davids ha fatto discutere gli appassionati e il genio di Frusciante ha stupito ancora una volta. Nessuno, però, ha mai veramente saputo se quel suono fosse davvero frutto del ragionamento che Paul ha dedotto e condiviso nel suo video. Finora.
Di recente, John Frusciante ha concesso una lunga intervista con Rick Rubin per il podcast Broken Record, e l’accordatura di “Scar Tissue” è uno dei temi toccati (al minuto 24:30).
Dalla chiacchierata viene fuori che sì, quello che Paul aveva dedotto e spiegato nel suo video è reale, ma Frusciante confessa di non averlo fatto intenzionalmente.
In studio, durante le registrazioni di “Scar Tissue”, la sua chitarra era semplicemente un po’ scordata, ma il brano suonava bene, tutto girava come avrebbe dovuto, così nessuno l’ha notato e nessuno si è posto il problema.
Il tecnico di John aveva già portato alla sua attenzione il video di Paul e si può immaginare l’eccitazione di quest’ultimo, che ha prontamente riportato la cosa sul suo canale.
Nella stessa intervista, John entra nel merito dell’accordatura e svela di aver effettivamente incontrato questioni simili in passato, in particolare suonando dietro le registrazioni di vecchi bluesman.
Nei dischi di allora non esistevano i moderni accordatori elettronici e una buona componente era affidata all’orecchio. Così, se una cosa suonava bene, era semplicemente “giusta” per essere incisa.
Viene da chiedersi se condizioni simili possano mai verificarsi in uno studio moderno, con la precisione chirurgica che molti artisti sembrano ricercare oggi nelle loro produzioni.
La tecnologia è un’arma potente nelle mani di un artista ma, forse, senza un’importante componente umana oggi non avremmo mai conosciuto un capolavoro come “Scar Tissue”. |