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Marty Friedman: la chitarra distorta è nel DNA dei giapponesi
Marty Friedman: la chitarra distorta è nel DNA dei giapponesi
di [user #116] - pubblicato il

Marty Friedman ha una teoria interessante sul perché in Giappone la chitarra elettrica va ancora forte, mentre in occidente sparisce dalle classifiche.
I giapponesi hanno un rapporto speciale con la chitarra elettrica, tanto che le canzoni più ascoltate ne fanno largo uso e tutti, dai bambini agli anziani, non faticano a farsi piacere melodie e assolo distorti. A dirlo è Marty Friedman, che ha sviluppato una propria teoria a riguardo. I fatti sembrerebbero fargli ragione, tanto che la chitarra distorta è protagonista persino nell’inno ufficiale dell’associazione Japan Heritage, dove a imbracciarla è proprio l’ex Megadeth.



Marty affronta il tema in una recente intervista con Rick Beato, lunga chiacchierata della durata di un’ora tra stile, consigli tecnici e retroscena.



L’argomento viene toccato nei primi minuti di conversazione. Friedman vive da tempo in Giappone e ha stabilito un forte legame con la cultura del luogo, studiandone a fondo usi, costumi ma soprattutto arte e musica.

Secondo Marty, nel Sol Levante la chitarra trova una collocazione in qualsiasi genere musicale, e si dice sicuro che non sia così in occidente dove, nelle classifiche, “se è presente una chitarra si tratta di una presenza davvero minima”. Al che Rick conferma come, in un recente video, faceva notare che la chitarra fosse presente in un solo brano dell’attuale top 20. In Giappone, continua Friedman, la chitarra è invece in tutti i brani della top ten, talvolta è distorta e spesso fa anche un assolo.

Non è necessariamente immersa in sonorità metal, ma sembra che il grande pubblico ami il suono della chitarra distorta anche in modo pesante, che così riesce a collocarsi nella dance, nella musica Idol, facendosi ascoltare letteralmente da chiunque.

Secondo il chitarrista, la ragione è da ricercare nella tradizione stessa del Giappone, e tira in ballo lo shamisen.
Lo shamisen è uno strumento a corda tradizionale giapponese. Viene suonato con un grosso plettro e ricopre essenzialmente una parte melodica o solista, con una corda a vuoto a fare da tappeto in alcuni frangenti. In cima alla paletta, una levetta permette di modificare il suono delle corde creando un suono più acido, con le corde che friggono appena, e che Marty associa all’idea di un suono distorto.



Non solo una questione di timbrica, ma anche di prassi esecutiva: così viene citato il Tsugaru Shamisen (o Jamisen), contesto tradizionale che vede più musicisti intrecciare lick dall’impronta molto chitarristica.



Sarebbero ingredienti simili, secondo Friedman, alla base della passione dei giapponesi per la chitarra elettrica, anche quando la “moda del rock” è stata abbandonata dal pubblico generalista dopo il boom degli anni ’60 e ’70.

All’interesse dell’audience nipponica verso un certo tipo di musica più “costruito” e ricercato, secondo Marty contribuirebbe anche la tradizione pop locale. Questa si basa su progressioni di accordi assai più fitte rispetto agli standard occidentali, per quanto possano anche essere basiche sul piano della complessità armonica.
A ovest accadeva fino ad alcune decine di anni fa, ma è un aspetto che si è andando via via perdendo, da quando l’orecchio ha cominciato a formarsi sul rock n roll americano basato sui riff e sui giri composti da pochissimi accordi.
Questo in Giappone non è accaduto, e Marty ha una spiegazione a riguardo: per lui, a tenere alto il livello d’attenzione del pubblico orientale è il modo in cui, specialmente nelle città più grandi, la gente sia bombardata di informazioni, nella società come in musica, e un brano più ripetitivo o minimale rischierebbe di annoiare l’audience.

Quello di Marty Friedman è sicuramente un punto di vista interessante, che accende non poche questioni sulla scena musicale attuale, occidentale in generale ma anche e soprattutto quella Italiana, dove da tempo i riflettori si sono decisamente spostati altrove rispetto ad aspetti come ricercatezza armonica e melodica.
chitarre elettriche curiosità interviste marty friedman
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di Ampless utente non più registrato
commento del 21/04/2023 ore 15:28:32
Poi comunque le pentatoniche fanno parte anch'esse del mondo della musica orientale basta documentarsi, incollo:
La scala pentatonica probabilmente ha avuto origine nell'est (più precisamente in Cina) ed è il tipo di scala più comune nella musica giapponese.
La Scala Hirajoshi è la scala pentatonica usata comunemente nelle canzoni dei cartoni giappo.
la musica orientale è caratterizzata dall'armonia tra ogni tono. Pertanto, la scala hirajoshi e le altre scale pentatoniche sono le principali guide per il musicista in questo processo compositivo.
In questo senso si può notare che, mentre la musica giapponese è composta da 5 toni, la musica occidentale (americana, inglese, tra gli altri) ha solitamente la caratteristica diatonica, cioè strutturata in 7 note (da cui un'altra possibile nomenclatura per essa sarebbe scala eptatonica), essendo 5 intervalli di toni e 2 di semitoni. Questo sistema è costituito dal classico set “Dó, Ré, Mi, Fá, Sol, Lá, Sí”, che abbiamo imparato a scuola.
Un altro fattore molto caratteristico del suono giapponese, che lo differenzia da quello occidentale, deriva dall'esistenza del suo sillabario idiosincratico (hiragana e katakana), esercitando così una grande influenza sull'armonia dei testi musicali, considerando che alcune sillabe vengono rimosse o cambiato nelle canzoni per evitare cacofonia
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di antsonc [user #13494]
commento del 21/04/2023 ore 15:49:49
Sapevo che dovevo vivere in Giappone! Invece, col cognome che mi ritrovo...
Rispondi
di Gigibagigi [user #49591]
commento del 21/04/2023 ore 16:17:04
Bah, magari se nascevi in Giappone di cognome faceve "Nakagata", sai te...
Rispondi
di antsonc [user #13494]
commento del 21/04/2023 ore 16:37:21
😀😀😀
Rispondi
di antsonc [user #13494]
commento del 21/04/2023 ore 16:37:2
😀😀😀
Rispondi
di reca6strings [user #50018]
commento del 21/04/2023 ore 16:59:04
vai al link
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di Mm utente non più registrato
commento del 21/04/2023 ore 21:36:07
Ormai sono solo articoli si katawiky,il vintage e Friedman....andrei pure a ripescare dei Luigi quindicesimo....
Meno male che il settore si sta esaurendo
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di kitestra78 [user #30170]
commento del 24/04/2023 ore 11:26:45
Friedman è uno dei pochi chitarristi della sua epoca che ha saputo reinventarsi e diventare addirittura un'icona in un altro paese, peraltro tradizionalmente "difficile" come il Giappone. Persona estremamente intelligente, almeno a giudicare dalle considerazioni, tutt'altro che scontate, formulate nell'intervista. Scontata invece la sua perizia tecnica e il gusto melodico: il brano per la Japan Heritage è spettacolare.
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