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1959 Gibson Les Paul Custom “Black Beauty”: la culla del suono di Jimmy Page [IT-EN]
1959 Gibson Les Paul Custom “Black Beauty”: la culla del suono di Jimmy Page [IT-EN]
di [user #63578] - pubblicato il

Poche chitarre sono diventate così iconiche come quelle prodotte dalla Gibson nel 1959. Tra questi modelli, la Les Paul Custom è stata l’arma scelta da alcuni dei musicisti più influenti di sempre, basti pensare a personaggi come Jimmy Page, Keith Richards o Peter Frampton, solo per citarne alcuni. Ma l’incarnazione 1957/1960 del modello presentava tre pickup humbucking e offriva una combinazione tonale mai sperimentata prima, spesso sottovalutata, ma molto interessante.

La prima cosa che vale la pena menzionare è che il modello Les Paul Custom realizzato tra il 1957 e il 1960 aveva alcune caratteristiche uniche, come il corpo in mogano pieno (e non il top in acero), la tastiera in ebano e tre pickup humbucking, di cui quello centrale con magnete a polarità invertita e collegato agli stessi controlli di volume e tono utilizzati per il pickup al ponte.

Quando si seleziona la posizione “middle” nel selettore a levetta, si sente il tono dei pickup centrale e al ponte combinati, con un suono “simil-fender”, a metà tra la posizione centrale di una Telecaster e la seconda-quarta posizione di una Strat.

Molti chitarristi hanno modificato questa opzione, invertendo la polarità del magnete del pickup centrale e cablandolo in modo indipendente alla posizione centrale dell’interruttore a levetta, ma musicisti come Jimmy Page hanno invece sfruttato questa caratteristica per ottenere incredibili toni di chitarra, che lui ha spesso utilizzato quando suonava le parti di ritmica o solista, sia in studio sia sul palco.

Una tipica Custom a tre pickup è dotata di un singolo interruttore a levetta a tre vie che consente di attivare i pickup in questo modo: solo pickup al manico; pickup al manico e centrale; solo pickup al ponte. Jimmy la usò così, nella configurazione standard, per un buon decennio, dopo averla acquistata nuova nel 1960. Nel 1970 aggiunse due interruttori a levetta per poter attivare qualsiasi combinazione di pickup, cambiare la loro relazione di fase o spegnerli completamente.

Jimmy e la sua Les Paul Custom possono essere ascoltati in un’infinità di brani di quell’epoca, tra cui la drammatica “Goldfinger” di Shirley Bassey e l’intensa versione garage rock dei Them del classico del blues “Baby, Please Don’t Go”. Jimmy lavorava moltissimo in studio, si stima che il suo lavoro alla chitarra, in particolare con la sua Les Paul Custom, possa essere ascoltato nel 60% dei brani registrati in tutto il Regno Unito nei primi anni Sessanta!

Con i suoi tre pickup humbucking, l’attaccacorde Bigbsy e un circuito unico, la Les Paul nera offriva a Page un’ampia tavolozza tonale e una grande flessibilità, rendendo lo strumento una scelta ideale per qualsiasi cosa fosse chiamato a suonare nelle sessioni in studio.

Fu proprio con questa chitarra che Page arrivò a essere considerato di uno dei musicisti più rispettati, professionali e creativi d’Inghilterra. Il suo legame con lo strumento era professionale ed emotivo, parte essenziale della sua vita di musicista e anche il suo marchio di fabbrica.

La chitarra aveva un grande significato per lui, al punto che quando iniziò a suonare negli Yardbirds e poi nei Led Zeppelin, non la portò quasi mai con sé in viaggio, non volendo farle correre alcun rischio. In effetti la prima volta che osò viaggiare con quel prezioso strumento per un periodo di tempo prolungato fu il fatidico tour nordamericano del 1970.

“Usavo la mia Les Paul Standard sunburst che avevo comprato da Joe Walsh nel 1969, ma quella ho trovato il coraggio di portare la Custom in tour con noi, quando abbiamo fatto lo spettacolo alla Royal Albert Hall l’ho usata per suonare quei numeri di Eddie Cochran, era un’ottima chitarra di riserva da avere a disposizione. Suonava davvero bene. È stato un atto di fede portare la chitarra in tour… e guarda cosa è successo”.

Quando la sua amata chitarra fu rubata all’aeroporto di Minneapolis nel 1970 non è difficile immaginare come Jimmy abbia avuto l’idea di modificare la sua Les Paul Standards con le opzioni di interruttori in serie/parallelo, e anche con l’inversione di fase. Dopo il furto passò alla Les Paul Standard, un classico ormai intramontabile, che non aveva un terzo pickup né quelle particolari possibilità timbriche se lasciata completamente stock. Un’altra modifica apportata è stata l’installazione di meccaniche “Grover”, esattamente quelle in dotazione al modello Custom.

Oggi, qui a Vintage Vault, siamo entusiasti di presentare uno di questi incredibili strumenti, una Gibson Les Paul Custom “black beauty” del 1959.

Appena si apre la custodia nera con rivestimento interno giallo, ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa di diverso. Dall’inconfondibile odore della finitura Gibson vintage degli anni ’50, alla tastiera in ebano, dalle parti metalliche placcate in oro perfettamente usurate alla lacca nera, lo strumento è ancora elegante e bello come è sempre stato.

Si legge spesso di persone che non credono alla qualità dell’artigianato degli anni ’50, ma cambierebbero idea se potessero maneggiare uno di questi gioielli, veri e propri pezzi d’arte. E sì, sono stati costruirti con le sole tecniche tradizionali, l’abilità di liutai esperti e materiali di prima scelta. Alcune delle moderne tecnologie, come le macchine a controllo computerizzato, assicurano sicuramente precisione e perfezione, ma queste macchine non c’erano quando queste chitarre sono state progettate e costruite, eppure gli artigiani del tempo sono state in grado di realizzarle con una precisione e una consistenza qualitativa eccezionali.

Questa chitarra è stata costruita verso la fine del 1958 e completata in fabbrica all’inizio del 1959, infatti presenta un numero di serie “9-0364” e i tipici tasti “piccoli” del 1958, che resero la chitarra celebre come “fretless wonder”.

A parte un Bigsby aggiunto e subito rimosso, la chitarra è in perfetto stato di conservazione, ed è stata suonata molto, e per una buona ragione.

È uno strumento fenomenale, provare l’esclusiva circuitazione sull’originale è davvero rivelatorio! La configurazione a levetta centrale, in cui il pickup centrale (con polarità inversa) e il pickup al ponte suonano insieme, offre un’incredibile gamma di toni. L’abbiamo confrontata con una coppia di chitarre Gibson Custom Shop “aged and signed” di Jimmy Page, le famose “Number One” e “Number Two”, ed è evidente da dove Jimmy abbia tratto l’idea di personalizzarle con tutti gli interruttori e i cablaggi personalizzati, ottenendo così ogni possibile configurazione timbrica dei due pickup della classica Les Paul.

Inutile dire che la vecchia 1959 spicca rispetto alle due famose riedizioni che Jimmy Page stesso ha scelto e firmato a mano. Lo strumento originale ha infatti un timbro più ricco, un sustain più lungo e frequenze celestialmente bilanciate dai pickup PAF originali.

La chitarra è anche sorprendentemente leggera, nonostante il corpo in mogano pieno. Il manico, con il profilo ampio desiderato, è perfettamente realizzato e lo strumento è una vera gioia da suonare.

Abbiamo chiesto al nostro amico, e musicista professionista, Mattia Tedesco, di provare lo strumento con un vecchio Marshall 100 Watt degli anni ’60, ed è perfettamente in grado di incanalare quelle vibrazioni dei Led Zeppelin rese famose dal leggendario Jimmy Page. Potete ascoltarlo qui.

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[EN] 1959 Gibson Les Paul Custom “Black Beauty”: Where Jimmy Page’s trademark tone was born

Very few guitars have become as iconic as those made by The Gibson guitar company in 1959. Among those models, the Les Paul “Custom” was the weapon of choice of some of the most influential musicians ever, think about people like Jimmy Page, Keith Richards, or Peter Frampton just to name a few. But the 1957/1960 incarnation of the model featured 3 humbucking pickups and offered a never before experimented tonal combination, often underrated, that is, on the contrary, very interesting.

First thing worth to be mentioned is that the Les Paul Custom model made between 1957 and 1960 had some unique features, such as a full mahogany body (and no maple top), ebony fingerboard, and 3 humbucking pickups, with the middle one with reversed polarity magnet, wired to the same volume and tone controls used for the bridge pickup.

When we select the “middle” position in the toggle switch we hear the tone of the middle and bridge pickups combined, with a unique “Fender-like” tone, in between a middle position of a Telecaster or the second and fourth positions on a Strat.

Many guitarists modified this option, reversing the magnet polarity of the middle pickup and independently wiring it to the middle toggle switch position, but people like Jimmy Page instead worked around that feature to achieve incredible guitar tones, frequently used by him when playing rhythm or solo guitar parts in the studio or on stage.

Infact, A typical three-pickup Custom comes with a single three-way toggle switch that allows players to activate their pickups in this fashion – neck pickup only; neck and middle pickup; bridge pickup only. Jimmy used it like this, in the standard configuration for a good decade, after purchasing it brand new in 1960. In 1970 he added two additional toggle switches so he could activate any combination of pickups, change their phase relation or turn them off completely .

Jimmy and his Les Paul Custom can be heard on a countless number of tracks from that era, including Shirley Bassey’s dramatic “Goldfinger” and Them’s intense garage rock version of the blues classic, “Baby, Please Don’t Go”. Jimmy was working so much in the studio that It’s estimated that his guitar work, specifically done with his beloved Les Paul Custom, can be heard on 60 percent of the tracks recorded in The entire United Kingdom in the early Sixties!!

With its three humbucking pickups, the Bigbsy vibrato tailpiece and unique circuitry, the black Les Paul provided Page with a wide tonal palette and a lot of flexibility, making the instrument the ideal choice for just about anything he was called on to play in the studio sessions.

It was with this special guitar that Page earned his reputation as one of the most respected, professional and creative musicians in England. He bonded with the instrument in a professional and emotional way, it was an essential part of his musician’s life, and his trademark sound too.

The guitar had a lot of significance to him, to the point that when he started playing in the Yardbirds and Led Zeppelin, he almost never took it on the road with him, unwilling to take any risks with the instrument. In fact, the fateful 1970 North American tour was the first time he dared travel with it for an extensive period of time.

“I was using my sunburst Les Paul Standard I bought from Joe Walsh in 1969, but I sort of plucked up the courage to take the Custom guitar on tour with us, because when we did the Royal Albert Hall show, I’d used it to play those Eddie Cochran numbers and it was a real good backup guitar to have. It really sounded terrific. It was a leap of faith to take the guitar on the road… and look what happened.”

Once his beloved guitar got stolen at the Minneapolis Airport in 1970, It’s not difficult to imagine where Jimmy got the idea to modify his les Paul Standards with the series/parallel switches options, and the phase inversion options too. After the theft infact, he switched to the – now timeless classic – Les Paul Standard, which didn’t have a third pickup in it nor those particular tonal possibilities if left completely stock. Another modification he did was to install “Grover” tuners, exactly what came with the Custom model.

Today, here at Vintage Vault, we’re excited to present one of these incredible instruments, a 1959 Gibson Les Paul Custom “black beauty”.

The second you open the black case with yellow interior lining, you realise to be in front of something else. From the unmistakable smell of the 50s vintage Gibson finish, to the Ebony fingerboard, from the perfectly worn-in Gold Plated metal parts to the Black lacquer, the Instrument is still as elegant and beautiful as ever.

We read quite often that people don’t believe how good the craftmanship was back in the 50s, and I wish they could handle one of these gems, which are true pieces of art, and yes, they were able to built them with just traditional techniques, expert luthier’s skills and prime materials. Some of the modern technology, such as Computer Controlled machines, will surely ensure “precision” and “perfection” in a number of features, but those machines weren’t there when these guitars were designed and built, yet, they were able to craft them with outstanding precision and quality consistence.

This guitar has been built in very late 1958, and completed at the factory in early 1959, infact it features an early serial number “9-0364”, and the typical 1958 “small” frets, of “fretless wonder” fame.

Aside from a Bigsby tailpiece added and then removed at once, the guitar is bone-stock, and it’s been played  a lot, and for a good reason.

It’s a phenomenal player and trying the unique circuitry on the real deal is really revelatory! The middle toggle configuration, where the middle pickup (with reverse polarity) and the bridge pickup play together, offers an incredible array of tones. We compared it with a pair of Jimmy Page “aged and signed” Gibson Custom Shop Guitars, the famous “Number One” and “Number Two”, and it’s evident where Jimmy got the idea to customise them with all the custom switching and wiring, thus achieving any possible tone configuration out of the two pickups of the classic Les Paul.

Needless to say that the old 1959 stands out when compared to the two famed reissues, which Jimmy Page himself handpicked and signed. The original instrument infact has a richer tone, longer sustain and heavenly balanced frequencies delivered by the original PAF pickups.

The guitar is also surprisingly lightweight, regardless of the full mahogany body. The neck carve, with the desired large playing profile, it’s perfectly crafted and the instrument is a real joy to play.

We asked to our friend, and professional musician Mattia Tedesco, to try the instrument into an old Marshall 100 Watt from the 60s, and it perfectly channels those Led Zeppelin’s vibes made famous by the legendary Jimmy Page. You can hear it here.
gibson jimmy page les paul vintage vault
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