Medusa: CostaLab svela la patch box super-versatile
di redazione [user #116] - pubblicato il 05 giugno 2023 ore 07:20
Due linee mono, due linee stereo e due connettori DIN a cinque poli per connessioni MIDI e oltre sono i “serpenti” che si diramano dal Medusa, la patch box professionale firmata CostaLab.
Dispositivi generalmente essenziali, talvolta sottovalutati dagli hobbisti e per lo più appannaggio dei professionisti e di chi tiene particolarmente all’ordine dei propri wiring, le patch box sono un ottimo sistema per organizzare le connessioni tra la strumentazione in maniera pulita. Che sia uno studio di registrazione in cui occorre rivoluzionare giorno dopo giorno i percorsi dei cavi, o la pedalboard di un appassionato in cui si vuole tenere tutto al proprio posto e bene in vista minimizzando il rischio di incorrere in guasti improvvisi, una patch box ben studiata può diventare un coltellino svizzero non da poco, nelle mani giuste.
Ognuno con un suo ruolo e un proprio ordine preciso, da una scatoletta seduta lì in pedalboard si diramano una gran quantità di cavi, come i serpenti dalla testa di una figura mitologica.
Dev’essere questa l’immagine che ha ispirato CostaLab nel battezzare il Medusa, una patch box che il laboratorio di Mentana, poco fuori Roma, definisce “smart” in virtù delle connessioni intricate di cui è capace.
Il Medusa è un circuito passivo, vale a dire che non richiede alimentazione, e può diventare il cardine di una pedaliera per connessioni anche complesse.
Di base, una patch box crea dei ponti tra cavi e il suo scopo è ripulire un wiring o una pedaliera, ridurre il numero di operazioni che un musicista deve compiere quando allestisce il proprio set su un palco collegando solo lo stretto necessario senza “operare” dentro la pedalboard. Debitamente integrata, una patch box consente di creare connessioni complesse senza per questo sporcare il risultato finale.
Così il Medusa dispone sui fianchi due file di jack femmina.
Sul lato destro - quello rivolto verso “fuori” fuori la pedalboard - si trovano l’ingresso per lo strumento, la presa verso l’amplificatore, il send e il return per loop effetti. Sul lato sinistro - quello che va “dentro” la pedalboard - una coppia di prese jack TRS e TS (rispettivamente a tre e a due contatti per prevedere configurazioni stereo) permette di collegare pedali nell’input dell’amplificatore, mentre una seconda coppia li posiziona nel loop effetti.
In basso, ai due lati, due prese DIN fanno da ponte per i dispositivi che ricevono e inviano segnali di control e program change. Le porte hanno cinque pin, così da essere compatibili non solo con il protocollo MIDI, ma anche con tutti i tipi di dispositivi si avvalgano dello standard DIN.
Le patch box sono prodotti poco diffusi tra gli appassionati, a volte viste come un vezzo per i fanatici dell’ordine e della purezza sonora. Una soluzione del genere mette invece dinnanzi a una serie di possibilità espressive niente male, dando vita a un dispositivo pratico, compatto e versatile capace di condurre il musicista verso nuovi modi di intendere il proprio rig.
Se la “solita pedalboard” con una singola linea di stompbox interposta tra chitarra e amplificatore comincia a starvi stretta, un approfondimento su soluzioni come il Medusa è consigliabile. Sul sito CostaLab, è possibile vedere la patch box a questa pagina.