Le potenzialità delle intelligenze artificiali sono notevoli e, anche ai loro primi passi, i software in grado di intrattenere conversazioni, formulare idee e persino generare progetti stupiscono gli appassionati. Il bot ChatGPT è forse tra i sistemi più famosi e non sono pochi gli esperimenti in cui compiti avanzati e finora impensabili senza l’intervento di un umano vengono dati in pasto al software con risultati quantomeno stimolanti. È stato il caso del sulla sola base delle informazioni trovate in rete riguardo il classico Tube Screamer, e ora ChatGPT torna a occuparsi di effetti a pedale per il suo primo affaccio sul mondo reale.
Stavolta c’è la supervisione e la collaborazione con un team di progettisti esperti, e così nasce il Revv Amplification Chatbreaker.
Il Chatbreaker è un overdrive reale, un esperimento diventato un prodotto di serie in casa Revv Amplification che, i progettisti promettono, è in grado di fornire al musicista uno strumento organico, reattivo, dalla pasta sonora altamente distintiva.
Si tratta insomma di un prodotto lontano anni luce dagli esperimenti dei fan in formato virtuale che, grazie alla collaborazione tra l’intelligenza artificiale e i progettisti Revv, diventa un pedale fatto e finito, ben suonante, con il primato di essere il primo prodotto commerciale nel suo genere a essere disegnato da una AI.
Gran parte del fascino nel Chatbreaker sta sicuramente nella sua natura sperimentale, perché all’atto pratico si preannuncia un overdrive piuttosto tradizionale. La saturazione contenuta, che va dal leggero breakup al crunch da rock classico, si deve a un progetto basato sul ben rodato BluesBreaker, e sul piano funzionale poco si discosta da un tipico stompbox per chitarra.
I controlli sono Gain, Level e Tone, il footswitch è true bypass e, come da abitudine Revv, lo chassis è leggermente ridotto rispetto allo standard per contenere gli ingombri in pedaliera.
Più che l’innovazione sonora in sé, non c’è dubbio che dietro il Chatbreaker ci sia principalmente il desiderio di sperimentare con le tecnologie, affiancando una componente artificiale a quello che, di fatto, è un progetto che molti tecnici avrebbero tranquillamente sviluppato in autonomia con risultati simili, come da decenni ormai accade in un settore affollato come quello degli effetti a pedale. Si tratta però di una prima prova interessante che apre la porta a una serie di possibilità che forse abbiamo solo scalfito in superficie e che, in tempi rapidissimi, potrebbe dare vita a tutta una nuova concezione di prodotti realizzati in tempi, con modalità e caratteristiche a oggi inimmaginabili.
Sul sito Revv Amps, il Chatbreaker è raccontato . |