Un carisma prorompente che ben si sposa con l’attitudine da leader con cui ha portato avanti la sua carriera in questi anni. Dopo essersi diviso dai Pink Floyd, Roger Waters ha coltivato progetti musicali di altissimo livello. Le sue radici, però, restano ben salde nell’immaginario collettivo nella line up inglese che ha stravolto gli stilemi della musica rock.
Sono anni vissuti a pieno quelli di Waters, membro fondatore insieme a Syd Barrett della band di Echoes. Trasferitosi a Londra dal Surrey nel 1965 per motivi di studio, Roger incontrò Nick Mason, Richard Wright e Syd Barrett. I Pink Floyd videro la luce così, battezzati dai riflettori dell’UFO Club: crocevia della nascente scena psichedelica londinese di quegli anni.
Purtroppo, il sodalizio con Barrett avrebbe avuto vita breve, fino al 1967, anno in cui uscì il primo album della band: The Piper At The Gates Of Dawn. Patologie psicologiche aggravate dall’abuso di LSD avrebbero allontanato con grande rammarico il Crazy Diamond dai Pink Floyd, sebbene il fantasma di ciò che sarebbe potuto essere avrebbe albeggiato sulla band per gran parte della loro carriera.
Roger Waters alle redini dei Pink Floyd
La seconda metà degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 segnarono la nascita dei Pink Floyd come fenomeno di massa. Produzioni come Atom Heart Mother, Ummagumma e Meddle avrebbero sancito il passaggio della band dal sound psichedelico dei primi anni alla sperimentazione progressive che avrebbe caratterizzato la loro opera da lì in avanti. Con David Gilmour alla chitarra e Waters pronto a denunciare le chimere attanaglianti di una società sempre più corrotta, nel 1973 nacque The Dark Side Of The Moon.
Il tripudio di alienazione e timore scagliato su strumentali avanguardistiche avrebbe consacrato i Pink Floyd, pur conducendo alla nascita di forti tensioni interne, sicuramente appesantite dalla crescente pressione dovuta al successo da cui i membri del gruppo furono travolti. Tutto questo spinse Waters a fare dei Pink Floyd il catalizzatore delle sue ossessioni. Dopo Wish You Were Here e Animals, il bassista e paroliere del gruppo avrebbe firmato la sua, personale, opera prima: The Wall.
Il monolitico doppio concept album del 1979 rappresentò pedissequamente i demoni dell’autore, attraverso il suo alterego: Pink. Con The Final Cut, nell’83, Waters lanciò il suo messaggio finale, lasciando i Pink Floyd e dando inizio a una carriera solista che continua ancora oggi e all’interno della quale l’artista affronta con grande fervore le tematiche che lo hanno maggiormente coinvolto e infiammato in questi anni. Figlio di un caduto in guerra, Roger Waters ha fatto dell’impegno politico un baluardo della sua opera, sviluppando una penna affilata come poche altre e una visione musicale sopraffina e, tutt’oggi, avveniristica. |