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Come scegliere il plettro: consigli e prodotti migliori sul mercato
Come scegliere il plettro: consigli e prodotti migliori sul mercato
di [user #62015] - pubblicato il

Gli eroi senza credito della sei corde; uno degli elementi più importanti per la performance di un chitarrista. Oggi si parla di plettri e, in particolare, di come scegliere il più adatto alle proprie esigenze, con una panoramica dei main highlight che il mercato di riferimento ha da offrire.

Tra gli errori più comuni commessi dai chitarristi c'è quello di non prestare attenzione al plettro che utilizzando, facendo ricadere le loro scelte sulle opzioni più economiche o dall’estetica più attraente. Il plettro, del resto, è un elemento comunemente low cost, ma dall’impatto molto profondo sulla resa finale.

Utilizzare un unico plettro per ogni tipologia di esecuzione può mettere a dura prova la qualità della stessa. Una delle definizioni più importanti per comprendere come scegliere il plettro risiede proprio nella sua durezza. Più un plettro è consistente, maggiore sarà l’attacco sulla corda, favorendo la precisione e la pesantezza del tocco. Un plettro morbido, quindi, si rivela particolarmente adatto per un approccio leggero, sia per gli accompagnamenti sia per le sezioni soliste più soavi.

A discapito di alcune eccezioni, cambiare plettro all’occorrenza compiendo una scelta informata può cambiare completamente l’approccio di un chitarrista, aprendo i suoi orizzonti a prescindere dall’esperienza che ha con lo strumento.

Come scegliere il plettro? I fattori da considerare
Sono diversi i musicisti a investire tempo ed energia nella ricerca del plettro ideale. In questo frangente è opportuno considerare vari fattori. Tra questi, uno dei più importanti è il materiale. I più comuni sono:
  • nylon: dal grip ottimizzato
  • celluloide: un materiale plastico particolarmente comune nel panorama di riferimento
  • poliossimetilene o Delrin: dalle finiture più ruvide rispetto alla celluloide. Si tratta di un materiale plastico in grado di favorire la stampa in 3D.
Nel mondo dei plettri esistono molteplici opzioni ulteriori, come la fibra di carbonio, la resina o il legno, specie quando ci si rivolge a realtà boutique.
La forma è un altro carattere fondamentale da prendere in considerazione quando si sceglie il plettro. Ne esistono molteplici, ma a grandi linee è possibile dividerle in:
  • piccoli: come i plettri jazz, ideali per esecuzioni veloci;
  • standard: tecnicamente denominati come style 351, questi plettri sono i più versatili e diffusi;
  • grandi: più semplici da impugnare, occasionalmente presentano angoli uguali.
Infine, occorre prestare attenzione allo spessore del plettro. Come già precedentemente accennato, più è elevato, maggiori sono l’attacco e la precisione sulla corda. Di solito, i marchi propongono plettri sottili, medi, heavy ed extra heavy, riprendendo la nomenclatura Fender, applicabile a diversi altri brand.

I migliori plettri sul mercato
Oggi è possibile trovare una moltitudine di plettri, proposti dalle realtà della grande distribuzione musicale. Tra questi, spicca per versatilità - e per tradizione - la linea Tortex di Dunlop. Questi plettri in Delrin dalla finitura satinata presentano un range di spessori variegato, offrendo proposte solide e durevoli per ogni esigenza chitarristica. L’attacco chiaro e la semplicità nel design rendono i Tortex un vero e proprio standard, oltre a rappresentare un denominatore comune tra chitarristi esperti e principianti.

Pronti a spodestare i Dunlop Jazz III nel mondo dei virtuosi, gli Ernie Ball Prodigy offrono un design ricercato per un prezzo estremamente competitivo. Disponibili in due versioni, nera da 1.5 millimetri e bianca da 2 millimetri, ciò che caratterizza i Prodigy è la ricercatezza nelle forme, con gli angoli smussati e l’angolo basso estremamente appuntito. Questo prodotto si rivolge a una pletora di chitarristi esperta e specializzata in assolo virtuosi, esecuzioni jazz o lick da shredder, vista l’estrema precisione che offrono dopo un breve rodaggio.

Infine, è bene citare un classico, alla stregua del Tortex, come il Wavelength 351 di Fender. Un plettro estremamente riconoscibile per il suo design classico, ottimizzato dalla presenza di un pattern utile a migliorare il grip anche durante un live o una sessione di recording intensiva. In celluloide come da tradizione Fender, il Wavelength offre un tono brillante e vivido, scorrendo tra le corde con estrema facilità.

In linea generale, si può affermare che la scelta del plettro rimanga estremamente soggettiva. Pur identificando delle colonne portanti nell’attuale mercato, infatti, il consiglio che ogni chitarrista può seguire durante il proprio percorso è quello di sperimentare il più possibile alla ricerca della formula perfetta per sviluppare un approccio tecnico e un’identità artistica personali.
dunlop ernie ball fender plettri
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Plettri Fender
Ernie Ball Prodigy
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di Giorgix [user #1197]
commento del 05/10/2023 ore 12:34:43
Interessantissimo lo studio di Try Grady a riguardo, in cui faceva vedere come la scelta del plettro dipenda dalla tecnica di picking.
Avrei citato anche dei nuovi Dunlop che hanno la 'punta' del Jazz, ma una dimensione più generosa.
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di E! [user #6395]
commento del 05/10/2023 ore 16:15:41
Vero, il plettro è uno degli elementi più sottovalutati. Aggiungerei che conta tanto l'interazione con il tipo di corde che si montano: il modo in cui il plettro, comandato dalla mano, percuote la corda e il tipo di corda stessa (spessore, tensione, quanto è ruvida) influenzano tantissimo sia il suono che la suonabilità.

In una cosa invece non sono d'accordo: per me i plettri spessi danno un attacco minore, mentre i plettri leggeri "schioccano" molto di più. L'attacco dipende anche dal tipo di punta (altro aspetto cruciale). Un plettro molto spesso con punta arrotondata per me non ha quasi attacco (vedi Metheny e Henderson che addirittura usano il bordo più arrotondato del plettro per avere meno attacco).


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di savakingyes [user #50496]
commento del 05/10/2023 ore 16:50:07
I migliori plettri, ben 4, c'è li ha forniti la natura (gratis) e si chiamano unghie. Certo non sono duraturi e resistenti come le loro migliori imitazioni in plastica ed altri materiali sintetici e non... ma quando si rompono poi ricrescono (sempre gratis) e anziché impegnare due o tre dita della mano per usarne uno, la nostra biomeccanica ci permette di usarli tutti e 4 contemporaneamente e... senza timore che ci sfuggano dalle mani proprio sul più bello.

Ed anche se l'unghietta del mignolo non viene utilizzata negli arpeggi, diciamo che può tornare sempre utile per scaccolarsi o estrarre un po' di "marmellata" dalle orecchie... e pure queste sono altre due utili funzioni che i plettri prodotti dall'industria non possono proprio fare 🤗
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di GURU1979 [user #6405]
commento del 05/10/2023 ore 20:24:22
Dopo tanti anni ho trovato la pace con i Dunlop 0.60..sufficientemente flessibili per la ritmica e per plettrare sopra/sotto durante le parti veloci di un assolo..e a differenza dei fender non si rompono...hanno un attacco chiaro specialmente quando sono nuovi ed offrono molta dinamica
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di alexus77 [user #3871]
commento del 06/10/2023 ore 06:31:58
Io da un po' di anni suono con dei Gravity Picks, spessi 3mm o piu' spesso 4mm. So che puo' sembrare assurdo, ma mi ci trovo meglio che con plettri piu' sottili. Continuo comunque a portarmi dietro dei plettri piu' tradizionali di scorta, principalmente dei Dunlop Eric Johnson Jazz III e degli Ibanez Paul Gilbert. Ma ormai non mi trovo bene come con i Gravity. Quello che uso e' poi il massimo della versatilita', perche' ha tre punte con curvature diverse, che fanno cambiare il suono in modo radicale.
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di edgar587 [user #15315]
commento del 06/10/2023 ore 10:17:11
per un lungo periodo, complice il devoto perseguimento di una pennata alternata, che si è anche consolidata in una versione sbagliata, ho cercato sempre plettri ben appuntiti, che favorissero attacco deciso insieme ad un attacco definito. Da quando ho iniziato a studiare di più il blues mi sono liberato da quella che è una schiavitù fatta di plettri appuntiti e passaggi veloci: adesso suono di più anche con le dita, mi appoggio molto di più sui legati e questo determina che sono molto meno dipendente dal plettro che ho in mano
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di latin28274 [user #45548]
commento del 06/10/2023 ore 16:49:19
Ho "girato" vari plettri nella mia vita, e sono da anni consumatore consolidato del Dunlop Delrin 0.71, quelli rosa con la tartarughina sopra.
Si consumano facilmente, ma hanno un bell'attacco e sono abbastanza "chiari".
Curiosamente, sono rosa, e le corde che uso sono le Ernie Ball 009-042, con il pacchetto rosa... Era destino!
Mi trovo bene anche coi Gator, quelli con l'alligatore, viola, stesso spessore ma più ruvidi, dal suono piuttosto "grosso".
Trovo poco musicali invece i Tortex, gialli, sempre stesso spessore, ma decisamente più resistenti ma "sordi" (almeno per me). Vanno bene magari con acustiche dal suono sottile.
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di LuciferMorningstar [user #62295]
commento del 15/10/2023 ore 16:33:5
Io ho sempre usato i Dunlop in nylon 0,73... Quelli grigio scuro per intenderci! Qualche anno fa ho trovato una ditta cinese che fa gli stessi plettri ma con la punta più pronunciata! Paradiso...
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