Ci sono due scuole di pensiero principali, quando si viene agli accordatori. C’è chi preferisce averlo fisso in pedaliera, chi tirarlo fuori dalla tasca al momento opportuno per appiccicarlo su qualsiasi paletta abbia a tiro. Ognuno ha i suoi pro e punti deboli, ma il clip è senza dubbio il più versatile.
Rispetto ai sistemi stompbox, un accordatore a clip non interferisce col segnale, può essere scambiato in un attimo con gli altri membri della band, montato sullo strumento anche nel backstage per un ultimo check di sicurezza o usato in viaggio, all’aperto, alle serate con gli amici. Insomma un accordatore a clip non dovrebbe mai mancare nella collezione di un musicista.
Là fuori però c’è un mare di scelta e occorre differenziarsi. C’è chi rincorre sistemi elaborati tra cromatico e stroboscopico, chi sceglie la polifonia, chi punta a produrre il componente più piccolo ed economico. Per il Beacon, la soluzione è la trasversalità.
In video vi raccontiamo il piccolo multi-tool che Taylor ci ha inviato in anteprima.
Quando essere un accordatore non basta, sul piatto ci vanno funzioni accessorie che ogni chitarrista dovrebbe avere a portata di mano e che avere in un unico - minuscolo - dispositivo non è affatto male.
Il Taylor Beacon è un accordatore, metronomo, timer, cronometro e… torcia.
Il tutto è impacchettato in un dispositivo leggero e discreto alla vista, montato su un braccetto orientabile per adattarsi a palette di ogni tipo, elettriche o acustiche che siano.
Per il funzionamento, niente batterie che danno forfait sul più bello, ma una pratica porta USB-C per la ricarica. L’interfaccia è necessariamente più elaborata rispetto a un accordatore convenzionale, e prevede due pulsanti ai lati più altri tre in cima per navigare tra le funzioni e personalizzarle. Niente di complicato però, e l’uso come classico accordatore è pronto all’accensione.
Qui si può scegliere tra una modalità cromatica e altre dedicate a chitarra, basso, violino e ukulele, oltre a tarare manualmente il La di riferimento. Un’escursione tra 430 e 450 Hz permette di coprire all’incirca tutte le sfumature nel quarto di tono.
Il metronomo è - o almeno dovrebbe essere - il compagno inseparabile di qualunque musicista in fase di esercitazione quanto per garantirsi esibizioni uniformi. Il Beacon ne include uno con 12 indicazioni metronomiche, compresi tempi dispari come 5/4 o 7/4, e con tempo regolabile da 30 a 208bpm.
Un indicatore luminoso rimbalza da una parte all’altra dell’ampio display a colori e ogni beat è accompagnato da un beep sonoro, ma può lavorare anche in modo silenzioso per rappresentare un validissimo supporto sul palco, quando si richiede maggior precisione e si teme di perdere di vista il click per l’enfasi del suonato.
È proprio sul palco che torna utile anche la funzione Countdown. Si tratta di un conto alla rovescia per ottimizzare i propri set, quando il tempo a disposizione è ben definito e non si può sforare, come in una fiera, un festival o una partecipazione a un evento radio o TV. Il tempo regolabile può arrivare fino a 100 minuti e con lo stesso pulsante si avvia, si mette in pausa e si resetta alla bisogna.
Timer è un classico cronometro, utile a tenere conto delle proprie esecuzioni per quantificare la lunghezza di un brano durante le prove o in fase di registrazione. Arriva fino a 90 minuti, poi si azzera e ricomincia da solo se occorre andare oltre.
Nel Beacon, la funzione più inattesa è anche la più semplice: schiacciando insieme i pulsanti freccia, sopra il dispositivo, sul retro si accende un piccolo LED bianco. Si tratta di una pratica torcia per ritrovare un plettro appena caduto al buio, per controllare regolazioni e collegamenti in pedaliera o per aiutarsi a sostituire una corda spezzata nel momento meno opportuno.
La luce non è potentissima, ma luminosa quanto basta per servire allo scopo senza risultare un elemento di distrazione su un palco.
sembra voler rispondere a chi lamenta l’assenza di un accordatore integrato nel sistema di elettrificazione Expression System usato sulla stragrande maggioranza delle acustiche Taylor.
Certo, rispetto a un sistema fissato nella fascia della chitarra bisogna ricordare di portarselo dietro, ma ha i gradevoli extra delle intonazioni regolabili e delle funzioni accessorie utili per qualsiasi strumento si vada a imbracciare e in qualunque contesto, dal palco impegnativo con più chitarre all’esibizione unplugged fino alla sala d’incisione e la pratica casalinga.
Senza dubbio, una soluzione da tenere fissa in custodia. |