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Laney LFR-412: la botta della 4x12 per chi ama il digitale
Laney LFR-412: la botta della 4x12 per chi ama il digitale
di [user #116] - pubblicato il

Il cabinet per chitarra si trasforma per restituire l’esperienza di un amplificatore tradizione ai fanatici dei processori, con opzioni di uno, due o quattro coni da montare anche in stack.
Uno degli aspetti che più frena i chitarristi dal lanciarsi alla scoperta dell’amplificazione digitale è il feeling di una vera cassa per chitarra alle proprie spalle, con cui ascoltarsi sul palco e interagire, godendo del corpo e impatto che solo un cabinet ad alti volumi sa restituire e che, con i processori programmabili da ascoltare in cuffia o da inviare dritti nell’impianto, svanisce inevitabilmente.
Per questo genere di ragioni le casse FRFR si sono fatte strada nel campo: diffusori studiati per sopperire alla mancanza di un monitoraggio personale sul palco, con tutto quello che comporta. Oggi sul mercato non mancano le opzioni ma, quando a mettersi in gioco è un marchio leader per l’amplificazione della chitarra elettrica, l’aspettativa è alta.

Laney introduce la sua prima linea di cabinet FRFR e lo fa a modo suo, ricreando l’esperienza di un cabinet tradizionale per chitarra con una potente amplificazione integrata e tutto il necessario per rifinire i propri suoni preferiti con impatto, efficienza e versatilità sul palco quanto in studio di registrazione, mettendo sul piatto anche una tecnologia di IR appositamente progettata.

Laney LFR-412: la botta della 4x12 per chi ama il digitale

Gli LFR sono cabinet per chitarra attivi di tipo FRFR con uno, due o quattro coni e del tutto simili nell’aspetto a una comune cassa per chitarra.
Il modello 112 si avvale di 400 watt di potenza, che salgono a 800 nella versione 212 fino a raggiungere 2600 watt per 135dB SPL con la quattro-coni.

Tutte hanno altoparlanti da 12 pollici progettati per una risposta in frequenza pulita e regolare, ideale per riflettere i timbri costruiti attraverso simulatori digitali, software e processori.

Nell’edizione 412, protagonista di un video d’anteprima ufficiale, quattro woofer HH Black Series sono abbinati a un driver a compressione LaVoce DF10 da un pollice dedicato alle frequenze più acute.
La struttura comprende maniglioni laterali in acciaio per il trasporto, rotelle smontabili e alloggi in cima per impilare più casse in stack, esattamente come in un normale cabinet Laney.

Oltre al finale di potenza integrato, le LFR comprendono però anche una serie di opzioni per la personalizzazione della voce. A bordo è presente una simulazione di cabinet con tecnologia LA-IR (Laney Advanced Impulse Response), una tecnica messa a punto da Laney e tenuta a battesimo proprio dalla nuova gamma di cabinet FRFR. Così, oltre a sfruttare la cassa come diffusore lineare per le proprie simulazioni, l’utente può anche decidere di avvalersi di sonorità nuove con cui completare i propri preset. Gli IR possono modellare sia la risposta dei coni, sia essere sfruttati solo attraverso l’uscita DI presente sul retro. Con la presa XLR è possibile veicolare il suono diretto della cassa FRFR o due cabinet emulati a scelta, per una massima versatilità anche in fatto di cablaggio.

Sempre sul retro, la cassa dispone di un ingresso combo jack-XLR, un ingresso ausiliario di linea e un’uscita XLR per il collegamento a un secondo cabinet.
Il potenziometro per il volume generale si accompagna con LED di stato e di clipping, e una seconda manopola permette di domare gli acuti troppo taglienti.
Infine, la porta USB-B consente la programmazione degli Impulse Response presenti in memoria.



Sul sito Laney, la gamma LFR è a questo link e, in Italia, i cabinet amplificati FRFR saranno disponibili con la distribuzione di Mogar.
casse e altoparlanti laney lfr-112 lfr-212 lfr-412
Link utili
I cabinet FRFR sul sito Laney
Sito del distributore Mogar
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di E! [user #6395]
commento del 14/01/2024 ore 14:15:15
Laney fa ottime casse, ottimo rapporto qualità prezzo e veramente leggere.
Rispondi
di Guiduz [user #51218]
commento del 14/01/2024 ore 17:22:31
Vero. Avevo una 2x12 closed back con cui ho fatto tanti ma tanti live prima di preferirle una Brunetti, sempre 2x12 che ha il pannello posteriore apribile.
Della Laney ho sempre apprezzato la compattezza e la leggerezza. La mia suonava un filo chiara ma era efficace e super pratica.

Prodotti come quelli dell’articolo mi lasciano sempre perplesso.
I fanatici dell’analogico (come me del resto), si portano live il loro ampli con eventuali pedali / effetti e guai a toccare il combo o la cassa d’ordinanza. Questo si porta dietro i consueti problemi (strumentazione ingombrante, palette di suoni limitati se confrontati con un sistema digitale tipo Helix/Kemper/QuadCortex, rischio di volume alto sul palco, ecc).

Credo che chi vada a sposare la bandiera del digitale lo faccia perché vuole una palette sonora potenzialmente infinita, ma, di pari passo, vuole viaggiare leggero. Piccolo sistema digitale che suona bene e che è leggero e che consente di collegarsi anche in stereo e senza troppi sbattimenti al banco mixer.
Quello che mi chiedo è: che senso ha prendere un sistema digitale per poi portarsi comunque dietro una 4x12 che, ok è bellissima, ma è un armadio 4 stagioni da portare in giro?
Credo, ma qui chiedo un parere da parte degli Accordiani che utilizzano sistemi digitali, che sia molto più comodo usare un In Ear Monitor e tenersi un sacco di spazio libero nel bagagliaio.

Forse trovano ragionevolezza in un contesto casalingo (anche se una 4x12 è bella grandina, almeno per chi vive in appartamento). In studio uno immagino abbia già tutto cablato nella DAW…
Oppure per chi vuole la versatilità del digitale ma non si trova con gli IEM ed è disposto a sacrificare una buona fetta di praticità di trasporto…
Boh…
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 14/01/2024 ore 18:04:30
Per quanto mi riguarda posso risponderti solo parzialmente. Quando posso uso il mio Deluxe Reverb, quando voglio andare più leggero uso un QuilterCub (ad esempio per le prove). Il digitale ormai però lo uso spesso, perché ho un duo che fa musica elettronica e avere un ampli vero sarebbe più scomodo, sia come ingombri che come routing.
Le simulazioni le uso quando c'è poco spazio o devo suonare in posti lontani, sempre se c'è un buon impianto audio e dei monitor decenti, altrimenti per me è sempre meglio l'ampli, perché spesso con il digitale ti ascolti su monitor che non sono proprio il massimo. A questo mira la cassa proposta da Laney, ti da la "botta" che un monitor difficilmente potrà darti. Ovviamente sacrificando alcuni vantaggi del digitale (ingombro e peso). Resta la versatilità, per chi vi è interessato.
Rispondi
di Cliath [user #196]
commento del 15/01/2024 ore 08:46:04
"Credo, ma qui chiedo un parere da parte degli Accordiani che utilizzano sistemi digitali, che sia molto più comodo usare un In Ear Monitor e tenersi un sacco di spazio libero nel bagagliaio"
Sono passato al digitale proprio per questo motivo ed anche perchè non ne potevo più di sentirmi dire da anni "ABBASSA!!!!!" ;-)
Rispondi
di elguitarron [user #8109]
commento del 15/01/2024 ore 11:44:12
In effetti le cuffie alleggeriscono ulteriormente il carico e "ripuliscono" molto bene il palco, specialmente nei contesti piccoli, in più la chitarra la senti stereo ed è un piacere. Però per me hanno una grossa pecca, la mancanza di feedback...le uso, ma più per necessità.
Rispondi
di Guiduz [user #51218]
commento del 15/01/2024 ore 14:04:43
Guarda, io sono un figlio dell’analogico. Però negli ultimi 2 anni sto girando con una testata a basso wattaggio, cassa 1x12, pedalanza e, frapposto tra testata e cassa, un CAB-M della Two Notes con la IR che riproduce precisa precisa la mia cassa. In questo modo mi faccio il suono che mi piace e mando il segnale al mixer in modo che si possa fare un mixing pulito al P.A., senza avere la scocciatura del microfono sul palco (che poi lo prendi dentro, sposti la posizione e giustamente il fonico ti prende a male parole).

Tutti nella band andiamo poi con gli In Ear che sono obiettivamente molto comodi. Anche perchè, essendo una blues band con sezioni fiati (siamo in 10!), l’esigenza di tenere i volumi bassi sul palco (onde evitare fischi, rientri, inneschi, risonanze strane) è particolarmente sentita.

Il fatto di avere comunque la 1x12 dietro, seppur a volume “moderato” (che comunque è quasi pari al volume della drum), è per me un grande aiuto: mi da’ la possibilità di far innescare il feedback nelle parti più tamarre ... cosa che appaga sempre l’ego del chitarrista ;-)
Rispondi
di elguitarron [user #8109]
commento del 16/01/2024 ore 17:28:03
Come ti capisco, specialmente se hai una LP che ti permette bending infiniti...E' l'unica soluzione se vuoi i feedback e gli iem, solo che all'aperto preferisco solo la spia in faccia (ho il Kemper).
Rispondi
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