di Claudio Pezzella [user #62015] - pubblicato il 06 febbraio 2024 ore 09:00
Non tutti sanno che, nonostante la sua storica reputazione, la Les Paul rappresentò per Gibson, al lancio, una sorta di fallimento, poiché inadatta a rispettare le esigenze del mercato dei primi anni ’50. Fu, infatti, la 335, lanciata nel 1958, a conquistare il pubblico e ad affermarsi come primo successo significativo per Gibson nei reami – all’epoca – inesplorati della chitarra elettrica.
Un design estremamente evocativo, tra i più simbolici per la storia della musica. Sin da subito, la ES-335 ha rappresentato l’epitome della versatilità nel mondo in costante crescita della musica suonata con strumenti elettrici. Fu un frangente estremamente peculiare, quello in cui i modelli più riconoscibili dei grandi marchi chitarristici ebbero modo di farsi strada.
Nel 1953, con l’espansione del range Les Paul, avvenuta con l’introduzione del modello Custom, Gibson iniziò a lavorare estensivamente a una rivisitazione della sua chitarra di punta dell’epoca. Venne, così, introdotta alla fine del 1958 la ES-355, top di gamma delle semiacustiche.
I nuovi dettagli della ES-355
Proprio come la Les Paul Custom, anche la 355 divenne una versione impreziosita della sua predecessora. Ecco, dunque, apparire ebano alla tastiera, hardware dorato e grossi segnatasti a blocco, a sostituire i dot inlays tipici del modello precedente. Uno strumento di gran classe, insomma, a cui venne applicata una finitura cherry, al suo debutto proprio su questo esemplare.
La 355, presenta inoltre un binding a sette strati: cornice perfetta per una chitarra, sin dall’introduzione, considerata di altissima fascia. Al classico cherry, nel 1960, si aggiunsero due finiture: sunburst e natural, nonostante per la stragrande maggioranza dei chitarristi, la colorazione originale rimase lo standard assoluto per il modello.
Eleganza, funzionalità e innovazione: tutto in un’unica chitarra
Con la 355 Gibson non volle soltanto proporre delle rivisitazioni estetiche, implementando anche le possibilità sonore e funzionali di un design, come detto, già di successo. Oltre ad accorgimenti come il binding e la paletta allargata con il celebre diamante spaccato, la 355 presentava meccaniche Grover Rotomatic dorate e una cover del truss-rod arrecante la dicitura “Stereo”, per sottolineare la presenza di alcune funzioni originali sulla circuitazione.
L’elettronica del modello, infatti, fu particolarmente innovativa per l’epoca, grazie a un wiring stereo dotato di uno switch a tre vie capace di inviare il segnale a terminali differenti all’uscita jack. Con lo switch in posizione centrale, inoltre, entrambi i pickup venivano inviati al loro output rispettivo simultaneamente. Per poter trarre i migliori risultati e usare la 355 nel pieno delle sue possibilità, quindi, i chitarristi dovevano adoperare una speciale tipologia di cavo a Y con cui poter collegare la chitarra o a due amplificatori separati o a due canali diversi dello stesso ampli.
In ogni caso, Gibson offrì alla clientela la possibilità di ordinare la chitarra anche con uscita mono, nonostante la maggior parte dei modelli arrivasse di serie con la feature stereo, rendendo il modello sopracitato, di fatto, un custom order. Inoltre, lo strumento montava pickup con polarità invertita, oltre a un vibrato Bigsby, sostituito nel 1961 e ’62 da una vibrola. Furono davvero poche le 355 dotate di serie di un ponte fisso. Infine, a concludere le feature uniche dello strumento, una funzione poco utilizzata, ma particolarmente intrigante come lo switch Varitone, reso celebre da chitarristi come B.B. King.
La Gibson ES-355 nella storia
La 355 non rappresentò soltanto un upgrade della più celebre 335, dando la possibilità a Gibson di sperimentare su una piattaforma già apprezzata dai chitarristi, in un periodo all’interno del quale distinguersi e presentare funzioni uniche risultava prioritario. Il risultato, fu un modello decisamente più di nicchia rispetto al precedente, visti gli innumerevoli gimmicks di cui era dotato, rivolte a una pletora di acquirenti più ristretta. In ogni caso, la 355 ebbe modo di apparire nelle rastrelliere di artisti di grande spicco: da Chuck Berry a B.B. King, fino ad arrivare a Keith Richards, Noel Gallagher Johnny Marr e Alex Lifeson, tra gli altri, riuscendo a ritagliarsi un ruolo di spicco nel Gota degli strumenti più significativi per la cultura musicale contemporanea.