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Cornerstone con Jack Griffiths:
Cornerstone con Jack Griffiths: "Il boutique è carattere, non componenti NOS"
di [user #17844] - pubblicato il

Facile dire “boutique”, ma cosa definisce un prodotto del genere rispetto alle chitarre, gli amplificatori e i pedali che spuntano regolarmente sugli scaffali dei negozi?
Con questa domanda in testa abbiamo incontrato Emilio Massari, creatore del laboratorio di effetti a pedale Cornerstone che lo scorso sabato 10 febbraio ha fatto tappa in quel di Bologna per l’appuntamento conclusivo del tour in compagnia di Jack Griffiths.

Cornerstone con Jack Griffiths: "Il boutique è carattere, non componenti NOS"

Il chitarrista britannico, noto al pubblico del web per la sua lunga collaborazione con Peach Guitars, ha messo le sue eccezionali doti di dimostratore al servizio dell’italiana Cornerstone e delle nostre telecamere.
La clinic ospitata da Tomassone e All For Music in collaborazione col distributore Musifacts è stata l’occasione per incontrare Emilio e Jack, spendendo alcune ore tra chitarre, overdrive e paccheri allo scarpariello. Ma questa è una storia per un’altra volta.



L’intervista con Emilio è stata un viaggio tra suono e stile, e una sfilata attraverso il catalogo dei suoi effetti. Prossima a quella che definisce la sua “fase tre”, Cornerstone promette un 2024 particolarmente vivace, e indiscrezioni suggeriscono che le prime novità faranno già capolino nel breve periodo.
Una chiacchierata a tu per tu con un costruttore di effetti di alto profilo che si è guadagnato uno spazio nei mercati internazionali è anche un’occasione per rubare qualche spunto dalla sua visione dello strumento e della scena. A dare il via al tutto è stata una riflessione sul concetto stesso di effetto “boutique”.
Emilio ci ha detto così la sua.

Emilio Massari: ogni costruttore di effetti potrà dare un’interpretazione diversa di cos’è un prodotto boutique. Dipende dal tipo di identità che il suo brand ha.
Per alcuni, il pedale boutique è quel pedale che utilizza componenti through-hole, assemblati rigorosamente a mano, anche ricercati, i famosissimi NOS, cose esoteriche…
Per me un pedale boutique non dipende dalla tipologia di componente che si utilizza, che sia l’SMD o il through-hole. Non è un pedale rigorosamente sempre e solo assemblato a mano in tutte le sue parti.
Questo perché, da ingegnere, io credo nell’avanzamento tecnologico. Credo che la componentistica del passato appartenga a un’era in cui era quella disponibile all’epoca, e non c’è nulla di magico o esoterico, non c’è “mojo” nell’usarla.
Ritengo che far leva su quei temi sia una pura operazione di marketing anche abbastanza povera, perché secondo me bisogna far leva su altri concetti, sul raccontare una storia, sul trasmettere emozioni e un’identità.
Un componente through-hole e un componente SMD sono tecnicamente la stessa cosa. Il problema è che il componente through-hole appartiene a un’epoca andata, dei primi anni ’80, dove non esistevano componenti SMD. A livello di resa tecnologica e acustica non c’è assolutamente nessuna differenza tra un through-hole e un SMD, anzi, spesso l’SMD lo supera in termini di prestazioni e di qualità audio.
Il paradosso è che tanti di quelli che propinano il fatto che i componenti vintage siano necessariamente i migliori e da utilizzare su attrezzatura boutique, poi comunque passano attraverso una scheda audio che è costruita in SMD. Quindi alla fine il risultato è sempre quello di avere una sorta di effetto placebo, pensare che quei componenti suonino meglio. In realtà non è quello.
Quella è un’operazione di marketing, e mi dispiace per chi “ci casca”.

Cornerstone con Jack Griffiths: "Il boutique è carattere, non componenti NOS"

Per me il pedale boutique è un prodotto che non ha a che fare con assemblaggi e componenti, ma invece trasmette, comunica e porta con sé un’identità vera. Non è insomma l’ennesimo pedale, ma è un pedale che richiede al suo utilizzatore una ricerca, del suono e dentro se stessi. È un pedale con una grossa identità, e quando ci si approccia a un pedale del genere devi spendere del tempo per capirlo, e quel tempo ti aiuta anche a capire meglio te stesso, quello che stai cercando. Lo fai di fronte a un prodotto dalla forte identità, un po’ come confrontarsi davanti a un maestro che ha un suo stile, e passandoci del tempo insieme capisci anche di più quello che ti piace e cosa no, se questo maestro fa per te oppure no.

Un prodotto boutique deve avere un motivo forte per cui è stato creato.
Per questo non faccio pedali nuovi in continuazione, perché ogni pedale necessita di una ricerca da parte mia e ha un background molto forte. Il Gladio per esempio è il frutto della ricerca di mesi che ho fatto sul suono di Robben Ford e, piaccia o no, suona così e lo usa anche Robben Ford. Poi può non piacere a tutti, e a non tutti può piacere Robben Ford, e va bene così. Il punto è che ha un’identità forte che ti “obbliga” quasi a capire se a te piace questo tipo di musica oppure no.
È un concetto forse un po’ filosofico, ma secondo me è questo che contraddistingue un pedale boutique da uno che non lo è.

Cosa invece non è un pedale boutique: i classici pedali che vengono continuamente buttati dentro il mercato ogni due mesi, perché ovviamente il pedale nuovo fa vendite, però non c’è una storia dietro nella quale tu ti possa identificare.
cornerstone interviste jack griffiths tomassone
Link utili
Sito Cornerstone
Jack Griffiths
Il sito del distributore Musifacts
Tomassone
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di E! [user #6395]
commento del 15/02/2024 ore 22:46:58
Che belli i suoni.
Ottimo playing, ottimo sound (la strato è proprio "cicciona" in un modo bellissimo) e ottima prefazione/presentazione/dimostrazione di passione.

Non sapevo che la Cornerstone fosse italiana, bellissima notizia. Bravi.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 16/02/2024 ore 08:58:16
Suoni estremamente belli.
Lo sta usando, sembra, in un signor ampli, quindi credo che questa pasta sonora dipenda molto da quello.
Poi chi suona è molto bravo.
Bisognerebbe avere le possibilità di provarli e confrontarli... ce n'è una miriade di questi pedali.
Rispondi
di bugo [user #53376]
commento del 16/02/2024 ore 09:33:22
Mah,sarò boomer io ma per me il pedale boutique lo vedo creato da un artigiano nella sua bottega, che monta pezzo per pezzo a mano e che eventualmente può apportare delle modifiche su specifiche del cliente. Far saldare pcb in Cina ed assemblare in Italia o in usa o in uk che sia ,non è parere personale mio,boutique.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 16/02/2024 ore 19:21:53
Purtorppo non è il singolo a decidere cosa sia boutique e cosa no. Però ti do ragione, è assurdo che il concetto di boutique sia legato a tiratura e prezzo al pubblico, vai però tu a convincere la gente che Soldano, Bogner, Friedman, Tone King non sono marchi boutique...
Rispondi
di bugo [user #53376]
commento del 16/02/2024 ore 19:50:52
Ma infatti ho espresso il mio pensiero,mica lo impongo a qualcuno. Sarò un romantico e mi piace l’idea di un artigiano che crei nel suo laboratorio.
Poi oh,uno può anche pensare che la serie waza della boss sia boutique e a me nella vita non cambia na sega.
Rispondi
di bugo [user #53376]
commento del 16/02/2024 ore 10:46:35
Mah,sarò boomer io ma per me il pedale boutique lo vedo creato da un artigiano nella sua bottega, che monta pezzo per pezzo a mano e che eventualmente può apportare delle modifiche su specifiche del cliente. Far saldare pcb in Cina ed assemblare in Italia o in usa o in uk che sia ,non è parere personale mio,boutique.
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di euke [user #1325]
commento del 16/02/2024 ore 16:38:
Non credo proprio che le quantità in gioco giustificano l'investimento di produrre in Cina. Quasi sicuramente il circuito stampato sarà prodotto là (anche perchè in Europa ormai di plant per la realizzazione dei pcb non ce ne sono quasi più), ma il resto della board sarà quasi sicuramente assemblata in Europa. Mica tutto ciò che è SMD viene prodotto in Cina.
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di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 16/02/2024 ore 16:49:23
Per non parlare del fatto che anche la tecnologia da migliaia di euro presente negli smartphone e nei computer è SMD e/o made in China.
Se poi ci si vuole regalare l'emozione di un prodotto saldato a mano in un garage, ci sta: anche quel fascino ha un suo valore, ma non è necessariamente sinonimo di qualità così come l'SMD non è affatto sinonimo di economia.
Rispondi
di bugo [user #53376]
commento del 16/02/2024 ore 17:30:44
Non ho scritto che le cose fatte in smd in Cina fanno cagare,ho scritto che “opinione mia personale “ il pedale boutique è un’altra cosa.
Mi pare abbastanza chiaro
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 16/02/2024 ore 17:55:20
Sì e scusa se ho urtato la tua sensibilità...
Rispondi
di Piazza [user #31749]
commento del 16/02/2024 ore 22:21:1
Mi trovo d'accordo con le premesse, tra Through Hole e SMD non ci sono differenze a parità di componente, anzi tendenzialmente l'SMD risulta migliore perchè è la tecnologia più moderna e su cui le aziende produttrici investono maggiormente. Senza contare che la compattezza consente di avere PCB più compatte, piste più corte e in generale meno rumore.
Per alcune cose risulta obbligato, ad esempio gli OTA LM13700 non vengono più prodotti in formato THT, ma solo SMD, quindi o si va su roba NOS oppure ci si aggiorna al nuovo formato.

Detto ciò SMD non significa necessariamente assemblaggio a macchina in Cina, si possono saldare tranquillamente a mano (agevolmente fino al 0603, pure 0402 volendo, con più sbattimento), oppure si possono far realizzare gli stencil, fare il pick and place delle parti a mano e usare una pistola ad aria calda o una hot plate in casa. Anche a livello hobbistico ormai è sostenibile anche una soluzione del genere.

Certamente però disegnare e ordinare una PCB dalla Cina fa paura da per quanto sia ottimo il prodotto che si ottiene considerando il prezzo che si paga, neanche 10 euro per 10 pezzi della stessa scheda con una qualità incredibile. Non vale neanche più la pena comprare le basette in vetronite e farsi le schede in casa, costa di più, ci si impiega più tempo e il risultato è di gran lunga inferiore.



Non mi trovo granchè d'accordo con le conclusioni dell'articolo comunque. Il boutique tendenzialmente vuol dire prendere circuiti vecchi come il cucco e cambiare due componenti e rivenderli a prezzi insensati per la ricerca e il costo dei materiali utilizzati.
Questo soprattutto nell'analogico visto che i componenti sono sempre quelli e per come sono realizzati, le topologie che si possono tirare fuori sono sempre quelle.
È assurdo che ci siano produttori boutique che vendano cloni di Big Muff a 300 euro, quando si può comprare tranquillamente l'originale, dal produttore originale a meno di 100 euro (o 50 euro sull'usato).

L'innovazione c'è nel digitale (ma non necessariamente deve esserci): nuovi algoritmi, nuove piattaforme, nuove tecnologie (che so gli FPGA nei sintetizzatori ad esempio). E in generale l'innovazione se la può permettere chi ha i fondi per fare ricerca e sviluppo vera, ossia le grandi corporazioni e non i piccoli privati.
I piccoli privati possono fare la differenza in ambienti di nicchia che non hanno grande resa economica e/o non sono scalabili su numeri importanti e lì si possono vedere cose davvero interessanti.

L'analogico rimane sempre la stessa vecchia gran bella cosa vista e rivista da decenni, è bello e facile da costruire e da modificare, ma è sempre quello.
Se stai costruendo un oscillatore a memristori ne possiamo riparlare però :p
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di RedRaven [user #20706]
commento del 18/02/2024 ore 15:28:56
Gli effetti Boutique non sono nè "carattere" (perchè quello puoi averlo a prescindere) nè componenti NOS. Gli effetti boutique dovrebbero avere alcuni punti distintivi:
-ideazione e personalizzazione del progetto: non un clone spudorato
-ricerca di sonorità originali (connesso col precedente)
-costruzione di alta qualità (che giustifichi il costo)
-costruzione se non diretta almeno locale e non delocalizzata.
-possibilità di customizzazione personale (se li fanno in cina sarà difficile)
-produzione in tirature non gigantesche visto tutto il precedente
-vendita e assistenza diretta
Sono tanti i marchi che hanno iniziato con tutto questo ma che poi hanno esteso la produzione con vari compromessi, ma smette di essere boutique. Può non esserci per principio il punto di accettare customizzazioni, ma il resto è assolutamente necessario.
Rispondi
di geoffmostoes [user #35723]
commento del 18/02/2024 ore 21:28:53
Sono d'accordo, sennò va a perdersi l'idea stessa della "boutique", della sartorialità della cosa...

Credo in generale che ha senso cimentarsi in un progetto totalmente originale quando non si riesca a sopperire alle proprie necessità sonore insoddisfatti dalle proposte dei tanti produttori
......oltre che per motivi puramente hobbistiche, certo...

Ma di cose affidabili, che suonano molto bene, prodotte anche industrialmente ad un prezzo abbordabile oggi c'è l'imbarazzo della scelta
Rispondi
di Cornerstone [user #57057]
commento del 20/02/2024 ore 00:56:4
Ciao! Mi trovi d'accordo praticamente su tutto, e infatti ho check ✅ su tutti i requisiti che citi a parte forse La customizzazione...
Quest'ultima non è influenzata dall'avere la produzione in Cina (fortunatamente la nostre è comunque in EU), ma risulta difficile proprio nel momento in cui si ha un progetto ben definito frutto (come giustamente citi come requisito) di una ricerca su un ben preciso tipo di suono. Il vincolo quindi è proprio il progetto stesso.

Se invece parliamo di customizzazione estetica quello è un altro discorso ed entrano in gioco le quantità minime che i vari fornitori (dalla stampa fino al verniciatore) ci impongono...

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di Johnny92 [user #43424]
commento del 19/02/2024 ore 19:35:14
Due parole sulla mia esperienza Cornestone.
Un annetto fa decisi di acquistare un pedale Cornerstone, nello specifico il Gladio doppio canale (adesso fuori produzione). Signori... non ci sono parole. Vale tutti i soldi che ho pagato.
La qualità di questo prodotto la percepirebbe anche una persona che non sa cosa sia un pedale. Non penso che ci sia altro da aggiungere!
Di pedali ne ho avuti e ne ho tantissimi, da quelli di "marca" a quelli artigianali, ma questo è davvero un'altra cosa! Ci si rende conto da come lo accendi che non è il solito pedale fatto tanto per..
Sono fiero che l'Azienda di Emilio stia diventando un marchio affermato a livello globale. Se lo merita.
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