Quando ci si trova davanti a uno strumento appartenuto a un idolo, un certo timore reverenziale è spontaneo. Quella chitarra è garanzia di qualità in quanto scelta da un grande, è impregnata di mojo, ha scritto la storia della musica e, non da meno, vanta un valore collezionistico niente male. Se il fascino dello strumento in sé per sé mette d’accordo tutti gli appassionati, il fatto che un autografo basti a far schizzare le quotazioni di una chitarra, rendendola inarrivabile per i comuni mortali e trasformandola in un freddo oggetto da conservare in una bacheca - un memorabilia più che un mezzo per fare musica - può suscitare sentimenti contrastanti.
Per questo la storia di Noel Gallagher ha un che di agrodolce: è la rivalsa del musicista contro il collezionismo fine a se stesso ma, come al solito, è condito di una tracotanza e mancanza di classe che è 100% Gallagher.
Protagonista della vicenda è una Gibson Les Paul Custom nera, con doppio P90 e ponte mobile, appartenuta a Peter Green. Il musicista, proprietario storico della Standard del ’59 oggi nella rastrelliera di Kirk Hammett e un tempo passata anche tra le mani di Gary Moore, è stato un grande appassionato di strumenti e un vero collezionista di Les Paul. Negli anni sono spuntati in vendita diversi esemplari appartenuti al chitarrista dei Fleetwood Mac e spesso venduti per cifre importanti proprio in virtù della loro storia, talvolta avvalorata da una bella firma lasciata sul top o sul battipenna.
La Les Paul nera che vi andiamo a raccontare avrebbe potuto essere una delle tante, finché non ha incrociato la sua strada con Noel.
Il cantautore britannico Bill Ryder-Jones è l’attuale proprietario dello strumento e ne è entrato in possesso nel 2006, dopo averlo usato in maniera intensiva durante una sessione con la band The Coral, presso lo studio di Noel, senza avere idea che quello strumento un tempo fosse stato di Peter Green.
Gallagher aveva adocchiato quella chitarra tempo prima in un negozio di strumenti musicali ma - riporta Bill - non fu accolto benissimo. Il negoziante, che non lo aveva riconosciuto, si mostrò alquanto restio a concedergli di provare la chitarra, così preziosa e con tanto di autografo di Green in bella mostra sul body.
Alla richiesta di Noel, il commesso pare abbia replicato “Sai che questa ha un autografo di Peter Green, vero?”, allungando controvoglia lo strumento al musicista.
E qui scatta la magia: Noel agguanta la chitarra, si sputa sulla maglietta e la usa per strofinare via l’autografo. Poi, rivolto al commesso: “Non c’è problema, è venuto via, la prendo lo stesso”.
Gallagher è un tipo colorito e ha dimostrato in più occasioni di non avere granché tatto, soprattutto se provocato. Al netto del suo carattere difficile (e della t-shirt sputacchiata), il gesto dell’artista non è però così folle. In un certo senso restituisce la dimensione di strumento musicale a una chitarra che sembrava a tutti i costi dover diventare un pezzo da museo. Si perde il valore di memorabilia, resta quello di una gran chitarra con una storia da raccontare.
E poi, in giro c’è ben di peggio. Basti pensare a quella volta in cui James Hetfield ha inciso con un coltellino la scritta “No. XII” . Quello sì che fa male. |