Una canzone in un giorno: la sfida di Plini e Mateus Asato
di redazione [user #116] - pubblicato il 17 giugno 2024 ore 08:00
Due dei chitarristi di maggior richiamo nel panorama della chitarra moderna incrociano i manici per comporre e incidere un brano da zero in una giornata, armati solo di scheda audio e plugin Neural DSP.
Archetype racchiude la serie di plugin Neural DSP rivolti allo studio professionale, con all’interno tutto il necessario per registrare parti di chitarra eccezionalmente realistiche, ideali per produzioni audio di alto livello. In catalogo compaiono pacchetti di ogni genere progettati con musicisti di altissimo profilo, da Cory Wong a John Petrucci passando per Tim Henson. Da qui nasce l’insolita sfida che vede protagonisti Mateus Asato e Plini, due guitar hero dell’epoca moderna assai differenti tra loro nello stile e nell’approccio sonoro, ma accomunati da un’attenzione chirurgica al suono.
L’idea è riunirsi in studio di registrazione per un solo giorno, confrontarsi, lavorare si suoni e idee, e uscirne con un brano fatto e finito.
Solo alcuni anni fa un’iniziativa del genere sarebbe stata fantascienza. Una sessione di registrazione avrebbe richiesto strumentazione ingombrante e costosa, uno staff al completo e una progettazione a monte non indifferente. Di certo i chitarristi professionisti sono da tempo smaliziati in fatto di suoni digitali e i DSP ne accompagnano moltissimi quando si tratta di pre-produzioni o fissare idee da poi sviluppare in studio. Arrivare invece in una stanza d’appartamento con la chitarra, una scheda audio e un computer, e uscirne qualche ora più tardi con un brano pronto per la pubblicazione è una strada entusiasmante da percorrere nel 2024.
Entrambi i chitarristi protagonisti dell’esperimento sono titolari di un proprio pacchetto di suoni firmato Neural DSP. I loro plugin sono raccolti sotto la serie Archetype e si differenziano per stile, suoni e la “attrezzatura” virtuale che hanno deciso di inserire.
Mateus Asato sceglie una pedaliera essenziale fatta di un compressore, un overdrive, un fuzz distorsore e una modulazione ispirata al mondo dei chorus e dei vibrato analogici.
Tre amplificatori attraversano una palette sonora alquanto tradizionale, con un’attenzione moderna a intelligibilità e articolazione. Si parte dai puliti di un amplificatore in stile british retrò per passare a quelli di un modello moderno in stile americano, per finire in un lead con gain di medio livello pensato per restituire un playing dinamico e reattivo al tocco.
Completano la dotazione un equalizzatore a nove bande ed effetti post di echo e riverbero.
Per Plini, la scelta dei pedali cade su un compressore, un octaver, un overdrive con modalità fuzz integrata e un delay.
Il primo amplificatore nasce per un clean cristallino e definito, il secondo disegna invece un crunch appena increspato ispirato alle timbriche britanniche croccanti e presenti, e il terzo e ultimo amplificatore virtuale nasce per un distorto capace di spingere il precedente suono in territori lead andando particolarmente d’accordo con chitarre dal range esteso.
Non manca l’equalizzatore, come anche gli effetti post di chorus, delay e riverbero.
In entrambi i pacchetti è presente un effetto in grado di trasporre il segnale fino a +/- 12 semitoni e di raddoppiare la traccia di chitarra nel panorama stereo per ricreare un doubler da studio.
Completano il tutto simulatori di cabinet, IR Loader, accordatore e metronomo.
Utilizzabili nella DAW o come stand alone, i sistemi Archetype intendono mettere sotto una nuova luce l’idea di plugin per chitarra elettrica, e le vette qualitative create dal costruttore del Quad Core Cortex lasciano intendere che il digitale abbia ancora tanto da raccontare per il prossimo periodo.