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Il risveglio del gigante: le Les Paul flametop degli anni '80
di [user #3] - pubblicato il

Gli anni '80 sono ricordati come un periodo buio per la produzione americana di chitarre elettriche. I capisaldi del mercato come Gibson perdevano terreno, e la produzione orientale avanzava, ma è stato anche il periodo che ha preparato alla grande rinascita della Les Paul.
I primi anni '80 sono forse il punto più basso nella storia per i colossi della chitarra americana. Gli effetti di un decennio di decadenza seguita all'epoca gloriosa dei pionieri si fanno sentire. Gli affari vanno male, la concorrenza - interna e orientale - è fortissima e la fine del tunnel ancora non si vede all'orizzonte. Eppure questo è anche il momento magico del risveglio delle coscienze e del ritorno delle energie. È qui, in questa crisi - che si delinea la ripartenza che riporterà le grandi aziende ai fasti - commerciali e qualitativi - di oggi. Nella prima puntata di questo racconto della storia della "nuova sunburst" abbiamo lasciato il geniale Tim Shaw alle prese con l'incarico di fare pickup degni degli osannati PAF, ma senza una lira di budget extra.

Abbiamo anche lasciato Gibson alle prese coi primi - maldestri ma lodevoli - tentativi di tornare alla qualità di un tempo con la serie Heritage 80 (va detto che la conncorente di sempre nella stessa epoca faceva gli stessi tentativi sfornando la The Strat, che alla faccia degli intenti è forse la chitarra più "CBS" nella storia).
Poi arriva il 1982, che per qualche straordinaria ragione è l'anno magico della chitarra. California c'è Dan Smith dà vita alle prime "vintage reissue" e alla "sua" Stratocaster Standard passata alla storia come "Smith Strat". A Kalamazoo c'è Tim Shaw che lavora come può alla ricostruzione della qualità Gibson. Nel New Jersey ci sono due ragazzi ebrei, Timm Kummer (collezionista e appassionato) e Michael Dresdner (liutaio di gran fama), che dal loro negozio di Red bank, "Guitar Trader", decidono di convincere Gibson a costruire la miglior Les Paul dopo la Standard 1958-1960.

Il risveglio del gigante: le Les Paul flametop degli anni '80

I lettori del succulento "Vintage Guitar Bulletin" che Guitar Trader manda mensilmente a fronte di un abbonamento di 5 dollari all'anno ricevono la bella sorpresa nel maggio 1992, proprio a pagina 2 dell'edizione rinnovata e arricchita (con articoli sulla storia di marche e modelli, reprint di cataloghi, risposte ai quesiti e altro bendiddio del tutto assente all'epoca) trovano la proposta di acquisto che fa rizzare loro i capelli. Per 1.500 dollari, di cui la metà versati come acconto all'ordine, si può mettersi in lista per diventare proprietario di una Les Paul costruita "proprio come un tempo". Misure 1959, numero di serie scritto a penna sulla paletta, ponte nichelato delle giuste dimensioni, scritta Gibson con be o tagliate, tip del selettore del colore corretto, altri dettagli minori e soprattutto un top in acero fiammato in due pezzi, selezionato dai liutai di Guitar Trader e "bookmatched" con la cura d'altri tempi. In più, per i primi ordini, un set di PAF originali dell'epoca, un bonus che da solo vale oggi come un paio delle migliori reissue.
Purtroppo la storia della Les Paul Guitar Trader non va proprio liscia come avrebbe meritato. L'impianto Gibson di Kalamazoo - Kummer e Dresdner non volevano sentir parlare di chitarre fatte a Nashville - stenta a soddisfare gli standard qualitativi concordati con i ragazzi di Red Bank. Manca anche la materia prima di qualità e tra oltre 200 pezzi di acero per il top ne vengono approvati solo 25. Anche il mogano è un problema, deve essere leggero e risonante e c'è un limite fissato di peso totale della chitarra, che non deve superare le 9 libbre. Fatto sta che alla fine della storia (una fine vera, con la chiusura definitiva dell'impianto di Kalamazoo nel 1984), le GT prodotte assommano faticosamente a poco meno di 50 unità, sulle 200 previste in origine.
Epure, tra difficoltà e imperfezioni, tra mille problemi, la pattuglia di Les Paul Guitar Trader originali rappresenta un punto fermo nella storia di questa replica tanto emozionante da poter essere considerata null'altro che la continuazione naturale della stirpe originale. Perché è proprio dalla decadenza di questo progetto ambizioso (che peraltro coincide con la decadenza di Guitar Trader) che nasce la decisione in casa Gibson di rimboccarsi le maniche per mettere in commercio una Les Paul sunburst degna della stirpe.

Il risveglio del gigante: le Les Paul flametop degli anni '80

Inciso: ci sono anche le le Leo's Les Paul, repliche che - a giudizio di alcuni - sono a volte anche più appetibili delle GT. Dissento profondamente. Eccellenti strumenti (vedi quella riprodotta qui, con tavola veramente "mozzafiato"), ma che per qualità, selezione, attenzione ai dettagli, entusiasmo, sono significativamente inferiori alle GT.

Il risveglio del gigante: le Les Paul flametop degli anni '80

Eccolo il 1983, l'anno della riscossa. Gibson è alle corde, vende poco, i conti sono costantemente in rosso, l'impianto storico di kalamazoo è chiuso. Eppure a Nashville c'è chi lotta con unghie e denti per la sopravvivenza. E finalmente - lasta but not least - ecco l'artiglio del vecchio leone che sferra un colpo di quelli che lasciano il segno. Nasce la Les Paul Reissue, prima Gibson ufficialmente in catalogo a riproporre schemi e strutture delle venerabili flametop del 1959. La chitarra ha un numero di serie tipo X-YYYY come l'originale, in cui la prima cifra indica l'anno di costruzione. Ha tutte le carte in regola per affascinare i fanatici della Les Paul, che cominciano subito ad adorare questa gemella giovane della Regina e a comprarla, nonostante i 1.500 dollari di prezzo, un 50% in più rispetto a Standard e Custom di normale produzione. E' quanto di più simile all'originale sia stato costruito fino a quel momento, ache se l'attacco del manico è più corto e qualche dettaglio non è strictly kosher. Eppure è uno strumento magnifico, ben costruito, che suona splendidamente. Una vera Les Paul di quelle che sanno urlare e sussurrare meglio di qualunque altra chitarra.
Destinata a durare 10 anni (fino alla presentazione della serie Historic), mette a disposizione di chiunque possa spendere 1.500 dollari una copia ben riuscita anche del feeling di Sua Maestà. Rifinita in un elegante “heritage cherry sunburst” è in genere leggera, raramente supera i 4,5 kg di peso, a differenza delle aquile di piombo dell'epoca. Intanto l'azienda vive il suo periodo di crisi nera, che nel 1996 posta alla vendita da parte di Norlin a Henry Juskiewicz, l'uomo che ridarà al nome Gibon il lustro che merita. Praticamente invariata per tutta la sua vita, nel 1988 acquista pickup disegnati da Bill Lawrence (niente di che, peraltro, immediatamente sostituiti dalla maggior parte degli acquirenti con altri più in carattere. La pratica cessa nel 1990, quando J.T. Riboloff, capo del settore R&D di Gibson, presenta col nome di '57 Classic i nuovi pickup frutto di lunghi studi effettuati su materiali e metodi di costruzione dei PAF originali. Contemporaneamente viene presentata la Les Paul Classic, ispirata alla LP del 1960, con pickup ceramici. Il marketing Gibson sta posizionando differentemente i prodotti per coprire divers fasce di mercato. LP Standard 1.499 dollari, Classic 1.699, Reissue 4.199 destinati ad aumentare.

Il risveglio del gigante: le Les Paul flametop degli anni '80

Poi, nel 1993, un'altra rivoluzione. Le prime chitarre sfornate in quell'anno, pur mantenendo ancora per qualche settimana la denominazione "reissue", vengono vendute col certificato Historic nato per qualificare la nuova Historic Collection di cui la "flametop" andrà orgogliosamente a far parte.
La storia continua a questo link.

Questo articolo, parte dell'archivio storico di Accordo, è stato restaurato per una miglior fruizione sui dispositivi moderni.
chitarre elettriche gibson les paul
Link utili
Le riedizioni Les Paul flametop - 1
Le riedizioni Les Paul flametop - 3
Les Paul Reissue 1983-1993 - articolo da Vintage Guitar Magazine
Opinione negativa su una Les Paul Guitar Trader
La gibson Guitar Trader - articolo da Vintage Guitar Magazine
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Ciao vorrei un giudi
di Luca73 [user #14723]
commento del 17/05/2008 ore 11:4
Ciao vorrei un giudizio sui minihumbucker montati sulle gibson primi anni 70(74).
Rispondi
Guarda...qualche bel
di danny [user #640]
commento del 17/05/2008 ore 15:1
Guarda...qualche bel anno fà Roberto Pistolesi mi costruì una Skycsater( tele ) e mi consigliò proprio un bel mini-hum da montare al manico ...è decisamente ganzo ! ...ovviamente come tutte le cose che consigliava il Maestro . Danny
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oopps... Skycaster..
di danny [user #640]
commento del 17/05/2008 ore 15:2
oopps... Skycaster....dè non sono più bono a scrivere...
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Io mi chiedo
di scheggia [user #2238]
commento del 18/05/2008 ore 14:5
Posto che quello che ha postato Alberto (perdonate il gioco di parole) sia vero, se ne evince che le Gibby dal 60 fino all'avvento delle Reissue fatte a modo degli anni 90, sono pressappoco dei ciocchi da bruciare che però grazie al vintage mania godono di una valutazione che va ben oltre la loro effettiva qualità. Insomma, a grandi linee è meglio prendersi una Historic che una del 73. O sbaglio?
Rispondi
Re: Io mi chiedo
di GiorgioV [user #10912]
commento del 18/05/2008 ore 18:2
In linea di massima è così. Bisogna considerare che ci sono chitarre venute particolarmente bene e ciofeche in qualunque periodo e produzione (anche nel 58 o giù di lì..) comunque secondo me l' attuale produzione historic ha un livello medio molto consistente e molto buono. Certo dovendone comprare una è sempre preferibile metter le mani su più esemplari possibili. Alla fine secondo me tutto si riduce allo specifico esemplare che stai considerando.
Rispondi
Dubbi
di GZ34 utente non più registrato
commento del 18/05/2008 ore 15:3
Posseggo 2 Les Paul, Custom del 1977, Standard del 1978, che a mio modesto giudizio suonano bene, anche confrontate con Les Paul recenti, con amici miei ogni tanto ci riuniamo e confrontiamo chitarre, ampli, e sopratutto pedali, e devo dire che le chitarre ne vengono fuori molto bene, sopratutto la Custom, certo l'ideale sarebbe confrontare la mia, con una del 59, ammesso che quella vecchia suoni meglio la differenza di prezzo mi farebbe preferire sempre la mia, a mio giudizio i prezzi di certe chitarre vintage sono esagerati, di sicuro sono affascinanti, ciao
Rispondi
Re: Dubbi
di Luca73 [user #14723]
commento del 19/05/2008 ore 08:3
Ciao, le tue LP hammo i minihumbucker?
Rispondi
Re: Dubbi
di GZ34 utente non più registrato
commento del 27/05/2008 ore 22:0
No, scusa se rispondo adesso, avevo problemi al computer
Rispondi
Ma no
di HeavySamba utente non più registrato
commento del 18/05/2008 ore 17:5
Secondo me le Les Paul degli anni '70 sono ottime chitarre. Certo,se paragonate alle prime prodotte ne escono un pò ad ossa rotte,ma questo vale anche per quelle prodotte negli anni successivi. Nell'articolo forse si pone un pò troppo l'accento sul paragone tra le varie produzioni,ma nessuno credo possa dire che le Les Paul e le Gibson in generale,siano state per tanti anni solo legna da ardere. Tempo fa in un negozio a Firenze avevano un Custom del '78,se non ricordo male, e suonava benissimo.Peccato che al tempo non avevo soldi per le mani,altrimenti l'avrei presa senza pensarci tanto. D'altro canto,il mio insegnate di chitarra possiede una Les Paul del '59 ed è la migliore chitarra che io abbia mai sentito suonare. Questo però non toglie che le chitarre prodotte negli ultimi 40 anni siano eccellenti.
Rispondi
Vintage, VOS e productions
di Mancunion [user #3854]
commento del 18/05/2008 ore 20:4
Le vintage che sono sopravvissute (parliamo di chitarre che ora hanno mezzo secolo) sono le migliori della produzione Gibson dell'epoca. Il perche' e' presto detto: nel corso di questi 5 lustri, gli esemplari meno riusciti (i cosiddetti 'tacchini') sono stati cannibalizzati o modificati. Girano foto su internet di '59 col floy rose, o con retrofit Di Marzio... Insomma, quelle poche 'burst che ci sono pervenute in secula, sono semplicemente quelle che "e' perfetta cosi'". Io ho avuto una Deluxe... era pessima. Non so che dire. So che alcune chitarre sono meglio e altre peggio. Questa era veramente cattiva (ma era la mia prima LP...). Via via le cose sono migliorate, e secondo me le nuove Gibson sono 'as good as it gets'. Le VOS sono molto curate nella scelta dei legni, nella liuteria e nel rispetto delle misure tradizionali, e hanno la peculiarita' di deprezzarsi meno delle sorelle minori di produzione. Ciao
Rispondi
Precisazione
di alberto biraghi [user #3]
commento del 19/05/2008 ore 08:4
Ciao a tutti. Innanzitutto una premessa: gli articoli non sono solo farina del mio sacco, ma frutto della collaborazione silenziosa con i miei amici Walter e Christie Carter, che mi mettono a disposizione la loro mostruosa competenza direttamente da Nashville (Walter è lo storico ufficiale Gibson, autore di deliziosi libri sull'argomento. Christie, sua moglie, è braccio destro di George Gruhn). Per questa ragione sono firmati "redazione" e non col mio nome. Tra i vari commenti leggo un tema ricorrente, riassumibile più o meno così: "ma allora le Gibson degli anni '70 (e la De Luxe in particolare) fanno schifo?" No. Non lo penso e non l'ho scritto. Lo penso delle Fender (che poi però a qualcuno piacciono, tanto che oggi replicano pure le atroci '75), ma non delle Gibson, il cui livello qualitativo è rimasto sempre su livelli accettabili compatibilmente con un'epoca in cui si tentava di passare da una costruzione semi-artigianale a una semi-industriale senza che le tecnologie fossero ancora alla portata degli investimenti disponibili. In realtà il peggio dell'epoca era la gestione. Improvvisata, presuntuosa e ignorante. Il managerino di turno arrivava in cima alla gerarchia e per aumentare i profitti ordinava un taglio di costi sui legni o sull'hardware. E i poveri Tim Shaw della situazione dovevano arrangiarsi a costruire le "loro" amate Gibson con ciò che passava il convento. A Kalamazoo erano bravissimi, tanto che quando Gibson chiuse e loro fondarono Heritage con altri presupposti, fecero subito strumenti qualitativamente eccellenti, a dimostrare che la responsabilità per certi scadimenti non era loro. De Luxe: ha un suo ruolo nella musica dell'epoca e nella storia Gibson, ma è l'esempio tangibile di quanto ho scritto qui sopra. Non si può progettare una Les Paul di gamma alta (De Luxe, lo dice la parola stessa) pensando di metterci parti di recupero. Quei pickuppini lì suoneranno anche bene (in effetti il consiglio di Pistolesi era come sempre saggio, al manico della LP sono perfetti e questo la dice lunga), ma una Les Paul deve essere la Regina del Suono, dannazione, grossa, imponente, autorevole. Che poi a tanti la De Luxe piaccia, è cosa ovvia e legittima, buona e giusta. La De Luxe è comunque una chitarra che ha un suo perché e non mi sogno di dire che sia una chiavica. Ma non è neppure un caso se tra gli appassionati sia - tra tutte le Paul della stessa epoca - la meno richiesta (e infatti se ne trovano a bizzeffe a prezzi inferiori a quelli delle Gibson di fascia bassa). Non è un caso. Ottima chitarra, ci mancherebbe, ma tra le Gibson top di gamma è la "meno Gibson". Sempre con rispetto parlando, comìè obbligatorio quando si dice "Gibson".
Rispondi
Standard V.O.S.
di KJ Midway [user #10754]
commento del 19/05/2008 ore 09:3
Attualmente in catalogo Gibson sono presenti le Vintege Original Spec. come si collocano queste come qualità costruttiva e sonora, si avvicinano ancora di più della serie Historic alle originali anni '58/'60 o sono solo specchietti per le allodole tipo Fender NOS Vintage ecc? Ale
Rispondi
Per Alberto
di Luca73 [user #14723]
commento del 19/05/2008 ore 13:4
Ciao a tutti, la precisazione di Alberto mi rincuora. io ho una gibson LP del 74 con quei minihumbucker che tanta gioia mi danno.Mi sembrano piu' "graffianti"rispetto ai "classici".Sicuramente ci saranno tantissime LP che suonano meglio,ma sinceramente finora nella mia modestissima esperienza,non ne ho trovate.Tenete conto che ne avro provate una decina al massimo ,nuove o usate ,e quasi tutte provate nen negozio di turno,quindi magari non assettate alla perfezione,con corde che magari nuove non erano,mentre la mia ogni tanto un giro dal liutaio lo fa e quinti e' sempre in splendida forma. Vorrei chiedere ad Alberto ,visto la sua esperienza, che differenza puo' esserci tra un manico fatto da 3 parti incollate (come le gibson anni 70)rispetto a manici(parlo sempre di manici gibson)fatti da un unico pezzo.Non e' che un manico fatto in tre parti incollate nel tempo possa dare meno problemi(curvatura ecc.)degli altri visto che il legno , per quanto stagionato sia ,e'sempre un materiale "vivo". Poi ,in termini di suono,come viene influenzato da l'uso di un mogano pesante rispetto a un mogano piu' leggero.E' solo un fatto pratico o effettivamente ci sono differenze sostanziali.Molti chitarristi si lamentano del peso piu' per un fatto fisico che sonoro.Grazie ad Alberto e Ciao a tutti!!!
Rispondi
Pick up Bill Lawrence, spezzo una lancia
di maobelin utente non più registrato
commento del 27/05/2008 ore 12:1
Ciao a tutti nel '90 acquistai la mia prima Gibson, una SG '62 Reissue. Avevo un fenderino valvolare e dopo un po' di tentativi e smanopolate trovai l'accoppiata fantastica. Mi stavo innamorando del blues e, senza cognizione degli strumenti usati da quegli ignoti chitarristi (la mia bibbia erano 2 o 3 cassette miste senza titoli nè autori), riuscivo sempre ad imitarne i suoni. Ero soddisfatto, ma, ancora ignorante, cercavo la conferma "autorevole". Quindi un giorno decisi di farla provare all'amico "manico", che suonava in giro con una SG della Epiphone; il suo giudizio fu: "fai controllare l'elettronica! qui c'è qualcosa che non va! squilla troppo! sembra collegata una bobina sola....". Mogio, tornai al negozio di chitarre, chiedendo di controllarmi l'elettronica, cercando di spiegare quelle brutte sensazioni (che di fatto non provavo!). Ovviamente mi dissero che era tutto ok. Però quel senso di impotenza nei confronti dei giudizi degli altri che provai e che volevo spazzare fu lo stimolo per addentrarmi nel mondo delle chitarre. Poco dopo fui in grado di comprendere gli schemi dei collegamenti e scoprii che i pick up montati sulla mia SG erano stati progettati da Bill Lawrence, uno che di pick up non se ne intendeva! Ok, probabilmente per una reissue erano storicamente scorretti, ma tutto tornava a sorridermi. Ora che è passata un po' di acqua sotto ai ponti, posso dire che quel set di pick up mi ha sempre regalato delle ottime sensazioni; nel corso di vari attacchi di gas, ho potuto confrontarli con humbuckers vecchi e nuovi (rigorosamente Gibson!), e sono giunto alla conclusione che questi ultimi sono solamente la metà del mondo dei "The Original" HB-L e HB-R!!! IMHO, ovviamente ;-)
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 22/11/2016 ore 10:27:18
Curioso come oggi il valore delle Les Paul De Luxe, giustamente etichettate come "costruite con materiali di recupero", quindi poco richieste e disponibili a buon mercato sul mercato dell'usato, sia in anni recenti lievitato a vista d'occhio!

Evidentemente, di fronte alla possibilità di speculare, si accantona volentieri la memoria storica.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 22/11/2016 ore 17:47:27
La Deluxe rassomiglia alla Std come look e basta - è una tutt'altra chitarra! Il sound è differente di molto (a suo vantaggio). La Std ha solo un suono, "quel" suono mentre la Dlx è forte per le ritmiche spinte a valvola e pure adatta a pilotare un pre digitale. È versatile e forte per open tunings esasperate.
A quanto pare, è stata "inventata" per usare corpi giacenti di tipo Gold Top per P90 mettendoci i mini Epiphone. Provatela se passa dalle vostre parti - l'importante è NON considerarla una Std!
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 23/11/2016 ore 00:35:44
Conosco bene la DeLuxe, che mi piace molto ed il suono è differente da quello della Std perché proprio i pickup minihumbucker le conferiscono il caratteristico timbro più magro e più esteso sulla gamma alta.
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 22/11/2016 ore 13:04:19
Io continuo a vedere la pubblicità di Accordo, ma non riesco a le leggere gli articoli bloccati dal controllo dell'anti AdBlock. Dove debbo scrivere?
Rispondi
di gabriele bianco [user #16140]
commento del 23/11/2016 ore 09:07:36
Ciao mandami una mail così cerchiamo di risolvere il tuo problema.
Rispondi
di telecrok [user #37231]
commento del 23/11/2016 ore 10:36:09
Negli anni della crisi, come legni, verniciature e cura dei dettagli le migliori Les Paul tipo 59 Standard comparse nei primissimi anni 80, fino all'83 al massimo, sono le Standard Tokai Love Rok e Reborn, solo i PU non sono all'altezza, ma il resto è fenomenale, sicuramente le migliori copie di una 59 in circolazione, basta vederle oggi che sono invecchiate, i colori di vernici e plastiche, nonchè l'hardwar vero nikel, le cover dei PU, non c'è paragone, long tenon compreso.
Inoltre ci sarebbero anche le Greco EMG per i legni e vernici a partire dalle 800 e per anche il resto fino alle 1500, anche qui i PU sono scarsini, ma il resto....
Le Tokai sono e restano le migliori.
Purtroppo non si possono comprare, sono in mano ai collezionisti e non le vendono.
Ci sono delle Reborn Thea Burst che fanno piangere da quanto sono belle e in tutto e per tutto 59, misure, peso, finiture, tutto al posto giusto, incredibili.
Bisogna scegliere le serie "giuste", per esempio la LS100 dell'80, con i suoi DiMarzio PAFs che non sono niente male credetemi.
Ce ne sarebbe una in vendita, ma vogliono quasi 3000 dollari, più spedizione e tasse di importazione andiamo a finire a 3500, ma è una "vera" copia di una 59, altro che GT.
Lo sò, se ne è parlato e parlato ma non potevo esimermi dal ricordarlo.
Ho provato a cambiare parere ma non c'é GT che tenga.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 23/11/2016 ore 13:09:06
Ho una LP Std 00234425 comprata nuova e vai al link per articolo e foto + commenti vostri.
È una "Claes Paul" dato che sono eretico e ho cambiato tutto il cambiabile, ma è tuttora la stessa delle foto. Fatevi una risata o scomunicatemi.
Per una super-LP trovatevi una Stanzani e Tomassoni '71-72 - con un pò di fortuna ne scovate una :)
Rispondi
di alevadi [user #24379]
commento del 23/11/2016 ore 16:00:17
Ebbene sì....sono il felice possessore di una Les Paul custom del 1984 cherry sunburst che monta i Tim Shawn pick up. La chitarra suona da dio, ha l'attacco prepotente e cattivo da Les Paul e sul jcm800 la distorsione è davvero spettacolare senza aver bisogno di alcun pedale...l'ho acquistata a New York da Rivington Guitars nel village. Unica pecca è il suo peso, 4,5 kg pesati sulla bilancia...un peso però che si riesce a sopportare per le sue qualità.
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