di robertfripp [user #1412] - pubblicato il 18 luglio 2004 ore 15:48
robertfripp scrive "Strana specie di animale il chitarrista. Insomma, diciamolo pure, non è certo un chierichetto da parrocchia. Magari sesso, droga e rock’n’roll li lascia suo malgrado alle vere rock star, ma ci prova (almeno qualche buona birra). Non rinuncia al suo look alternativo anche se in ufficio lo guardano male e appena vede la faccia del Berlusca è assalito da potenti conati di vomito. Inizia a sorgere a mezzogiorno e non carbura prima delle 20, come si conviene ad una vera bestia della notte.
Ma poi diciamolo, questo non è altro che un’accozzaglia di luoghi comuni; in fondo siamo bravi ragazzi. O no? Anzi, in fondo il chitarrista medio non è poi così anticonvenzionale. Anzi. Prendiamo il G3. C’è uno strano signore, piuttosto attempato direi, sull’orlo della sessantina. Insomma potrebbe essere nostro padre (o nostro nonno, per i più sbarby). Ci aspettiamo che entri con la sua band al centro del palco e ci delizi con una quarantina di minuti di svisate. Ma che fa? Non aspetta nemmeno che il pubblico sia tutto seduto. Villano, sta già suonando. E seduto per giunta. Lo si vede a malapena e della band non vi è traccia. Che cappero sta suonando? Note a caso, di una noia mortale. E giù fischi a volontà. Voglio vedere il sudore di Satch, la criniera di Vai. Finalmente ha finito. Ma eccolo che ritorna con gli altri. E adesso? Suoni di tastiere. Voglio un chitarrista, ecchecazzo! Finalmente qualche assolo, ma il suono, oddio. Effettatissimo e in ritardo. Ma che ampli usa? Mi dicono che suona in diretta. Orrore. E poi perché continua a rimanere seduto? Mi sta sempre più sulle palle. Nemmeno saluta a fine concerto. E questo sarebbe il fondatore del progressive? Vuoi mettere Clapton? "