La Escort di mio nonno era rossa fiammante. Ero molto piccolo, ma me la ricordo ancora. Mio nonno aveva istallato un impianto a gas ante litteram, e riempiva la bombola della macchina prendendo il gas da un'altra bombola, del tipo usato per le cucine da campo. Ci metteva un sacco di tempo: la pompa si apriva con una leva con il braccio di legno verniciato di rosso.
Con quella macchina mio nonno ci andava a caccia. Aveva un segugio femmina, Diana (che originalità...) e beccava spesso fagiani. Metteva il cane nel baule, premurandosi bene di lasciare il portellone parzialmente aperto per farlo respirare. Mio nonno faceva di lavoro faceva il guardiano di valle (da noi le valli erano le paludi, NDR) ed era abilissimo col fucile. L'ultimo fagiano lo ha ammazzato dietro casa a quasi ottant'anni: lo vide in mezzo al campo di mais dietro casa e lo fece secco al primo colpo.
C'è un pazzo del mio paese che ha tuttora una Escort uguale a quello di mio nonno, tranne per il fatto che è arancione: gran macchina, robusta, spartana, un po' lenta di ripresa, dal design tutto sommato ancora gradevole.
Era un mondo molto meno ipocrita. Le automobili servivano alle persone più per andare in giro e portare cose, che per fare i fighi con gli amici, e si chiamavano le puttane con la parola giusto, ovvero "puttana". Al massimo prostituta, perchè in TV non si dicevano ancora le parolacce. Ma non "accompagnatrice", "escort" o cose simili. E i politici ci andavano, come e più di adesso, ma almeno stavano attenti a non farsi beccare.