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…continuavo a guardare la mia strato del ’65 con occhio assassino, l’avevo
smontata cento volte e nonostante la mia, oramai, lunga esperienza con il
vintage, c’era qualcosa che non mi convinceva appieno. Sicuramente i legni mi sembravano originali…i forellini otturati sul retro
del corpo erano li, lo scasso dei pickups, ok, misurava proprio 16mm di
profondità, il contour body era proprio come doveva essere nella metà degli
anni ’60, la verniciatura…beh, quella no, non era originale, ma era molto
ben replicata, alla nitro come zio Leo comanda! Il ponte, ma si era lui, con le sellette pat.pend. e la barra inerziale
bella ossidata con le misure esatte. Le meccaniche Kluson deluxe double lines, ed i pickups basetta grigia come
d’obbligo. Il battipenna…ahi! Troppo lucido, troppo bianco, ma da alcune foto di strato del ’65 sembra
proprio bianco latte..forse è originale anche lui…non so, e adesso i
potenziometri…sono dei CTS, ma la data, non riesco a vederla, ci sono dei
numeri che non riesco ad interpretare nemmeno con l’ausilio dei miei tanti
libri sul vintage…ho capito c’è solo una persona che può risolvermi i
dubbi, è lui, il mitico, il maestro, Roberto Pistolesi! Ho deciso di vendere questa chitarra, non per poco, ed io e l’acquirente
abbiamo bisogno di sapere esattamente cosa vendo. Così prendo il telefono e lo chiamo, e lui gentile come al solito, mi dice
che per esprimere un parere attendibile dovrebbe vedere la chitarra, ma sta
partendo in vacanza e quindi dovremmo rimandare il tutto a quando sarebbe
possibile andarlo a trovare sino a quel di S.Croce sull’Arno. Ma senti, senti… le vacanze le fa da me, in Sardegna..accidenti non mi
posso perdere l’occasione, quindi decido, insieme ad il mio amico Marco,
più esaurito di me per le chitarre d’annata, di raggiungerlo sulla costa
Orientale in un caldo, torrido, pomeriggio di luglio. Io abito a Cagliari e Roberto Pistolesi stava a soli…250km da me, in una
splendida località turistica vicino alla Costa Smeralda. Esco dal lavoro alle 13.00, un’ora prima, scongiurando un collega
incazzatissimo di sostituirmi, salgo in macchina con Marco e ci facciamo
tutti i 250km parlando di chitarre…qualche volta anche di donne..sigh!
Alle 16 arriviamo di fronte all’albergo dove ci aspetta Roberto
raggiante…(era molto arrossato dal sole di Sardegna), sinceramente contento
di vederci. Senza un attimo di tregua, sconvolti dal viaggio, inizia il temuto ceck-up
sulla mia strato, frammezzato da racconti ed aneddoti chitarristici
americani di Roberto. Non vi dico cosa mi è passato per la testa in quei minuti, avevo paura mi
dicesse di avere fra le mani un falso, come purtroppo oggi se ne trovano
tanti sul vintage. Sarebbe il caso di iniziare a sputtanare questi signori dai nomi noti, che
spacciano per vintage ogni sorta di cosa. Fortunatamente la mia strato è originale nelle sue parti essenziali, c’è un
fortissimo dubbio sul parapenna, e i pots sono anni ’70, è come ho detto
riverniciata, ma legni e hardware sono loro. Volevo, sottolineare, se mai ce ne fosse bisogno, la disponibilità e la
competenza di un signore che ha fatto del suo lavoro un’arte, un signore
con cui parlare di chitarre significa stabilire un rapporto di amicizia e
di stima che cresce con il tempo. Ho la fortuna di conoscere Roberto Pistolesi da circa otto anni, da quando
lo incontrai nei primi anni ’90 ad un SHG, e lo ritengo uno dei più grandi
conoscitori del vintage, ma soprattutto lo ritengo un amico dei chitarristi
è questa è una fortuna. Ci siamo rifatti i km del ritorno stanchi, ma contenti, e senza parlare
ripensavamo a quanto era curioso in una terrazza su un mare azzurrissimo,
una stratocaster pre-cbs sfacciatamente smontata con in mostra le sue
intimità senza neanche darle il tempo di parlare..ehm..suonare un istante... Ciao a tutti
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