di Marcello Contu [user #33] - pubblicato il 14 agosto 2001 ore 14:01
Cari amici chitarristi, scrivo questo mio piccolo intervento
in risposta all?articolo di Roby Ionta, chitarrista,
vintagista autorevole,
nonché carissimo amico e compagno di merende. Ho letto questo racconto di questo viaggio di 250 km attraverso
le mulattiere più impervie della sardegna. E, ragazzi, parlo di strade
dove non ci passano neppure i cinghiali! Posti dove non è inconsueto
un assalto alla diligenza, stile western.
Per cui mi chiedevo quanto dovesse amare il nostro Roberto queste
preziosissime
chitarre d?annata. Ed è da molti anni ormai che mi pongo questa domanda, già dal giorno in cui mi fu presentato come un grande esperto del settore.
Ricordo, dopo la prima stretta di mano, che si mise a parlare della superba
qualità dei legni delle Strato pre Cbs, in
quanto ottenute da legni di alberi
che avevano (e questo è incontestabile) respirato aria migliore di quella
attuale.
Aria priva di pulviscoli atmosferici e privi di impurità.
Chi potrebbe osare contestare che simili legni privi d?inquinamento suonino
e vibrino poi effettivamente molto meglio delle chitarre attuali!? Capite, cari amici, che la mia vita subì, a quel punto, una brusca sterzata.
Mi trovai ad un bivio e scelsi di venire provvisoriamente iniziato a quel
mondo
così affascinante e denso di mistero che è poi il vintage.
Per iniziare, vi dico che questa strato ?65 è stata acquistata dopo
estenuanti
trattative presso una bottega piena di casse da morto.
Dr. Ionta che saggiava con perizia le parti della chitarra, suonando con
un?azione
delle corde talmente alta da temere una lacerazione dei suoi polpastrelli.
Ogni regolazione dell?anima produceva delle frustate sulle frette! Ricordai, a tratti, il citofono di casa! Mentre Roby annusava l?ottima vernice alla nitro e un coperchio
di bara precipitava al suolo come un presagio, io cercavo invece l?esatta
ubicazione delle gonadi, come atto scaramantico. Per riuscire a portar via l?amicodovetti promettere
di comprargli una sua Strato del ?66. La tenni per qualche mese. Rosso
dakota, una cosa da
rabbrividire! Non l?ho suonata neppure una volta. L?ha ripresa poi Roby con
parziale
permuta di ferraglie e conguaglio rateizzato all?infinito. Io invece avevo
pagato con verdoni? Ricevetti, a suo tempo, anche un grazioso regalo: un libro sulla
Stratocaster. Passavo intere giornate a capire tutti i dettagli delle palette, dei pick up,dei manici ecc.
Volevo superare il maestro! Capii che piccoli dettagli, per me
insignificanti, potevano
far lievitare le quotazioni di molti milioni. Mi indebitai e vendetti la
macchina e fui
arrestato per vagabondaggio per riuscire a comprarmi una Strato slab board
del ?62! Ricordo poi i viaggi di ritorno dal Second Hand Guitar. Questi viaggi
massacranti di 48 ore in macchina e traghetto. Delle avventure su automobili a gas e senza freni.
Ricordo tutti felici, in particolare un amico che aveva arpionato due strato
?74 a un prezzo che per me era un vero furto. Lo ricordo felicissimo
dell?acquisto,
con un?erre moscia fastidiosissima, parlare per circa 1000 km della StRRato
casteRR
e delle sue congetture sul fatto che non era poi tanto impossibile, vista la
data, che l?avesse suonata perfino BlackmoRR(e)!
Io, invece, ero contrariato e deluso per non aver trovato la Steinberger o la Tom Anderson dei miei sogni. Il mio viaggio nel mondo del vintage collezionava così le prime delusioni.
Mi sentivo come in una pressa! Zittito, erudito, plagiato, persuaso con le
buone o
con le cattive da questi amici?padroni, esperti di vintage. Ormai ogni
valutazione
di uno strumento sconfinava nelle teorie più astratte e sulle filosofie piu? visionarie
che si possano immaginare. Sposta una vite e il suono cambia. Kluson de luxe, poli straggered, numeri di serie, ah poi le sellette, le sellette! Ne ho visto in vendita al prezzo di una chitarra nuova.(!)
Per cui un giorno mi son chiesto se fosse il caso di ridare il giusto peso
alle cose, di riacquistare un po?, e dico solo un po?, di obbiettività.
E ho pensato che fosse il caso di riprendere a suonarle queste chitarre.
Sia ben chiaro, l?approccio mentale ad uno strumento è importantissimo,
purché non si diventi schiavi di discussioni e teorie fumose e
?trasversali?.
Per cui, cari amici, ben conscio
della mia impopolarità, son tornato ai miei primi amori.
La mia ottima Steinberger e la Blade e ai miei sogni di poter un giorno
emulare
Allan Holdsworth su manici (e qui fregherò l?amico Roberto) ancor meno Inquinati delle pre cbs, non risultandomi che il carbonio possa essere più o meno Inquinato!
E? con questo senso della vita che vi saluto e vi invito ad
affrettarvi!
Ho infatti ancora la mia slab board del ?62 tutta scrostata, che basta
guardarla per scordarsi!
Occhio! IL primo che chiama se la porta via per pochi Euro!
Anzi no! Voglio montarci su un bel Floyd Rose, le Sperzel e l?elettronica
Bartolini! Fermatemi finche? siete in tempo!!