Non sono un grande chitarrista e non ho una tecnica invidiabile, ma fin da piccolo mi è stato fatto notare di avere un orecchio notevole. Non solo al livello musicale, ma a livello anche scompositivo. Il che significa che sin da tenera età, sentivo distintamente ogni strumento e ne riuscivo a capire la parte in una canzone; "bravo, clap clap, sticazzi" direte voi, il punto è che questa "dote" mi ha sempre messo in una condizione di svantaggio rispetto ad altri musicisti perchè spesso rappresentavo la minoranza e quindi, si sa, il torto.
Spesso sento parlare chitarristi di cui ho una stima importante, di sofisticati termini tecnici in relazione ai loro set-up chitarra amplificatore ed effetti vari. La discussione di solito segue il seguente iter: "la chitarra ..., ma il cavo buono... , l'amplificatore deve essere valvolare... il cono l'ho cambiato perchè quello è meglio..., gli effetti true bypass nella mandata o diretti in treno..., le dinamiche si ma le dinamiche no... perchè le dinamiche...".
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Io ho sempre pensato, nel mio piccolo, che quando attacco all'ampli la chitarra, ci sparo in mezzo i miei effetti e comincio a spippolare per trovare il suono che mi piace, il lavoro si conclude. Quando raggiungo un suono soddisfacente (e mi deve piacere parecchio) di solito comincio a suonare e parafrasando Guccini, a culo tutto il resto!
Questi cavalli di razza invece, si specializzano maniacalmente su tutta una serie di caratteristiche di base che sono per loro requisiti minimi, da cui partire per evolvere il suono. Tonnellate di hardware, testa cassa pre pro pru noise gate equalizzatori a bande, analizzatori di spettro sul palco che, quando sono presente in platea, mi aspetto da un momento all'altro l'arrivo del bon Igon dei Ghost Buster che urla: "NON INCROCIATE I FLUSSI!".
Secondo me c'è sempre stata una falla in questo modo di pensare. Una volta che il tuo suono esce dal'ampli 9 su 10 entra in un sm57 (il classico microfono da chitarra) o similare e arriva all'impianto del locale\piazza\festa di paese gestito dal fonico. Questa figura mistica, quando è competente fa la differenza, quando (spesso) non lo è, vanifica tutte le migliaia di euro che con fatica si caricano nella macchina. Pensate che una volta ho lavorato con un tizio che appendeva i microfoni facendoli calare dall'alto davanti al cono. Microfoni unidirezionali orientati verso il pavimento. Non ci vuole un genio per capire che la persona in questione non sa fare il proprio lavoro, ma se approfondite un attimo a questo link il funzionamento di un sm57 e più nello specifico della "figura polare cardioide"(la griglia nera laterale) , capirete che la scelta non è solo qualitativamente inferiore, è completamente idiota.
A questo punto avete capito dove voglio arrivare, approfondire determinati argomenti piace anche a me, ma finchè non suoni in uno stadio davanti a 80000 persone (e anche lì secondo me c'è da discutere) perdersi in settaggi mirabolanti al limite del maniacale per vedere un fonico che utilizza il gain come un fader del volume, lascia davvero il tempo che trova. O comunque, voi fatelo se ne avete voglia, la passione è una cosa positiva. Senza contare che il pubblico molto spesso non nota la differenza tra un basso e una chitarra, figuriamoci se sente un Fender Twin con i coni customizzati per approfondire le dinamiche. Ma per favore...
Eccoci finalmente al vero motivo per cui sto scrivendo questo articolo che, dopo l'avvelenato preambolo, sarà di sicuro più dolce.
GUITAR RIG
Guitar Rig per chi non lo conoscesse, è un software che emula amplificatori ed effetti per chitarra. Praticamente puoi creare una gamma infinita di suoni o modificarne una folta schiera già esistente. Questo, fa sì che si possa suonare semplicemente attaccando il jack della chitarra alla scheda audio e sentirsi direttamente nelle cuffie. Ottimo per chi abita in un condominio. Il purpose del software in realtà è quello di agevolare il lavoro di registrazioni artigianali e non (spesso in dischi di blasonati professionisti ho avuto modo di riconoscere qualche preset) lavorando sul suono in post produzione con un'ottima efficacia. L'ho sempre usato, dalla prima release (oggi siamo al 5) e onestamente agli albori era un po' una scatola misteriosa piena di fruscii e feedback.
Dalla 3 in poi il software è evoluto in modo esponenziale e permette dei suoni notevoli con emulazioni al limite della realtà. Chi di voi sta leggendo ed è un chitarrista lo sa, la possibilità di avere una gamma di effetti praticamente infinita ingolosisce e non poco. Penso che chiunque abbia usato questo software almeno una volta si sia domandato se usarlo live avrebbe comportato più vantaggi che rischi.
Bene, l'ho fatto anche io, e visto che il mio rapporto con la tecnologia (dato anche il lavoro che svolgo) è piuttosto piacevole, sono solito seguire l'onda dell'innovazione anziché quella della conservazione. Se posso sostituire i miei limitati pedali con il mio adorato Macbook, devo quantomeno provare. Dopo questi passi, mi risponderò (spoiler) che la più grande potenzialità di questo software è proprio nella sua applicazione live.
Mossa numero 1: google, suonare live con guitar rig. Non l'avessi mai fatto. Si entra in un ginepraio di opinioni, consigli, veri e propri dettami da non levarne le gambe. Le opinioni più disparate sul settaggio da usare e sull'affidabilità dei vari sistemi sono intricate e complicate, spesso discordanti. Tutti questi illuminati pareri sono concordi solo su una cosa "mai usarlo con un ampli, che senso ha. Tutt'al più nella mandata effetti". La teoria (che così a sentirla non sembra neanche sbagliata) è più o meno questa: Se si dispone di un bell'ampli valvolare che suona da 10 così com'è, perché mai profanarlo con ampli emulati via software? Inoltre c'è il problema dello switching e cioè la necessità di cambiare effetto in corsa per passare magari da pulito a distorto o ad un bel delay.
Mossa numero 2: Cancellare la mossa numero 1, sbattermene di tutto quello che ho letto e provare. Collego la mia scheda audio nel send\return del mio ampli e comincio a provare. Purtroppo sembra che questa configurazione perda un sacco di segnale e per farla breve suona un po' una merda. Non considerando poi che i preset originali di GR (abbrevierò Guitar Rig così) sono impostati per un livello di segnale non preamplificato, e quindi se si accende tutto al naturale esplodono le orecchie. Abbasso un po' l'output del software e, quando i fischi se ne vanno, riesco a suonare in modo decente, mi piace, mmm quasi quasi... cazzo suona! Però il mio orecchio, seppur buono, è influenzato dalla voglia di aver trovato una soluzione, forse condizionato dalla mia enorme fiducia nei nuovi mezzi. Decido così di interrogare il grande orecchio, creatura di enormi doti di ascolto musicale mai paga e mai contenta del risultato ottenuto; di solito mi guardo bene dal portare al mio cospetto tale saggezza, ma oggi ne ho bisogno e quindi con tutto il fiato che ho in corpo decido di recitare la formula magica di evocazione: "MAMMAAAAAAAAAAAAAAA quando hai fatto vieni per piacere ti devo fare sentire una cosa!?". Dopo un infinita serie di "suona! risuona la stessa cosa! ancora! vai! no quello, quello che hai fatto prima!"arriva l'impietoso verdetto tra Chitarra-Cavo-Ampli e Chitarra-Cavo-Ampli-SchedaAudio-GuitarRig:"Non c'è paragone, fa cacare". Sconsolato, come si fa in questi casi, tento la mossa disperata. la numero 3.
Mossa numero 3: Quello su cui internet intero sembra essere d'accordo come "l'unica cosa certa da non fare". Attacco il jack della chitarra alla scheda audio, e l'uscita della scheda audio diretta nell'input dell'amplificatore, ottenendo: Chitarra-Cavo-SchedaAudio-Macbook-GuitarRig-SchedaAudio-Ampli. Ho quasi paura a spostare il selettore dello standby. Invece suona, vaffanculo! E il mio vaffanculo, voglio che si propaghi a tutti i sofisti, professionisti,professori, audiofili di internet che magari hanno una zoom tra i piedi (cacchio non ero io quello che diceva che basta che il suono sia bello? Non mi riconosco più). Suona talmente bene che riesco a riprodurre gli effetti dei pezzi che devo suonare con estrema fedeltà e tutto ciò non solo è appagante, è divertente. Ho comprato la pedaliera MIDI più blasonata in circolazione, l'economerrima behringer FCB1010. Anche qui, secondo i giganti di Internet ci sono enormi difficoltà di configurazione, questa scatola magica dotata di 10 pedali selettori e 2 pedali espressione, viene dipinta come l'oggetto del diavolo. I pochi che sono riusciti a configurarla invece ne tessono le lodi in quanto ad affidabilità.
Mossa numero 4: Con la pedaliera nuova tra le mani, decido di affidarmi ancora a google (quando imparerò...) per la configurazione e mi imbatto in una serie di video fantozziani di un signore che in 6 passaggi (6 video, perchè farne 1 sarebbe stato troppo normale) spiega come configurare questa pedaliera proprio per utilizzarla con GR. Comincio a seguire i dettami, ed esco di testa. Per ogni singolo tasto (10 x 10 banchi digitali = 100) c'è da fare una procedura che ricorda le operazioni fatte dall'improbabile Lino Banfi in Vieni avanti Cretino. Setto i primi due pedali e desisto. Ci deve essere un modo più efficiente. C'è.
Cerco e trovo un software (disponibile solo per Mac. Che soddisfazione) di configurazione e tramite un paio di copia\incolla riesco a personalizzare la pedaliera in pochi minuti e senza sforzo alcuno. Tra l'altro esiste la possibilità di esportare ed importare la configurazione e quindi quando avrò terminato la mia (ho configurato solo 30 tasti perchè per ora mi servono quelli) la metterò disponibile in download per un percorso ancora più snello.
Mossa numero 5: Suonare Live. Alla fine del mio prossimo concerto, che farò con il nuovo set-up, passerò ad ogni tavolo del locale a chiedere impressioni sulle dinamiche nel suono pulito della mia chitarra. Ci andrò con un caschetto da pugile perché molti penseranno ad una supercazzola.
Ricapitolamento, ricapitolazione. Conclusione.
Io ho un Fender Hot Rod Deluxe, e non ho paura di metterci in input direttamente delle simulazioni, chiamatemi folle offendetemi ditemi che per fare ciò mi basta un ampli a transistor da poche centinaia di euro (non è vero, ve lo assicuro). Ci collego il mio Macbook e la mia chitarra. Con la pedaliera MIDI piloto il tutto e riesco ad avere un preset per ogni porzione\strofa di ogni singola canzone. Secondo me la comodità supera di gran lunga quella piccola perdita di qualità che si ha per forza se si seguono le normali leggi della fisica.
In una situazione di pubblico medio, in un locale o piazza di moderate dimensioni con un impianto fornito dal service locale ed un fonico che non si sa mai a che livello di competenza sta, l'enorme gamma di suoni e l'affidabilità di un sistema software collaudato come questo (ma se preferite Amplitude 3 va bene lo stesso) rendono questa soluzionesecondo me la migliore possibile.
E' chiaro che con il mio essere assolutista l'intento di provocare è quello principe, ma fermiamoci un attimo a pensare al concreto, ad esempio quando hai bisogno di utilizzare 5\6 diversi settaggi di delay in uno stesso concerto oppure quando vuoi dei toni di distorsione diversi e che quindi le combinazioni di pedali non bastano più. Non vi alletta poter avere un suono specifico per ogni parte?
A me si. Ora uccidetemi o tornando a Guccini vendere o no non passa tra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso!
Andrea.