di redazione [user #116] - pubblicato il 15 giugno 2012 ore 16:00
Paul Gilbert ci mostra il suo nuovo originale approccio di studio alle triadi.
Si tratta di un esercizio molto vicino alla musica classica che fornirà ottimi spunti di lavoro sia per la coordinazione tra pennata e legato, sia per gli hamer-on e pull-off con la sinistra. Anche se oramai decisamente calato nel blues, Paul Gilbert resta uno dei più grandi virtuosi della scena metal neo-classica e con questa lezione ce ne da la prova.
Mi piacerebbe parlare di triadi.
Sono uno strumento prezioso per l’improvvisazione ma soprattutto studiarle aiuta a capire meglio la teoria musicale e la visualizzazione delle note sul manico della chitarra. Spesso vengono affrontate con diteggiature in sweep picking mentre ho sempre apprezzato la tua maniera alternativa di diteggiarle, con i salti di corda.
Ci mostri qualche esercizio per studiarle?
Volentieri. Anzi, proprio in questo periodo sto lavorando a una nuova maniera di visualizzare e suonare le triadi e la condivido volentieri con voi. Così posso anche farvi vedere come io stesso lavoro nello sviluppare nuove idee e concetti, trasportandoli attraverso tutte le tonalità. Quello che ora vi mostrerò poi è un anche un bell’esercizio musicale. Si tratta di eseguire una triade sviluppandola attraverso tre ottave. C’è anche lo string skipping, anche se è messo in gioco solo in minima parte.
Una delle intuizioni tecniche più originali e innovative di Paul Gilbert è stato proprio il fatto di aver ripensato la classica esecuzione delle triadi in sweep picking con i salti di corda. Con questo tipo di diteggiatura è possibile eseguirle con maggiore brio ritmico.
Prendiamo una triade di Em che ora vi suono molto lentamente sviluppata con questo pattern che ho creato.
Analizziamo al microscopio l’esecuzione di questo esercizio. Alla base Gilbert sezione in tre gruppi da due corde il manico della chitarra e su ciascuno esegue, con la stessa identica diteggiatura ma su ottave differenti, la triade di Em.
Sulla coppia di corde di E e A c’è l’ottava più bassa. Sulla coppia centrale di corde, D e G, un la triade ottava più alta; infine, sulla coppia di B e E cantino, l’ottava più alta ancora.
Quindi, per agevolare l’articolazione ritmica e la suonabilità, Gilbert sfrutta un salto di corda per passare dalla triade costruita sulle corde di D e G a quella u’ ottava più alta. Osserviamo come il E che prima era preso al diciassettesimo tasto sulla corda di B, ora viene suonato al dodicesimo tasto sulla corda di E cantino.
Per familiarizzare con questa diteggiatura ho isolato questo piccolo pattern ritmico/melodico.
Una volta familiarizzato con questo meccanismo, lo si può facilmente applicare anche a una triade maggiore.
Per esempio un C.
Ora, capito come diteggiare le triadi, baserà pensare a una progressione di accordi e su ciascuno eseguire il suo relativo arpeggio sviluppato in questa maniera.
Prendiamo una progressione di accordi dal sapore decisamente neo-classico.
Ora la sfida sarà spostare su ogni accordo la relativa triade. Basterà andare sul E basso, trovare la tonica dell’accordo che serve, e da li partire con la diteggiatura,
maggiore o minore, a seconda del caso. Per esempio il Am…
Questo è un esercizio davvero carino sulle triadi. E’ il classico studio da musicisti classici: da suonare impostati, vestiti eleganti e impettiti, con quelle camice bianche con le increspature…
Certo non c’azzecca nulla con il blues. Ma chissà, magari si può trovare il modo di farli funzionare assieme!