di alberto biraghi [user #3] - pubblicato il 19 giugno 2012 ore 09:20
"Ho iniziato questa avventura oltre due anni fa in Europa, tra Francia e Spagna, e da poco più di un anno sono tornato a Milano, mia città natale, in pianta stabile, convinto per l’appunto di poter praticare questa forma d’arte anche nella mia città." Comincia così la lettera aperta inviata da Matteo Terzi, in arte "Soltanto", alla giunta di Milano, che alla faccia delle promesse elettorali sta snobbando i busker.
"Cara giunta, mi chiamo Matteo Terzi e sono ORGOGLIOSAMENTE un musicista di strada. Parlo a nome mio e a quello del costituente gruppo “Musicisti di strada di Milano”. Ho iniziato questa avventura oltre due anni fa in Europa, tra Francia e Spagna, e da poco più di un anno sono tornato a Milano, mia città natale, in pianta stabile, convinto per l’appunto di poter praticare questa forma d’arte anche nella mia città."
Comincia così la lettera aperta inviata da Matteo Terzi, in arte "Soltanto", alla giunta di Milano, che alla faccia delle promesse elettorali sta snobbando i busker. La lettera è stata citata da Repubblica e ripresa da innumerevoli testate e blog in Rete. Gli accordiani che sono stati alla presentazione di SHG 2011, al sabato sera, se lo ricordano di certo, perché Matteo ha fatto la colonna sonora della serata, con la sua bella Gibson J200, la sua voce, il suo feeling.
L'arte da strada è un tema importante per chi suona. La strada è per moltissimi musicisti il primo palcoscenico e per una buona percentuale anche l'unico. Ed è arte vera, durissima, competitiva: se sei bravo c'è pubblico, se non lo sei ti trovi lì a esibirti per il vuoto e non è facile da digerire. L'arte da strada fa bene alla città, spezza la frenesia, crea parentesi di musica e spettacolo nei ritmi indiavolati della società della crescita a tutti i costi.
Tutto qua. Volevo solo condividere con tutti il disagio del nostro amico e collega Soltanto e invitare tutti a non trascurare mai chi si esibisce su un marciapiede. Spesso si tratta di artisti veri, di valore assoluto. Fermarsi qualche minuto, ascoltarli, assistere alla loro performance, acquistare il CD o lasciare qualche moneta non è solo un supporto a loro, ma a una intera società che di arte e musica ha un bisogno estremo.