Una vera scoperta. Non avevo mai assistito ad una rappresentazione live di un M° di liuto. E' avvenuto il giorno di ferragosto, in una località della Sardegna esclusiva per il suo territorio selvaggio, immerso nelle più splendide dune di sabbia d'Italia ma anche d'Europa.Alle 7,45 del mattino, mi dirigo alla zona adibita per la colazione, già consapevole che quest'anno non ci sarebbe stata la M° di arpa ad intrattenere gli ospiti di questo micro albergo solitario, ricavato da un vecchio edificio minerario, circondato da gigantesche dune del quaternario, con qualche ginepro, una spiaggia infinita di sabbia finissima dove il jogging è faticosissimo ma fantastico.
Avvicinandomi sento un suono antico, lieve e in costante arpeggio. Giro l'angolo ed un signore di mezza età (rilevatosi poi uno dei più esperti Maestri di liuto) è seduto ad uno dei tavoli all'aperto fronte mare. Vestito di nero, capelli brizzolati, sguardo serio e profondo, il M° Fois sta suonando musiche del 500. Ascolto estasiato, per lo strumento, per il suono, per la tecnica, per lo strumento. Il M° si accorge del mio attento interesse (in quel momento eravamo in 3/4 a prendere la colazione) e non ce la faccio a non chiedergli qualche informazione. Avvicinatomi, mi descrive lo strumento, leggerissimo, 12 corde (accordatura 1 ottava superiore e le 2 ultime all'unisono, come una classica chitarra acustica a 12 corde).
Mi descrive i pezzi che suona leggendo da degli spartiti. Spartiti?, tablature vere e proprie come quando ho iniziato a suonare la chitarra. Tablature fittissime, con il numeretti attaccati uno all'altro. Un groviglio di numeri posizionati sulla tablatura che decodificati dal M° producevano una melodia ineguagliabile. Anche i passeri marini dalla chioma colorata si accorgono di qualcosa di nuovo.