Ieri con fratel jazzino ci siamo rincorsi su tutti i post a base di battutine sull'eterna lotta tra acusticanti militanti e elettrici ortodossi , e oltre a farci (almeno noi due ) delle sonore risate , il tutto è servito per guardarmi alle spalle e mettere ordine nella mia poco interessante ma lunga vita di chitarraio ( vabbè , lunga , non esageriamo....).Ho già raccontato fino alla nausea della mia Aria anni '70 che ancora mi accompagna , dell'infatuazione per blues e folk e dello studio dei suoi eroi come i vari reverendi , o kaukonen , renbourn , john martyn , la west coast , l'irlanda... Naturalmente ascoltavo anche tutto il resto e non mi facevo mancare , a casa o nelle jam con gli amici , i pezzi degli zeppelin o dei purple , passando per genesis e king crimson , insomma la natura della mia chitarra non mi fermava dallo scoprire il solo finale di stairway to heaven o gli arpeggi dei sabbath .
E ho continuato fino al 1989 , anno domini in cui gli amici , forse stanchi del suono corto e privo di echi dei miei soli , si riunirono in cooperativa e mi regalarono per il compleanno la mia prima chitarra elettrica , una Hondo stratoforme H76 made in japan , che vive ancora con me in attesa di una visita dal chirurgo plastico.
Seguirono le gioie della scoperta di un mondo nuovo , capperi , se tenevo una nota con un po' di distorsione il suono durava secoli , i bending non attentavano all'integrità delle dita , suonare per ore era meno faticoso e con i power chord potevo accompagnare tutto e tutti senza usare neanche un barrè . E poi tutto un mondo nuovo di pezzi da studiare , bassisti e batteristi con cui condividere , le salette prova cambiate come i calzini di un calciatore .E anche se non ho mai abbandonato l'acustica ( restava il modo più veloce per trasformare le emozioni in qualcosa di "solido " ) mi sono trovato , in quegli anni adrenalinici , a pensare : ma come ho fatto fino ad ora ?
E questa domanda , posta oggi che sono tornato ad essere un acusticante praticante con scappatelle elettriche , mi fa tornare a quei giorni lontani dove non era il mezzo ad essere importante , quanto la voglia di musica che aguzzava l'ingegno.E non è che mi accontentassi , mi divertivo davvero !
La foto sopra , fatta in un pub (dal Caciara .... ) a metà di quel decennio edo-reganiano dove la gelatina teneva incollati il mondo post-punk alle melodie new romantic , racconta meglio delle mie parole quello che facevo : l'amico di sempre alle tastiere e qualche base fatta da noi con una casio da 70 milalire ,Aria a tracolla , amplificata con il barcus berry , passando per un pre inventato da uno smanettone dentro una scatola di attache , e poi in un bellissimo fender princeton reverb di un amico (avercelo ora...) .E facevamo in scaletta ( ce l'ho ancora , scritta a "macchina " con la olivetti lettera 32 )
pezzi come don't you dei simple mind , london calling , police , heaven seventeen , pshichedelic furs e via discorrendo.Quindi niente in cui l'acustica ci entrasse davvero , ma andavamo alla grande e abbiamo suonato per mesi interi , la gente era soddisfatta , il caciara pure , e noi ci divertivamo tantissimo , e pagati pure .....
Non so se , giunti a questo punto , tutto questo mio sproloquiare porti a qualche conclusione sensata , solo che a volte mi sembra ci si perda troppo dietro a cose come l'ampli perfetto , la chitarra per quel tipo di musica , il pedale che costa uno sproposito e usiamo una volta per dieci secondi in concerto e mai più , tutte cose sacrosante , per carità , ma la musica , quella suonata , alla fine resta il fine ultimo o è solo una scusa per provare a noi stessi che abbiamo scelto giusto ? Domanda provocatoria , ne sono ben conscio , ma se da chi suona da una vita la ricerca estetica è un passo naturale , può esserlo per un ragazzo ? Si può partire mirando all'oggetto e non al soggetto ? Vabbè , fatevi due risate con la mia foto e dimenticate le farneticazioni....