In effetti i calli dei suoi polpastrelli parlano da soli: “Piacere Polpa” – “Piacere Strello”.
Una tale distanza fra corde e tastiera non è salutare. “Ciao”. Non in quel senso.
Fa male. Fa male alle dita, ai loro tendini e alle loro articolazioni. E anche alla musica.
Tutti dovrebbero disporre di un'action comoda.
Facendomi leader del PACS (Partito Action Comoda Sempre) gli propongo un azione di forza nei confronti della sua… action.
Lui si fida e mi lascia la sua chitarra: “Ho chiesto un preventivo ad un liutaio, ma dice che non vale la pena”.
In effetti una Eko dreadnought a spalla mancante con top in abete, fondo e fasce in tiglio e manico in betulla non vale quanto una Martin.
Nulla di speciale se non l’affetto che il suo papà riversava nello strumento.
Il Dottor StranAzione doveva fare qualcosa.
Sega alla mano inizio a scavare nel tacco. A Game-Boy (un gioco da ragazzi). Arrivo al truss-rod in due minuti: ci giro intorno. Pratico un foro della sua parte bassa (del tacco) con l’intenzione di inserire un reggi-cinghia che mascheri una vite abbastanza lunga da tenere il manico inclinato rispetto al piano armonico a mo' di Gibson. Visto che il piano armonico stesso si era mosso, il ponte ero ridotto ai minimi termini e il truss-rod tirato come la faccia un attore di Hollywood.
Mentre armeggio sento un agghiacciante “craaaack”. Mi si gela il sangue. Un ghiacciolo per Dracula? Ma no.
Mi rimane in mano il manico e la tastiera risulta perfettamente scollata. Perfetto.
Pratico due fori nella parte di tacco incollata al body, inserisco uno spessore fra quest’ultimo e il manico in modo tale da dargli pochi gradi di inclinazione, metto della colla nell’intercapedine e avvito il tutto reincollando anche la tastiera.
Una stuccata e una spruzzata di spray per mascherare la ferita, et voilà, il gioco è fatto.
Poche ore dopo tolgo i morsetti, già che ci sono sostituisco il ponte sagomando un semilavorato in TUSQ, cambio corde, regolo il truss-rod ed ecco rinascere una povera chitarra ormai destinata all’ospizio.
Con pochi minuti di lavoro ho recuperato uno strumento insuonabile trasformandolo in una chitarra discretamente ben suonante.
Perché buttar via un oggetto, anche se economico, se lo si può aggiustare in maniera semplice e non spendendo una lira?
Alla faccia della filosofia del “ricomprare è più semplice che riparare”. Puah.