di davidederosa64 [user #20297] - pubblicato il 30 novembre 2012 ore 19:06
Vorrei dire anche io qualcosa su quel che fenomeno che fu Jimi Hendrix. Io lo colloco tra quegli artisti che hanno dato una svolta nel proprio campo dando vita ad un percorso nuovo.
Vorrei dire anche io qualcosa su quel che fenomeno che fu Jimi Hendrix. Io lo colloco tra quegli artisti che hanno dato una svolta nel proprio campo dando vita ad un percorso nuovo.Un archetipo insomma. In altre parole esiste un prima e un dopo Hendrix. Prima di lui,la chitarra elettrica era trattata a livello stilistico ne più e ne meno come una acustica. Gli effetti già avevano fatto la loro apparizione con degli esperimenti anche riusciti a dire la verità.Però l'approccio tecnico era quello. Da lui in avanti le note della chitarra elettrica sono diventate lunghe,robuste e hanno superato il limite semitonale temperato dei tasti. Diventano meno scandite ritmicamente avvicinandosi di più al suono di un sax o a quello di un violoncello. Le manopole del volume e dei toni,la leva del vibrato e l'amplificatore diventano parte integrale del suono. Oggi queste cose sembrano scontate per un chitarrista elettrico. Penso che Jimi sia stato ad oggi l'ultimo rivoluzionario del suono. Tutti i chitarristi che hanno meno di 70 anni me compreso,in qualche modo hanno preso qualcosa da lui. Quando imbracci una chitarra elettrica e inizi a suonare con il suono distorto,non c'è niente da fare. Stai pensando a lui….anche inconsciamente. Genio illetterato con un background di Bluesman(lo si può notare ascoltandolo con l'acustica),ha saputo emanciparsi dal suono della tradizione sperimentando sul suono utilizzandolo come materiale espressivo.Anche i suoni che vanno aldilà delle frequenze che riconosciamo come musica lui le utilizza riuscendo a farle suonare come note. Un altro aspetto per il quale vale la pena essere ricordato e studiato,è secondo me quello della composizione. L'effetto bitonale quasi sempre presente.Poi non ci sono mai dei veri ritornelli nei suoi pezzi.In genere sono sempre dei pensieri unici.Tipo Little Wings per esempio.Un solo giro che si ripete.Ad un certo punto della sua vita però iniziò a sperimentare strade nuove.Se ascoltiamo Angel per esempio,possiamo cogliere alcuni di questi segnali.Gli accordi iniziali Mi7Maj/9 e Fa#m7/11 sul basso Mi(ovviamente mezzo tono sotto come suono reale),aprono ad un avvicinamento al Jazz.Forse la sua frequentazione con John McLaughlin sicuramente può averlo influenzato in tal senso. A me dispiace molto quando alcuni giovani lo liquidano con due battute usando dei parametri meramente accademici alludendo a tecnicismi che poco hanno a che vedere con la sua Arte.Il suo era un suono naif che va ascoltato con la mente aperta cercando di mettersi in contatto con le vibrazioni lasciandosi andare a livello sensoriale. Questo modo di ascoltare non è da tutti ovviamente.Miles Davis,Gil Evans,Jaco Pastorius per esempio,avevano questo genere di sensibilità.E va bè c'è chi può.......