di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 07 gennaio 2013 ore 07:30
Stratocaster, sempre la stessa da cinquant’anni, uguale si ma non troppo. Avendo tra le mani una splendida ’69 messa a disposizione da Alberto Venturini non abbiamo resistito e in quattro e quattr’otto abbiamo messo in piedi una comparativa. A sfidare la vetusta Fender due Masterbuilt, vere e proprie opere d’arte.
Le forme sinuose della doublecut più famosa della terra ci accompagnano da più di cinquant’anni e anche se all’apparenza nulla o quasi sembra essere cambiato in mezzo secolo, chiudendo gli occhi e aprendo bene le orecchie le differenze si notano eccome. L’occasione era di quelle irresistibili e la cosa è nata quasi per gioco. Una Strat del ’69 con la sua palettona e quel bianco che fa subito Hendrix, due masterbuilt scalpitanti pronte a dimostrare il loro valore. Già, il valore. Queste chitarre sono delle vere opere d’arte, il top della produzione Fender, oltre il Custom Shop. Curate nei minimi dettagli, costruite con legni pregiati, rifinite con vernici alla nitro sottilissime. Tutte queste caratteristiche non è detto siano sufficienti per eguagliare il sound e il fascino di una vera vintage. In realtà lo scopo del video che troverete in fondo all’articolo non è quello di scegliere la migliore tra queste tre Stratocaster, ma mettere in luce le differenze, dimostrare come da chitarre all’apparenza uguali può scaturire un sound completamente diverso, nonostante YouTube e la compressione audio.
Diamo un’occhiata più da vicino alle tre contendenti. La prima è una Stratocaster 1969, nella finitura Olympic White lievemente consumata da più di quarant’anni di playing. Body pesante, soprattutto rispetto alle chitarre più recenti, ma molto risonante. Quello che lascia più stupiti è il manico, decisamente sottile che all’inizio può dare qualche fastidio, soprattutto a chi ha le mani grandi. La John Cruz invece è una splendida reissue ’59 Wildwood 10’s prodotta nel 2010, con tutte le forme al posto giusto. Manico ben più cicciotto rispetto alla ’69, all’apparenza più rovinata (ad arte) rispetto alla vera vintage. I pickup avvolti dalle apprezzate mani di Cruz hanno un output decisamente più elevato e una quantità di bassi quasi spropositata per una Strat. La terza chitarra invece, pur essendo costruita da Cruz nel ’97, è stata reliccata da Cunetto. Con il suo sunburst compete con la palettona in quanto a classicità e rispetto alla 2010 le si avvicina ancora di più per quanto riguarda il sound.
Volevamo mettere in luce le differenze sonore tra le tre Strat che avevamo a disposizione, per dimostrare che forse proprio tutte uguali non sono, nel caso ce ne fosse bisogno. Ci siamo anche divertiti realizzando un blind test, non c’era modo migliore per abbandonare ogni pregiudizio e ascoltare sereni le tre Fender, ecco il risultato.
Quando si parla del vero suono Stratocaster, probabilmente quello dei tre che andrebbe citato è quello della '69. Tagliente, capace di essere delicato sui clean e incazzato sui crunch, fino a commuovere con un fuzz, senza mai diventare fastidioso e zanzaroso. Agli antipodi letteralmente troviamo la Cruz 2010. Il suo suono a confronto è enorme, tanto da dare il meglio di sé nelle distorsioni anche più cattive, ricordando (blasfemia pura) quasi una chitarra equipaggiata da humbucker. A metà troviamo la Cruz/Cunetto, con l’aspetto più lussuoso datole dall’hardware dorato mette in mostra un sound che davvero si avvicina a quello della ’69. Certo la stagionatura dei legni non può essere eguagliata, ma questa Cruz con il suono spostato molto sulle alte frequenze regala in posizione 2 e 4 puro sound Strat a piene mani.
Tre suoni completamente diversi, tre prezzi abbastanza diversi, come in una prova su strada di una Ferrari, una Maserati e una Lamborghini alla fine quello che conta è il gusto personale, quindi vi lasciamo al test completo ringraziando Alberto Venturini per la chitarra messa a disposizione.