di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 09 gennaio 2013 ore 07:30
Accanto alle Flying V, Explorer e Moderne, una quarta chitarra futuristica si aggiunge alle sperimentazioni di Ted McCarty in un alone di mistero che parte da Gibson e arriva ad Hamer, passando per la Gran Bretagna fino al lontano Giappone tra ZZ Top e Cheap Trick. È la storia di un mito offuscato che va avanti da vent'anni.
Correva l'anno 2013. La crisi lascia segni anche sui grandi colossi e Fender, proprietaria del marchio Hamer dal 2007, ha annunciato che non saranno più prodotti strumenti del brand d'ora in avanti. Insomma l'azienda che ha fatto suonare band come i Judas Priest e i Jethro Tull chiude ufficialmente i battenti, ma non senza lasciarsi alle spalle la sua collezione di successi e un discreto numero di curiosità e rarità, a volte a cavallo con la leggenda metropolitana. È il caso della cosiddetta Flying Z, ufficialmente Thunderbolt, una chitarra di cui Hamer ha contribuito ad alimentare il mito che non manca di stimolare tutt'ora la curiosità degli appassionati di stranezze a sei corde e intorno alla quale aleggiano diverse storielle più e meno attendibili.
Felicità degli amanti dei design reverse e delle sperimentazioni più audaci con cui Gibson avrebbe voluto dare il benvenuto agli anni '60, terrore dei tradizionalisti legati alle morbide curve di una Les Paul, la chitarra nota come Flying Z fa la sua prima apparizione all'inizio degli anni '90, finendo velocemente sulla bocca dei collezionisti e addirittura sui palchi dei professionisti.
La sua storia, però, non è delle più semplici.
La nascita
La Flying Z viene presentata nel numero di aprile 1992 della rivista inglese The Guitar Magazine. Diverse fonti si riferiscono alla pubblicazione anche col nome di Guitar Magazine, The Guitar o semplicemente Guitar. Oggi pare che la testata non esista più, ma stando a quanti dichiarano di aver posseduto il numero originale, si tratta della rivista poi divenuta Guitar & Bass Magazine.
Mostrata col nome ufficiale di Thunderbolt, la chitarra appare come protagonista di uno speciale a doppia pagina circa un fantomatico prototipo di Ted McCarty risalente alla fine degli anni '50, epoca del terzetto Flying V, Explorer e Moderne.
Molti appassionati accolgono la scoperta con eccitazione, colpiti dalle fotografie di corredo che mostrano uno strumento simile a una Flying V in mogano color cherry semitrasparente con l'ala sinistra rovesciata e con il tailpiece modellato di conseguenza, tutto a formare una grossa Z.
Nell'articolo - a cura di Richard Chapman e Dave Burrluck - si parla anche di un'asta per la chitarra, che si sarebbe dovuta tenere il primo aprile 1992 a Londra. Abbagliati dall'estroso design, pochi si soffermano sulla data dell'asta e su quella d'uscita del magazine: tutta la storia non è altro che un grosso e ben congegnato pesce d'aprile.
Sebbene la rivista avrà smentito la storia in un numero successivo, per diverso tempo ci sarà chi giurerà di aver visto, imbracciato o addirittura posseduto una rara Gibson Thunderbolt. Tra di loro, anche Billy Gibbons dichiara poi di possederne una.
Nel 1992 ci sono due riviste che rispondono al nome di Guitar Magazine, entrambe commercializzate negli UK, ma una delle due è nativa degli Stati Uniti, quindi c'è ragione di credere che il numero di aprile 1992 di Guitar Magazine contenente la burla della Gibson Thunderbird sia quello mostrato in foto.
Lo scherzo è progettato fin nei minimi particolari e una chitarra viene realmente costruita per l'occasione, ma per questa parte della storia ci sono due versioni.
Una, più accreditata e diffusa principalmente online, vuole che i redattori di The Guitar Magazine avessero commissionato, con la collaborazione del rivenditore Hamer Dave Kenney, la chitarra al liutaio Chris Lukasik, che l'avrebbe costruita usando delle parti originali Gibson.
L'altra arriva solo nel 2010 dall'utente Paul-T, che sul forum ufficiale GIbson spiega di essere stato in forze presso Guitar Magazine all'epoca del fatto e di aver commissionato personalmente il lavoro al liutaio Tim De Whalley, escludendo che il rivenditore Kenney c'entrasse qualcosa con la genesi della Flying Z. È importante specificare che non esistono altre fonti a conferma di questa tesi e che l'utente Paul-T non ha mai rivelato il suo nome completo né partecipato ulteriormente alla vita del forum, quindi la storia va presa con le pinze. Escludendo il dettaglio sulla paternità della chitarra, la sua versione comunque combacia con quella più diffusa, precedentemente esposta. In più, nel forum l'utente specifica che le parti originali Gibson usate per la Thunderbolt erano "vecchie". Non sono chiariti la provenienza, il valore o l'età dei legni.
Il libro
Cercando notizie sulla la Gibson Thunderbolt fantasma, una delle informazioni ricorrenti riguarda l'inserimento della chitarra all'interno di un noto libro storico che tratta di solid body Gibson dai primordi fino agli anni '90. Il libro è Gibson Electrics: The Classic Years, scritto da A.R. Duchossoir, edito per la prima volta nel 1994. In diversi forum si trovano utenti che si fanno beffa dell'autore (peraltro illustre responsabile di numerosi volumi sulla storia della chitarra), il quale sarebbe caduto nel tranello tirato pochi anni da Guitar Magazine eppure, stando agli estratti del libro in lingua inglese offerti da Google Books, si evince tutt'altro.
Sia nell'edizione del 1994 sia in quella del 1998, entrambe in lingua inglese, la scansione del libro riportata da Google mostra un paragrafo in cui viene citata la Thunderbolt, alla quale l'autore si riferisce come un falso dichiarato.
In riferimento ai numerosi esperimenti compiuti da Ted McCarty sulla base delle Modernistic Guitars (Flying V, Explorer e Moderne), Duchossoir spiega: "un esemplare simile a una Fling V con l'ala superiore invertita è stato scherzosamente mostrato col nome di Thunderbolt in una rivista inglese non molto tempo fa come incarnazione del misticismo che circonda questi campioni sperimentali".
Che si tratti di una correzione relativa alla sola edizione del 1998 duplicata erroneamente da Google nell'anteprima dell'edizione del 1994, o che ancora una volta le chiacchiere online abbiano stravolto i fatti, non è dato saperlo a meno di procurarsi un'edizione originale di Gibson Electrics: The Classic Years.
I cloni
Da qui in avanti la storia si fa via via più offuscata.
Nel 1995 Rick Nielsen, chitarrista dei Cheap Trick, dichiara di essere riuscito a ottenere in prestito la chitarra originale, portandola con sé in tour. Affidata la chitarra ai liutai Hamer per una messa a punto (o riparazioni a seguito dei continui maltrattamenti on-stage), questa viene esaminata attentamente dai professionisti del Custom Shop che ne fanno una replica perfetta in pezzo unico da restituire allo stesso Nielsen. Tutt'oggi alcuni appassionati dichiarano di essersi rivolti agli stessi liutai a cui fu commissionata la Hamer Thunderbolt per avere delle nuove copie.
La chitarra è visibile in molte foto e in vari video dell'epoca, tra cui l'esibizione al Late Night TV di Conan O'Brein segnalata di seguito.
Durante il tour giapponese che segue di lì a poco, l'azienda giapponese Kid's Guitars del liutaio Hiroshi Kido realizza delle copie proprie in korina. Non è certo il numero preciso, ma il periodo di produzione è compreso tra il 1995 e il 1997. Pare che uno di questi esemplari sia attualmente in giro negli USA con su il logo Gibson, aggiunto in seguito da un privato.
Fernandes, nel frattempo, non sta con le mani in mano, e ne fa una nuova versione per Rick, usando il korina e rivedendone leggermente lo shape e sostituendo il battipenna con uno stile Les Paul, oltre a ridisegnare gli intarsi per renderli più appariscenti.
Dopo aver girato in lungo e in largo per il mondo, il modello Flying Z torna a casa quando finalmente in Gibson si accorgono di lui. È il 1999 e il Custom Shop realizza due Thunderbolt con logo Gibson per il Namm Show. Una è in korina, l'altra in mogano e finitura cherry. Lo spiegano Zachary R. Fjestad e Larry Meiners in una breve nota all'interno del loro libro Gibson Flying V, del 2001.
In mancanza di prove o dichiarazioni in merito, è lecito supporre che la Thunderbolt di cui Billy Gibbons sostiene di essere il fortunato possessore sia una delle Gibson in questione.
Il lascito di Hamer
Ora che il sipario si chiude per la storica azienda californiana, i liutai hanno voluto mettere la parola fine al lungo e discusso mito della Thunderbolt, realizzando un ultimo esemplare ufficiale quasi a reclamare la paternità dello strumento.
Lo scorso aprile, sperando non si tratti di un pesce d'aprile del ventennale, il Custom Shop Hamer dà vita a una Flying Z in legno di Limba. Ancora una volta un pezzo unico, l'ultimo della sua stirpe.