Un live per un musicista è come una serata di gala per una donna: non sappiamo mai che vestito, ops, pardon, che chitarra portare.
L'acusticante non può rinunciare ai suoi profumati legni masselli, ma ogni tanto non disdegnerebbe, per quello specifico assolo, una buona dose di elettricità, tanto per scaldare l'ambiente. Viceversa l'elettricomane, fra un bending e l'altro, piazzerebbe volentieri un'arpeggiata ammiccante verso le fans. Però in macchina non ci sta tutto, anzi, ormai non ci sta più niente. E poi c'è crisi, e non è il caso di comprarsi due chitarre. Una soluzione può essere affidarsi al "magnetico+piezo", che si trova ormai su svariati modelli di chitarra. Una di queste è la Crafter SA.
La SA è disponibile in diverse combinazioni di legni e pickup, che vanno dal top in bubinga col lipstick, al top in abete rosso con P90. Ci sono pure una versione con corde in nylon e una dodici-corde con piezo e lipstick, e io vorrei parlarvi oggi della mia SA-ARW.
Su questo modello abbiamo un top in andes rosewood, un palissandro per intendersi, davvero molto bello a vedersi. La foto che trovate sul sito crafter corrisponde al 100% agli esemplari in vendita.
Fondo e fasce in un non meglio specificato legno massello (e io non ho le conoscenze per dirvi di che legno si tratta). Il manico in mogano è anch'esso molto bello a vedersi, sormontato da una tastiera in palissandro con 21 tasti.
Proprio la tastiera è uno dei due pezzi che presta maggiormente il fianco a critiche per quanto riguarda le finiture. I segnatasti infatti, dichiarati di madreperla, sono molto ben fatti e belli a vedersi, ma sono montati malissimo.
Abbiamo poi hardware e meccaniche cromate e, per impreziosire il tutto, un bel binding onnipresente che fa la sua figura, anche se ha più di qualche sbavatura sulle "effe".
Su questa chitarra abbiamo un piezo L.R. Baggs e un lipstick Kent Armstrong, miscelabili tramite fader. La gestione del sistema di amplificazione è affidata a un pre per niente diverso da quelli che troviamo sulle chitarre acustiche e, a mio parere, non è una gran trovata. Infatti, se da un lato l'equalizzazione e i comandi in generale sono molto precisi, la loro posizione e soprattutto la loro dimensione rendono la gestione del suono elettrico un po' macchinosa. Avrei preferito infatti un selettore in stile elettrica per la selezione dei pickup e magari anche una gestione dei volumi separata per i due pickup (che hanno ovviamente dei volumi d'uscita ben diversi), o comunque una manodopola di più immediato utilizzo. Però una diversa disposizione dei controlli avrebbe inficiato l'estetica dello strumento che è oggettivamente bello, merito dei legni e di un ottimo assemblaggio generale al netto delle mancanze sopra citate.
La Crafter SA-ARW può suonare molto bene o molto male. Dico davvero. La scelta delle corde cambia radicalmente lo strumento. Con delle corde da acustica avrete un suono acustico davvero convincente (roba da non riconoscere la differenza con un'acustica vera), ma in quel caso potrete tranquillamente sradicare il lipstick, perché diventerà inutile. Lo stesso discorso vale per le corde da elettrica, con l'aggiunta che questa chitarra non è una chitarra elettrica, per cui non sarete comunque soddisfatti appieno nemmeno del suono elettrico.
Io ho trovato un ottimo compromesso nelle corde lisce, sound particolare ma credibile col lipstick, e perfetto in zona piezo, ma un po' gonfio di bassi in entrambi i casi, niente che l'equalizzatore on board non sia in grado di risolvere.
La suonabilità è perfetta. Il manico è davvero comodo e scorrevole, un po' largo per i miei gusti, ma non mi mette mai in difficoltà. Mi è capitato più volte di suonarla per live interi senza affaticarmi o sentire dolori vari. La tastiera suona bene in ogni punto e i tasti sono posati molto bene (cosa non da poco viste mie recenti esperienze con altre chitarre).
Le meccaniche sono purtroppo un po' deludenti, soffrono moltissimo sui bending ma in generale non tengono mai bene l'accordatura (consiglio caldamente passaggio ad autobloccanti).
In definitiva la consiglierei, ma solo a chi la possa sfruttare davvero. Se nel vostro repertorio avete un solo pezzo acustico, compratevi un'acustica entry-level, farete la vostra bella figura e spenderete meno. Se volete o vi serve un'elettrica, comprate una chitarra elettrica, perché la SA non è un'elettrica verstile: a mio parere è ottima per il blues, ma niente di più. Un campo in cui si difende decisamente bene è il jazz, non storcete il naso, credetemi, è così. Se fate delle serate unplugged non vi servirà ovviamente a niente, ma è incredibile quanto questa chitarra sia camaleontica.
Non è una Martin D28 o una Gibson Les Paul o una qualsiasi altra chitarra che affollano i nostri sogni, l'unica sua concorrente potrebbe essere la Taylor T5, ma la differenza di prezzo tra le due è talmente tanta che anche in questo caso ogni paragone è impossibile o quantomeno difficile. Per la cronaca, a parer mio: Crafter-Taylor 1-0.
Conoscendo e rispettando i suoi limiti, questa chitarra vi accompagnerà in delle splendide serate, fatte di mille diverse sfaccettature, perché il fader cambia il suono alla chitarra lungo tutta la sua corsa. Io la faccio entrare in un multieffetto e da lì nell'impianto. Suoni perfetti e vita semplificata.
Probabilmente non è una chitarra di immediata e facile comprensione, va studiata e capita prima di essere amata. Bisogna darle fiducia, superare la vocina dentro che vi dirà che è una chitarra inutile destinata a finire nel dimenticatoio. È insomma un acquisto che va fatto con la testa più che col cuore perché i 400 euro circa a cui si trova non sono proprio pochi di questi tempi, ma credetemi: li vale tutti.
La ricomprerei? No. Ma ora che ce l'ho non la venderei per niente al mondo.