Ebbene sì, ero molto indeciso per via del prezzo (56 euro, mortacci sua) ma alla fine mi sono deciso, complice un mio amico che aveva gia preso il biglietto (grande Teo!), di vedere almeno una volta il mitico Bonamassa.
Ancora caldo dal concerto, condivido con voi le mie impressioni.
È un professionista della madonna, quasi fin troppo perfetto. Lo so, a molti non piace perché suona la maggior parte delle volte pentatoniche (però suona blues, quindi...), perché molti suoi fraseggi sono presi dai grandi del passato eccetera, ma questo "ragazzuolo" è veramente un fenomeno.
Non ha sbagliato una nota, passa dal pulito al crunch al suono più distorto con una fluidità pazzesca giocando con i toni, i volumi della chitarra e alternando plettro e dita incessantemente in tutte le canzoni, in ogni momento a favore di una dinamica notevole nel suo playing.
È partito con un paio di pezzi acustici, concludendoli con un fingerstyle quasi alla Tommy Emmanuel, tanto per farci capire che senza Les Paul, senza Marshall, senza effetti, il chitarrista e le sue manine ci sono e alla fine conta questo.
Poi è iniziata la scaletta elettrica con la consueta carrellata di chitarre per la gioia di noi chitarristi GASati, e che dire: tanta roba!
Tre o quattro Les Paul di cui due con Bigsby, due ES-335 di cui una la sua signature, Telecaster, Gibson Firebird, Music Man a due manici, una Gibson con i P90 di cui non conosco il nome. Grandi assenti, le sue signature Goldtop e la Flyng V.
A parte lo sbavo nel vedere tutto questo ben di dio ho notato una cosa: il suono era praticamente lo stesso con quasi tutte le chitarre! E noi che ci tiriamo matti per le differenze minime tra una chitarra e l'altra, pazzesco. A parità di amplificazione, era Bonamassa a fare il suono, non lo strumento, Les Paul, 335 o Music Man che sia. Anche la sconosciuta coi P90 era lì come suono.
Come amplificazione, aveva quattro testate e casse, ma forse funzionavano solo due, non ne sono sicuro. Le casse erano Marshall, mentre le testate erano tre plexi più una di cui non ricordo il nome, ma se cercate su internet trovate tutte le info.
Due parole sulla band.
Naturalmente bravissimi pure loro, tastierista pazzo che si è destreggiato in assolo pirotecnici minore-armonici con l'Hammond e tanto di mimica facciale da farti morire dalle risate, batterista imponente sia nel playing sia fisicamente, una bestia. E infine bassista efficace nel suo ruolo, ha fatto il suo lavoro senza eccedere, la star d'altronde non era certo lui.
Il Bonamassa, almeno una volta nella vita, bisogna vederlo. È fatto a modo suo, con quel vestito da cerimonia e occhiali da sole molto "Men In Black", forse non il massimo nella comunicazione col pubblico, non viscerale come carattere, ma signori questo è un chitarrista con le p... e suona di brutto.
E probabilmente proprio lui stranamente, con quel ben di dio di strumentazione, vi insegnerà che alla fine conta solo il chitarrista, col suo cuore e le sue mani.